Tra Otto e Novecento nella lirica italiana, accanto ad un mutamento morfologico e lessicale della lingua poetica, si assiste ad una trasformazione dei modi tradizionali di costruzione sintattica e testuale. Negli anni a cavaliere tra i due secoli, i poeti tendono con maggiore frequenza rispetto al passato a comporre il testo con forme e moduli che lo rendono discontinuo e frammentario nella coesione e nella coerenza. Lo studio, condotto su un corpus di testi scritti nell’arco temporale considerato, pone allora l’attenzione su uno di questi moduli sintattico-testuali, ovvero le strutture parentetiche, analizzando i rapporti metrici, sintattici e semantici che tali strutture intrattengono con i versi del componimento che le ospita. È possibile così rilevare come l’inciso sortisca effetti differenti a seconda del rapporto in cui si pone con il metro della lirica, o in relazione al luogo in cui interrompe la linea sintattica. Si nota inoltre come esso si ponga in una prospettiva di appartenenza o meno al componimento a seconda del grado di libertà grammaticale e semantica che sviluppa rispetto al co-testo. I dati che emergono dallo studio del corpus sono messi a confronto con quelli relativi agli incisi di testi scapigliati e crepuscolari, al fine di poter cogliere in una prospettiva diacronica le evoluzioni dell’uso. Si osserva allora una crescente consapevolezza che accompagna la presenza dell’inciso e si delinea una preferenza dei poeti ad utilizzare sempre più le strutture parentetiche come elementi indipendenti, in grado di portare in seno alla lirica vettori di istanti autonomi.

Le strutture parentetiche nella lirica italiana tra Otto e Novecento

Zoccarato, Giovanna
2015-01-01

Abstract

Tra Otto e Novecento nella lirica italiana, accanto ad un mutamento morfologico e lessicale della lingua poetica, si assiste ad una trasformazione dei modi tradizionali di costruzione sintattica e testuale. Negli anni a cavaliere tra i due secoli, i poeti tendono con maggiore frequenza rispetto al passato a comporre il testo con forme e moduli che lo rendono discontinuo e frammentario nella coesione e nella coerenza. Lo studio, condotto su un corpus di testi scritti nell’arco temporale considerato, pone allora l’attenzione su uno di questi moduli sintattico-testuali, ovvero le strutture parentetiche, analizzando i rapporti metrici, sintattici e semantici che tali strutture intrattengono con i versi del componimento che le ospita. È possibile così rilevare come l’inciso sortisca effetti differenti a seconda del rapporto in cui si pone con il metro della lirica, o in relazione al luogo in cui interrompe la linea sintattica. Si nota inoltre come esso si ponga in una prospettiva di appartenenza o meno al componimento a seconda del grado di libertà grammaticale e semantica che sviluppa rispetto al co-testo. I dati che emergono dallo studio del corpus sono messi a confronto con quelli relativi agli incisi di testi scapigliati e crepuscolari, al fine di poter cogliere in una prospettiva diacronica le evoluzioni dell’uso. Si osserva allora una crescente consapevolezza che accompagna la presenza dell’inciso e si delinea una preferenza dei poeti ad utilizzare sempre più le strutture parentetiche come elementi indipendenti, in grado di portare in seno alla lirica vettori di istanti autonomi.
2015
Stilistica e Metrica, Parentesi, Letteratura Italiana
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