Questo articolo nasce da una chiara presa di coscienza presentatasi mentre come gruppo di ricerca riflettevamo sulla progettazione di percorsi formativi destinati ai servizi socio-educativi sui temi dell’accompagnamento di famiglie, spesso solo madri e bambini, considerate in situazione di vulnerabilità. Chi coinvolgere come formatrici? Che forma e ritmo dare alla formazione? Quali contenuti e strumenti offrire alla sperimentazione? Trovavamo molte risposte nelle pratiche quotidiane del Centro interculturale Casa di Ramìa del Comune di Verona, un luogo di incontro tra donne, ispirato al pensiero della differenza sessuale italiano, fondato da alcune di noi quindici anni fa. Così, pur avendo sempre pensato ed esperito in prima persona come questa casa fosse un luogo di apprendimento e di cura, si faceva strada l’idea che potesse anche essere considerato a pieno titolo fonte di pratiche e situazioni formative, se non anche uno spazio formativo in sé, aperto a studentesse e professioniste dei servizi. Questo passaggio ha richiesto un tempo di maturazione durante il quale un nucleo di ricercatrici e donne che partecipano assiduamente alle attività della casa e alla sua gestione nel quotidiano ha preso il tempo di nominare alcune pratiche, allenarsi a parlarne con chi non le aveva mai sperimentate, fare un lavoro riflessivo. Una pratica politica fa sapere se e quando entra coscientemente in circolo con il contesto in cui è nata, trasformandolo. Nominando le soglie che si attraversano si mettono in evidenza alcuni passaggi che ne definiscono il metodo.
Quel cerchio luminoso. Le case delle donne come contesti per una formazione a partire da sé
Maria Livia Alga
2020-01-01
Abstract
Questo articolo nasce da una chiara presa di coscienza presentatasi mentre come gruppo di ricerca riflettevamo sulla progettazione di percorsi formativi destinati ai servizi socio-educativi sui temi dell’accompagnamento di famiglie, spesso solo madri e bambini, considerate in situazione di vulnerabilità. Chi coinvolgere come formatrici? Che forma e ritmo dare alla formazione? Quali contenuti e strumenti offrire alla sperimentazione? Trovavamo molte risposte nelle pratiche quotidiane del Centro interculturale Casa di Ramìa del Comune di Verona, un luogo di incontro tra donne, ispirato al pensiero della differenza sessuale italiano, fondato da alcune di noi quindici anni fa. Così, pur avendo sempre pensato ed esperito in prima persona come questa casa fosse un luogo di apprendimento e di cura, si faceva strada l’idea che potesse anche essere considerato a pieno titolo fonte di pratiche e situazioni formative, se non anche uno spazio formativo in sé, aperto a studentesse e professioniste dei servizi. Questo passaggio ha richiesto un tempo di maturazione durante il quale un nucleo di ricercatrici e donne che partecipano assiduamente alle attività della casa e alla sua gestione nel quotidiano ha preso il tempo di nominare alcune pratiche, allenarsi a parlarne con chi non le aveva mai sperimentate, fare un lavoro riflessivo. Una pratica politica fa sapere se e quando entra coscientemente in circolo con il contesto in cui è nata, trasformandolo. Nominando le soglie che si attraversano si mettono in evidenza alcuni passaggi che ne definiscono il metodo.File | Dimensione | Formato | |
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Alga, Cima, a cura di, Allargare il cerchio 31 07 2020 (1) (9) (1) (2)-1-42.pdf
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