Questo articolo indaga la rielaborazione concettuale da parte di Agamben della cel- ebre espressione hölderliniana “il libero uso del proprio è la cosa più difficile”, indicando nella matrice greca originaria del termine chiave, ovvero l’idion inscritto nella genealogia semantica dell’Eigenes, la possibilità di una comprensione più rad- icale dell’espressione hölderliniana. In effetti, le polarità concettuali di “proprio” e “improprio”, di “appropriazione” ed “espropriazione”, di “proprio” e “inappropri- abile”, come anche di “stile” e “maniera” attraversano tutta l’opera di Agamben, rappresentando dunque uno dei confronti più significativi tra il pensiero filosofico novecentesco e la riflessione estetica di Hölderlin. Il “segreto” del “proprio” viene individuato nell’idion, il quale attiva una costellazione semantica di grande interesse, per comprendere speculativamente la “formula” di Hölderlin. Grazie alla mediazione poetologica di Zanzotto, si comprendere che la verità della riflessione hölderlinia- na – e l’uso fattone da Agamben – punta verso una comprensione filosofica della dimensione idiomatica del linguaggio.
Hölderlin/Agamben: l’appropriazione poetica del linguaggio
Porceddu Cilione Pier Alberto
2021-01-01
Abstract
Questo articolo indaga la rielaborazione concettuale da parte di Agamben della cel- ebre espressione hölderliniana “il libero uso del proprio è la cosa più difficile”, indicando nella matrice greca originaria del termine chiave, ovvero l’idion inscritto nella genealogia semantica dell’Eigenes, la possibilità di una comprensione più rad- icale dell’espressione hölderliniana. In effetti, le polarità concettuali di “proprio” e “improprio”, di “appropriazione” ed “espropriazione”, di “proprio” e “inappropri- abile”, come anche di “stile” e “maniera” attraversano tutta l’opera di Agamben, rappresentando dunque uno dei confronti più significativi tra il pensiero filosofico novecentesco e la riflessione estetica di Hölderlin. Il “segreto” del “proprio” viene individuato nell’idion, il quale attiva una costellazione semantica di grande interesse, per comprendere speculativamente la “formula” di Hölderlin. Grazie alla mediazione poetologica di Zanzotto, si comprendere che la verità della riflessione hölderlinia- na – e l’uso fattone da Agamben – punta verso una comprensione filosofica della dimensione idiomatica del linguaggio.File | Dimensione | Formato | |
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