Secondo la tradizionale lettura delle norme che delineano l’istituto della prescrizione, l’esigenza di certezza ad esso sottesa impone di ritenere che la decorrenza della prescrizione, in generale e con specifico riguardo al diritto al risarcimento del danno da fatto illecito, non sia impedita da impedimenti di mero fatto all’esercizio del diritto, quale l’ignoranza della situazione giuridica da parte del suo titolare. Un’evoluzione giurisprudenziale ormai consolidata, sensibile ad esigenze di tutela effettiva dell’interesse del titolare, smentisce tuttavia questo assunto, e ciò proprio in materia di risarcimento del danno, e con precipuo riferimento ai danni alla persona caratterizzati da lunga latenza nel tempo (quali, a titolo di esempio, quelli derivanti da molestie ed abusi sessuali in danno di soggetti minori di età). Le ragioni alla base di questo orientamento non sono puramente equitative e possono rinvenirsi nell’esigenza di un adeguato bilanciamento, conforme ai princìpi costituzionali, dei valori sottesi alle singole fattispecie risarcitorie. Nelle more di un intervento di riforma comunque auspicabile, più complesso è, però, ammettere un’estensione in via ermeneutica di siffatte soluzioni a tutte le azioni risarcitorie e ad altre situazioni giuridiche soggettive
La decorrenza della prescrizione nella responsabilità extracontrattuale
Stefano Troiano
2022-01-01
Abstract
Secondo la tradizionale lettura delle norme che delineano l’istituto della prescrizione, l’esigenza di certezza ad esso sottesa impone di ritenere che la decorrenza della prescrizione, in generale e con specifico riguardo al diritto al risarcimento del danno da fatto illecito, non sia impedita da impedimenti di mero fatto all’esercizio del diritto, quale l’ignoranza della situazione giuridica da parte del suo titolare. Un’evoluzione giurisprudenziale ormai consolidata, sensibile ad esigenze di tutela effettiva dell’interesse del titolare, smentisce tuttavia questo assunto, e ciò proprio in materia di risarcimento del danno, e con precipuo riferimento ai danni alla persona caratterizzati da lunga latenza nel tempo (quali, a titolo di esempio, quelli derivanti da molestie ed abusi sessuali in danno di soggetti minori di età). Le ragioni alla base di questo orientamento non sono puramente equitative e possono rinvenirsi nell’esigenza di un adeguato bilanciamento, conforme ai princìpi costituzionali, dei valori sottesi alle singole fattispecie risarcitorie. Nelle more di un intervento di riforma comunque auspicabile, più complesso è, però, ammettere un’estensione in via ermeneutica di siffatte soluzioni a tutte le azioni risarcitorie e ad altre situazioni giuridiche soggettiveI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.