La presente tesi di dottorato si propone di descrivere il contributo performativo e divistico delle attrici Luisa Ferida (1914-1945) e Lilia Silvi (1921-2013) nel contesto del cinema sonoro italiano degli anni del regime, al fine di contribuire alla mappatura delle stelle femminili attive nel periodo cinematografico in oggetto. La tesi, di carattere compilativo, adotta una prospettiva monografica, puntando a un’analisi intensiva delle due attrici che assume come oggetto di studio l’evoluzione delle rispettive immagini divistiche e del percorso attoriale, con conseguenti riferimenti alle eventuali variazioni semantiche che i personaggi incarnati registrano nel corso delle rispettive carriere. L’obiettivo è quello di produrre uno studio accurato delle due figure che sia in grado di enuclearne le varie specificità, al fine di superare un approccio – particolarmente “frequentato” dalla letteratura che indaga le personalità femminili degli schermi di regime – che organizza a priori la materia (le attrici) in base alla loro collocabilità in termini di modello femminile proposto. La tesi si struttura in quattro capitoli, di cui il primo di natura introduttiva. Nell’introduzione presentiamo il tema della nostra ricerca e anticipiamo gli strumenti del nostro lavoro (tra cui spiccano, per importanza, i testi filmici e i rotocalchi di cinema e di costume da noi spogliati), tentando una breve ricognizione sullo stato dell’arte. Nel primo capitolo, muovendo dalla considerazione di Vito Zagarrio relativa alle grandi contraddizioni che caratterizzano l’organizzazione della cinematografia in epoca di regime, introduciamo nella nostra trattazione alcuni dei discorsi più interessanti e utili a far luce sul clima generale che il governo da una parte e la critica dall’altra restituiscono riguardo a questioni di fondamentale importanza quali l’elemento propagandistico, l’emulazione del modello produttivo ed estetico americano e la questione del divismo. Il secondo capitolo si concentra in particolar modo sulla questione femminile, proponendo una riflessione sulla consistenza dell’immagine che il fascismo e il cinema hanno tentato, rispettivamente, di promuovere e veicolare. La questione del divismo, già affrontata nel capitolo precedente, viene qui sviluppata nella specificità del caso femminile. Il terzo capitolo, infine, costituisce il cuore centrale della nostra tesi: in esso entriamo nel merito del contributo performativo e divistico delle attrici Luisa Ferida e Lilia Silvi. Partendo da alcune considerazioni sull’importanza da noi attribuita ai casi di studio nell’approccio all’indagine del cinema italiano degli anni del regime, il capitolo procede a un’analisi che tiene in considerazione il corso cronologico degli eventi o, quando ritenuto più opportuno, organizza la materia attorno alle caratteristiche centrali delle due interpreti. Il capitolo si suddivide a sua volta in due parti centrali, dedicate rispettivamente alle due attrici, per poi proporre una conclusione complessiva che coinvolge, riassumendoli, gli elementi principali delle due figure divistiche e dei relativi percorsi attoriali.

Donne, attrici, dive: Luisa Ferida e Lilia Silvi sugli schermi dell’Italia fascista

Paola Zeni
2021-01-01

Abstract

La presente tesi di dottorato si propone di descrivere il contributo performativo e divistico delle attrici Luisa Ferida (1914-1945) e Lilia Silvi (1921-2013) nel contesto del cinema sonoro italiano degli anni del regime, al fine di contribuire alla mappatura delle stelle femminili attive nel periodo cinematografico in oggetto. La tesi, di carattere compilativo, adotta una prospettiva monografica, puntando a un’analisi intensiva delle due attrici che assume come oggetto di studio l’evoluzione delle rispettive immagini divistiche e del percorso attoriale, con conseguenti riferimenti alle eventuali variazioni semantiche che i personaggi incarnati registrano nel corso delle rispettive carriere. L’obiettivo è quello di produrre uno studio accurato delle due figure che sia in grado di enuclearne le varie specificità, al fine di superare un approccio – particolarmente “frequentato” dalla letteratura che indaga le personalità femminili degli schermi di regime – che organizza a priori la materia (le attrici) in base alla loro collocabilità in termini di modello femminile proposto. La tesi si struttura in quattro capitoli, di cui il primo di natura introduttiva. Nell’introduzione presentiamo il tema della nostra ricerca e anticipiamo gli strumenti del nostro lavoro (tra cui spiccano, per importanza, i testi filmici e i rotocalchi di cinema e di costume da noi spogliati), tentando una breve ricognizione sullo stato dell’arte. Nel primo capitolo, muovendo dalla considerazione di Vito Zagarrio relativa alle grandi contraddizioni che caratterizzano l’organizzazione della cinematografia in epoca di regime, introduciamo nella nostra trattazione alcuni dei discorsi più interessanti e utili a far luce sul clima generale che il governo da una parte e la critica dall’altra restituiscono riguardo a questioni di fondamentale importanza quali l’elemento propagandistico, l’emulazione del modello produttivo ed estetico americano e la questione del divismo. Il secondo capitolo si concentra in particolar modo sulla questione femminile, proponendo una riflessione sulla consistenza dell’immagine che il fascismo e il cinema hanno tentato, rispettivamente, di promuovere e veicolare. La questione del divismo, già affrontata nel capitolo precedente, viene qui sviluppata nella specificità del caso femminile. Il terzo capitolo, infine, costituisce il cuore centrale della nostra tesi: in esso entriamo nel merito del contributo performativo e divistico delle attrici Luisa Ferida e Lilia Silvi. Partendo da alcune considerazioni sull’importanza da noi attribuita ai casi di studio nell’approccio all’indagine del cinema italiano degli anni del regime, il capitolo procede a un’analisi che tiene in considerazione il corso cronologico degli eventi o, quando ritenuto più opportuno, organizza la materia attorno alle caratteristiche centrali delle due interpreti. Il capitolo si suddivide a sua volta in due parti centrali, dedicate rispettivamente alle due attrici, per poi proporre una conclusione complessiva che coinvolge, riassumendoli, gli elementi principali delle due figure divistiche e dei relativi percorsi attoriali.
2021
divismo, attorialità, fascismo, donne
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Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1049593
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