La pandemia, il lockdown, la crisi economica, il vissuto di questi ultimi due anni hanno per sempre cambiato le esistenze di ognuno di noi. Niente è più come prima. Giovani e meno giovani hanno vissuto direttamente o indirettamente un dramma senza precedenti. Il biennio di COVID ha comportato lutti, distanziamento fisico, disuguaglianze, sofferenze di ogni genere. Vite spezzate. Abbracci spezzati. L’economia in crisi. La distanza fisica. Il controllo sociale. I primi mesi di pandemia sono stati questo e altro. Scuole chiuse. Smart working e DAD. Difficoltà sistemiche nella riorganizzazione pratico-logistica della scuola, dell’università, della pubblica amministrazione, di interi settori produttivi e commerciali. Tutti ci siamo forzatamente riadattati a questa nuova realtà digitale e polverizzata. A pagare maggiormente le conseguenze di tutto ciò sono state le categorie sociali “tradizionalmente” escluse e messe ai margini: indigenti, anziani, migranti, disoccupati e appunto i giovani, le/gli studenti.
Il bullismo femminile a scuola. Tra disagio post-lockdown e la necessità di adottare posture epistemologiche di genere. I primi risultati di una ricerca nazionale su un fenomeno in crescita ma ancora difficile da individuare
Francesco Vittori
;Antonietta De Vita;Giuseppe Burgio
2022-01-01
Abstract
La pandemia, il lockdown, la crisi economica, il vissuto di questi ultimi due anni hanno per sempre cambiato le esistenze di ognuno di noi. Niente è più come prima. Giovani e meno giovani hanno vissuto direttamente o indirettamente un dramma senza precedenti. Il biennio di COVID ha comportato lutti, distanziamento fisico, disuguaglianze, sofferenze di ogni genere. Vite spezzate. Abbracci spezzati. L’economia in crisi. La distanza fisica. Il controllo sociale. I primi mesi di pandemia sono stati questo e altro. Scuole chiuse. Smart working e DAD. Difficoltà sistemiche nella riorganizzazione pratico-logistica della scuola, dell’università, della pubblica amministrazione, di interi settori produttivi e commerciali. Tutti ci siamo forzatamente riadattati a questa nuova realtà digitale e polverizzata. A pagare maggiormente le conseguenze di tutto ciò sono state le categorie sociali “tradizionalmente” escluse e messe ai margini: indigenti, anziani, migranti, disoccupati e appunto i giovani, le/gli studenti.File | Dimensione | Formato | |
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