Collocandosi in un momento di grandi cambiamenti nel panorama scolastico italiano, caratterizzato dalla sostanziosa presenza di studenti con cittadinanza non italiana, questo lavoro nasce con l’obiettivo di presentare i risultati di una ricerca sugli usi linguistici dei bambini plurilingui presenti nelle scuole primarie trentine. Nell’ambito di tale ricerca, promossa da IPRASE all’interno del progetto di sistema “Le nuove frontiere del diritto all’istruzione. Rimuovere le difficoltà di apprendimento, favorire una scuola inclusiva e preparare i cittadini responsabili e attivi del futuro”, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo nell’ambito del PO 2014-2020 della Provincia autonoma di Trento, è stato sviluppato uno strumento di indagine, il Questionario sugli usi linguistici di bambini plurilingui, che nell’anno scolastico 2017- 2018 è stato proposto alle famiglie di tutti i bambini plurilingui con retroterra migratorio frequentanti il primo e il secondo anno delle scuole primarie del Trentino. I risultati dell’indagine hanno messo in luce un panorama di grande eterogeneità linguistica, evidenziando però anche come questa ricchezza rischi di erodersi e scomparire rapidamente, lasciando il passo a una sempre maggiore presenza dell’italiano. È molto frequente, infatti, che i bambini tendano a preferire l’uso dell’italiano anche in famiglia, e a sviluppare una competenza linguistica poco solida nella lingua di origine, mettendo così a rischio la possibilità di crescere bilingui e di tramandare la lingua alle generazioni future. Per dare un quadro il più possibile chiaro ed esaustivo della situazione, nel primo capitolo si presentano i dati riguardanti la presenza di studenti stranieri nelle scuole italiane negli ultimi decenni, la regolarità del percorso scolastico e i tassi di abbandono, e si discutono le dinamiche linguistiche e di sviluppo della lingua di origine e dell’italiano. Sono illustrati inoltre i dati relativi al percorso scolastico di questi studenti, e in particolare alle difficoltà nella lettura e nella comprensione del testo emerse da valutazioni standardizzate come le prove INVALSI. Nel secondo capitolo si presenta la ricerca svolta in Trentino, in particolare la struttura del questionario e i suoi destinatari, e i risultati scaturiti dalle risposte fornite dai genitori rispetto agli usi linguistici dei figli in famiglia, a scuola e nelle attività extra-scolastiche, e alla competenza stimata nelle due lingue a livello di comprensione e produzione sia orale che scritta. Particolare attenzione è dedicata alla discussione della presenza di correlazioni tra indici di bilinguismo e abilità di lettura e scrittura in italiano1. Come evidenziato dai risultati, aumentare eccessivamente l’utilizzo dell’italiano, al posto della lingua di famiglia, anche a casa, non determina un miglioramento nella letto-scrittura, come erroneamente si potrebbe pensare, ma al contrario può portare a un indebolimento della lingua di origine, che andrebbe invece incentivata, anche nei registri più alti e soprattutto nella componente scritta. L’abitudine all’ascolto di testi scritti già in età precoce è infatti fondamentale per lo sviluppo linguistico, sia della lingua di origine che dell’italiano: la lingua scritta è di fatto caratterizzata da un lessico più ricco e stratificato e favorisce lo sviluppo grammaticale grazie all’esposizione a strutture ipotattiche ed elementi di coesione testuale. I dati raccolti nella ricerca evidenziano che la lettura tende purtroppo a essere poco coltivata nelle famiglie intervistate, ed è perciò importante favorire pratiche di avvicinamento precoce alla lettura, anche e soprattutto nella lingua di famiglia, per un migliore sviluppo linguistico in entrambe le lingue. Nel terzo capitolo sono proposte alcune indicazioni pratiche per la valorizzazione del bilinguismo, a iniziare da una presentazione dei benefici che può apportare e che si presentano indipendentemente dalla natura e dal prestigio delle lingue conosciute. Si ribadisce l’importanza del mantenimento della lingua di famiglia, sia per bambini a sviluppo tipico, che per bambini che presentano disturbi del neurosviluppo, e sono discussi i dubbi e gli interrogativi più comuni di famiglie ed educatori che si trovano a crescere e formare bambini plurilingui. Infine, il quarto capitolo fornisce alcuni strumenti di lavoro per le scuole, tra cui in primo luogo il questionario, rielaborato e semplificato, sulla base dell’esperienza di ricerca maturata, con l’obiettivo di renderlo uno strumento agile e flessibile da impiegare nelle scuole per conoscere la situazione linguistica dei bambini con background migratorio; a questo scopo il questionario è stato anche tradotto in alcune lingue d’origine. Nel capitolo si mette inoltre in evidenza il ruolo del colloquio conoscitivo, in occasione del quale il questionario può essere compilato insieme ai familiari: questo momento, molto importante per stabilire un legame positivo fra scuola e genitori, rappresenta anche un’ottima occasione per diffondere informazioni corrette alle famiglie rispetto all’opportunità di mantenere la lingua di origine, anche nella componente di lettura e scrittura. In conclusione, in un’ottica di apertura e accoglienza verso le lingue presenti sul territorio, sono presentate tre sintetiche schede linguistiche per le lingue di immigrazione più diffuse in Italia, ossia rumeno, arabo e albanese, in cui si danno informazioni sul gruppo linguistico, il numero di parlanti e l’alfabeto, e si riportano anche alcune curiosità grammaticali e lessicali. Questo volume è stato scritto con la finalità di condividere con il mondo scolastico i risultati della ricerca in Trentino e, allo stesso tempo, contribuire a sottolineare, ancora una volta e decisamente, anche sulla base degli esiti emersi dall’indagine, l’importanza di un’azione consapevole e competente da parte della scuola, volta a sostenere la valorizzazione e lo sviluppo del plurilinguismo dei suoi studenti. Una scuola che mette in atto, anche in sinergia con il territorio, azioni concrete a favore del plurilinguismo, dimostra nei fatti di comprendere bene la significativa affermazione dello psicolinguista canadese Frank Smith: “Una lingua ti apre un corridoio per la vita. Due lingue ti aprono tutte le porte lungo il percorso”.
Valorizzare il plurilinguismo a scuola. Esiti di un'esperienza di ricerca nelle scuole primarie trentine
Vender, Maria;
2022-01-01
Abstract
Collocandosi in un momento di grandi cambiamenti nel panorama scolastico italiano, caratterizzato dalla sostanziosa presenza di studenti con cittadinanza non italiana, questo lavoro nasce con l’obiettivo di presentare i risultati di una ricerca sugli usi linguistici dei bambini plurilingui presenti nelle scuole primarie trentine. Nell’ambito di tale ricerca, promossa da IPRASE all’interno del progetto di sistema “Le nuove frontiere del diritto all’istruzione. Rimuovere le difficoltà di apprendimento, favorire una scuola inclusiva e preparare i cittadini responsabili e attivi del futuro”, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo nell’ambito del PO 2014-2020 della Provincia autonoma di Trento, è stato sviluppato uno strumento di indagine, il Questionario sugli usi linguistici di bambini plurilingui, che nell’anno scolastico 2017- 2018 è stato proposto alle famiglie di tutti i bambini plurilingui con retroterra migratorio frequentanti il primo e il secondo anno delle scuole primarie del Trentino. I risultati dell’indagine hanno messo in luce un panorama di grande eterogeneità linguistica, evidenziando però anche come questa ricchezza rischi di erodersi e scomparire rapidamente, lasciando il passo a una sempre maggiore presenza dell’italiano. È molto frequente, infatti, che i bambini tendano a preferire l’uso dell’italiano anche in famiglia, e a sviluppare una competenza linguistica poco solida nella lingua di origine, mettendo così a rischio la possibilità di crescere bilingui e di tramandare la lingua alle generazioni future. Per dare un quadro il più possibile chiaro ed esaustivo della situazione, nel primo capitolo si presentano i dati riguardanti la presenza di studenti stranieri nelle scuole italiane negli ultimi decenni, la regolarità del percorso scolastico e i tassi di abbandono, e si discutono le dinamiche linguistiche e di sviluppo della lingua di origine e dell’italiano. Sono illustrati inoltre i dati relativi al percorso scolastico di questi studenti, e in particolare alle difficoltà nella lettura e nella comprensione del testo emerse da valutazioni standardizzate come le prove INVALSI. Nel secondo capitolo si presenta la ricerca svolta in Trentino, in particolare la struttura del questionario e i suoi destinatari, e i risultati scaturiti dalle risposte fornite dai genitori rispetto agli usi linguistici dei figli in famiglia, a scuola e nelle attività extra-scolastiche, e alla competenza stimata nelle due lingue a livello di comprensione e produzione sia orale che scritta. Particolare attenzione è dedicata alla discussione della presenza di correlazioni tra indici di bilinguismo e abilità di lettura e scrittura in italiano1. Come evidenziato dai risultati, aumentare eccessivamente l’utilizzo dell’italiano, al posto della lingua di famiglia, anche a casa, non determina un miglioramento nella letto-scrittura, come erroneamente si potrebbe pensare, ma al contrario può portare a un indebolimento della lingua di origine, che andrebbe invece incentivata, anche nei registri più alti e soprattutto nella componente scritta. L’abitudine all’ascolto di testi scritti già in età precoce è infatti fondamentale per lo sviluppo linguistico, sia della lingua di origine che dell’italiano: la lingua scritta è di fatto caratterizzata da un lessico più ricco e stratificato e favorisce lo sviluppo grammaticale grazie all’esposizione a strutture ipotattiche ed elementi di coesione testuale. I dati raccolti nella ricerca evidenziano che la lettura tende purtroppo a essere poco coltivata nelle famiglie intervistate, ed è perciò importante favorire pratiche di avvicinamento precoce alla lettura, anche e soprattutto nella lingua di famiglia, per un migliore sviluppo linguistico in entrambe le lingue. Nel terzo capitolo sono proposte alcune indicazioni pratiche per la valorizzazione del bilinguismo, a iniziare da una presentazione dei benefici che può apportare e che si presentano indipendentemente dalla natura e dal prestigio delle lingue conosciute. Si ribadisce l’importanza del mantenimento della lingua di famiglia, sia per bambini a sviluppo tipico, che per bambini che presentano disturbi del neurosviluppo, e sono discussi i dubbi e gli interrogativi più comuni di famiglie ed educatori che si trovano a crescere e formare bambini plurilingui. Infine, il quarto capitolo fornisce alcuni strumenti di lavoro per le scuole, tra cui in primo luogo il questionario, rielaborato e semplificato, sulla base dell’esperienza di ricerca maturata, con l’obiettivo di renderlo uno strumento agile e flessibile da impiegare nelle scuole per conoscere la situazione linguistica dei bambini con background migratorio; a questo scopo il questionario è stato anche tradotto in alcune lingue d’origine. Nel capitolo si mette inoltre in evidenza il ruolo del colloquio conoscitivo, in occasione del quale il questionario può essere compilato insieme ai familiari: questo momento, molto importante per stabilire un legame positivo fra scuola e genitori, rappresenta anche un’ottima occasione per diffondere informazioni corrette alle famiglie rispetto all’opportunità di mantenere la lingua di origine, anche nella componente di lettura e scrittura. In conclusione, in un’ottica di apertura e accoglienza verso le lingue presenti sul territorio, sono presentate tre sintetiche schede linguistiche per le lingue di immigrazione più diffuse in Italia, ossia rumeno, arabo e albanese, in cui si danno informazioni sul gruppo linguistico, il numero di parlanti e l’alfabeto, e si riportano anche alcune curiosità grammaticali e lessicali. Questo volume è stato scritto con la finalità di condividere con il mondo scolastico i risultati della ricerca in Trentino e, allo stesso tempo, contribuire a sottolineare, ancora una volta e decisamente, anche sulla base degli esiti emersi dall’indagine, l’importanza di un’azione consapevole e competente da parte della scuola, volta a sostenere la valorizzazione e lo sviluppo del plurilinguismo dei suoi studenti. Una scuola che mette in atto, anche in sinergia con il territorio, azioni concrete a favore del plurilinguismo, dimostra nei fatti di comprendere bene la significativa affermazione dello psicolinguista canadese Frank Smith: “Una lingua ti apre un corridoio per la vita. Due lingue ti aprono tutte le porte lungo il percorso”.File | Dimensione | Formato | |
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Cordin, Vender, Masiero, Arici (2022) Valorizzare plurilinguismo a scuola.pdf
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