L’Elena di Zeusi: harmoghe, illusione, elezione

‘Vi prego,’ disse il pittore Zeusi, ‘datemi le più belle di queste vergini, mentre dipingo il quadro che vi ho promesso, affinché la verità possa essere trasferita dall’esempio vivente al simulacro muto.’ A quel punto i Crotoniati deliberarono di riunire le vergini in un luogo e diedero al pittore la facoltà di scegliere quelle che voleva. Ma egli ne scelse cinque, i cui nomi molti poeti tramandarono ai posteri, dato che avevano superato il giudizio di colui che doveva avere un giudizio assolutamente vero sulla bellezza: e infatti non credeva di poter trovare tutto ciò che ricercava per ottenere la bellezza in un solo corpo, perché la natura non ha rifinito alcunché di semplice in un genere perfetto nelle sue parti. È come se per ogni altra cosa non avesse alcunché da elargire, poiché, avendo concesso tutto a un’unica persona, ricompensa qualche cosa con un ulteriore pregio, qualche altra con l’aggiunta di un difetto.