La diversità delle classi attuali ci invita a guardare agli apprendenti come veri e propri esempi di pratiche didattiche. In ambienti caratterizzati da storie molto diverse le une dalle altre, l’apprendimento porta con sé il tentativo di riformulare la propria esperienza nel desiderio di costruire una comunicazione con l’Altro. Grazie alla mediazione, in ambienti plurilingui questo si realizza attraverso l’esplorazione dei confini linguistici, permettendo all’apprendente di ampliare la propria visione del mondo e a maturare i concetti complementari di diversità e individualità, talvolta rivelati dall’esistenza di una lingua diversa dalla propria, talvolta dal tutt’altro che semplice tentativo di raccontare la propria a qualcun altro. Nel tentativo di comprendere quando, nella vita scolastica di un apprendente, si comincia a sviluppare la consapevolezza del concetto di diversità (linguistica), il presente contributo presenta i risultati di un’attività di mediazione condotta in tre classi di una Scuola dell’Infanzia del Comune di Verona. L’attività è stata proposta dalle autrici a seguito ad un intervento di Éveil aux langues con l’obiettivo di comprendere se e come un approccio rivolto allo sviluppo della competenza plurilingue, nell'ottica di un’educazione linguistica inclusiva, possa modificare la rappresentazione del concetto di lingua in apprendenti dai 3 ai 6 anni. L'attività di mediazione linguistica svolta e l’analisi del discorso di insegnanti e apprendenti hanno mostrato come l’esperienza di insegnamento precedente abbia fornito alla classe una «forma esterna di mediazione» (Vigotsky, 1987) per poter sviluppare concetti più astratti legati alla diversità linguistica individualmente e grazie a processi di costruzione del significato. “Uno nessuno centomila”. Exploring one’s boundaries through language mediation in pre-schoolThe diversity of current classes invites us to look at learners as real examples of teaching practices. In environments characterized by very different stories, the learning experience brings with it the attempt to reformulate one’s experience in the desire to build a communication with the Other. Thanks to mediation, in multilingual environments this is achieved through the exploration of linguistic boundaries, allowing the learner to broaden their worldview and mature the two complementary concepts of diversity and individuality, sometimes revealed by existence a language different from one’s own, sometimes from the far from simple attempt to tell your own to someone else. To understand when, in a learner’s school life, the awareness of the concept of diversity (linguistics) begins to develop, this paper presents the results of a mediation activity conducted in three classes of a Pre-primary School in the city of Verona. The activity was proposed by the authors after an Éveil aux langues activity with the aim of understanding if and how an approach which aimed at developing the plurilingual competence, in the perspective of an inclusive language education, can change the representation of the language concept in learners from 3 to 6 years. The work of linguistic mediation carried out and the discourse analysis of teachers and learners showed that the previous teaching experience provided the class with an «external form of mediation» (Vigotsky, 1987) to be able to develop more abstract concepts related to linguistic diversity individually and through processes of meaning construction.
“UNO NESSUNO CENTOMILA”. ESPLORARE I PROPRI CONFINI ATTRAVERSO LA MEDIAZIONE LINGUISTICA NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
Susana Benavente Ferrera;Alice FIORENTINO
2023-01-01
Abstract
La diversità delle classi attuali ci invita a guardare agli apprendenti come veri e propri esempi di pratiche didattiche. In ambienti caratterizzati da storie molto diverse le une dalle altre, l’apprendimento porta con sé il tentativo di riformulare la propria esperienza nel desiderio di costruire una comunicazione con l’Altro. Grazie alla mediazione, in ambienti plurilingui questo si realizza attraverso l’esplorazione dei confini linguistici, permettendo all’apprendente di ampliare la propria visione del mondo e a maturare i concetti complementari di diversità e individualità, talvolta rivelati dall’esistenza di una lingua diversa dalla propria, talvolta dal tutt’altro che semplice tentativo di raccontare la propria a qualcun altro. Nel tentativo di comprendere quando, nella vita scolastica di un apprendente, si comincia a sviluppare la consapevolezza del concetto di diversità (linguistica), il presente contributo presenta i risultati di un’attività di mediazione condotta in tre classi di una Scuola dell’Infanzia del Comune di Verona. L’attività è stata proposta dalle autrici a seguito ad un intervento di Éveil aux langues con l’obiettivo di comprendere se e come un approccio rivolto allo sviluppo della competenza plurilingue, nell'ottica di un’educazione linguistica inclusiva, possa modificare la rappresentazione del concetto di lingua in apprendenti dai 3 ai 6 anni. L'attività di mediazione linguistica svolta e l’analisi del discorso di insegnanti e apprendenti hanno mostrato come l’esperienza di insegnamento precedente abbia fornito alla classe una «forma esterna di mediazione» (Vigotsky, 1987) per poter sviluppare concetti più astratti legati alla diversità linguistica individualmente e grazie a processi di costruzione del significato. “Uno nessuno centomila”. Exploring one’s boundaries through language mediation in pre-schoolThe diversity of current classes invites us to look at learners as real examples of teaching practices. In environments characterized by very different stories, the learning experience brings with it the attempt to reformulate one’s experience in the desire to build a communication with the Other. Thanks to mediation, in multilingual environments this is achieved through the exploration of linguistic boundaries, allowing the learner to broaden their worldview and mature the two complementary concepts of diversity and individuality, sometimes revealed by existence a language different from one’s own, sometimes from the far from simple attempt to tell your own to someone else. To understand when, in a learner’s school life, the awareness of the concept of diversity (linguistics) begins to develop, this paper presents the results of a mediation activity conducted in three classes of a Pre-primary School in the city of Verona. The activity was proposed by the authors after an Éveil aux langues activity with the aim of understanding if and how an approach which aimed at developing the plurilingual competence, in the perspective of an inclusive language education, can change the representation of the language concept in learners from 3 to 6 years. The work of linguistic mediation carried out and the discourse analysis of teachers and learners showed that the previous teaching experience provided the class with an «external form of mediation» (Vigotsky, 1987) to be able to develop more abstract concepts related to linguistic diversity individually and through processes of meaning construction.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.