L’espressione “quarta rivoluzione industriale”, che suona ormai come una sorta di mantra, viene usata per riferirsi alla trasformazione tecnologica guidata dalla digitalizzazione che sta ridisegnando l’intera organizzazione e divisione del lavoro lungo catene globali del valore e che sta così ridefinendo i tradizionali confini dell’impresa, nelle sue relazioni con i lavoratori, i clienti, la sfera privata, il servizio pubblico, la società civile, ecc. Si tratta di un processo di trasformazione del mondo del lavoro, e della vita sociale più in generale, che si basa sulla diffusione e l’ampliamento delle tecnologie digitali di rete, quali ad esempio internet of things, big-data analytics, intelligenza artificiale, cloud computing, additive-manufacturing, smart-manufacturing, automazione intelligente, fino alle tecnologie indossabili e alle interfacce vocali, che sono fortemente impattanti sui nostri modi di essere e fare. In questo quadro, in cui gli esiti del cambiamento non sono ancora chiari, l’azione pubblica e quella delle parti sociali, attraverso il disegno della politica industriale ed economica, gioca un ruolo chiave nell’assicurare o meno la sostenibilità sociale del cambiamento e la più o meno equa distribuzione di costi e benefici, come del resto l’origine politica del termine “Industria 4.0” ci ricorda. Infine, occorre sottolineare che, nonostante il termine “rivoluzione” sottolinei la dimensione di cesura, diversi studi evidenzino come la fase attuale abbia importanti punti di continuità con il taylorfordismo e il JIT/TQM. La sociologia del lavoro è quindi chiamata ad adottare letture complesse in grado di cogliere non solo le peculiarità dell’attuale fase di transizione calate nei contesti di ricerca.

Qualità del lavoro nella quarta rivoluzione industriale

Carreri Anna
;
Gosetti Giorgio
;
2022-01-01

Abstract

L’espressione “quarta rivoluzione industriale”, che suona ormai come una sorta di mantra, viene usata per riferirsi alla trasformazione tecnologica guidata dalla digitalizzazione che sta ridisegnando l’intera organizzazione e divisione del lavoro lungo catene globali del valore e che sta così ridefinendo i tradizionali confini dell’impresa, nelle sue relazioni con i lavoratori, i clienti, la sfera privata, il servizio pubblico, la società civile, ecc. Si tratta di un processo di trasformazione del mondo del lavoro, e della vita sociale più in generale, che si basa sulla diffusione e l’ampliamento delle tecnologie digitali di rete, quali ad esempio internet of things, big-data analytics, intelligenza artificiale, cloud computing, additive-manufacturing, smart-manufacturing, automazione intelligente, fino alle tecnologie indossabili e alle interfacce vocali, che sono fortemente impattanti sui nostri modi di essere e fare. In questo quadro, in cui gli esiti del cambiamento non sono ancora chiari, l’azione pubblica e quella delle parti sociali, attraverso il disegno della politica industriale ed economica, gioca un ruolo chiave nell’assicurare o meno la sostenibilità sociale del cambiamento e la più o meno equa distribuzione di costi e benefici, come del resto l’origine politica del termine “Industria 4.0” ci ricorda. Infine, occorre sottolineare che, nonostante il termine “rivoluzione” sottolinei la dimensione di cesura, diversi studi evidenzino come la fase attuale abbia importanti punti di continuità con il taylorfordismo e il JIT/TQM. La sociologia del lavoro è quindi chiamata ad adottare letture complesse in grado di cogliere non solo le peculiarità dell’attuale fase di transizione calate nei contesti di ricerca.
2022
qualità del lavoro, digitalizzazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1056796
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