Il primo catalogo sistematico dell’opera di Giovanni Bonconsiglio detto il Marescalco assomma circa quaranta numeri, ma comprende solo due ritratti sicuri. È firmato solo quello ritenuto l’Autoritratto della Pinacoteca Capitolina in Roma databile alla metà degli anni Novanta del Quattrocento A questo è stato aggiunto il Ritratto di giovane donna al leggìo già in collezione privata romana. Il taglio di scorcio ha fatto supporre che in origine appartenesse alla decorazione di un soffitto. Si potrebbe dedurre un valore “allegorico” che la perdita del contesto rende ancora sfuggente. Forse apparteneva alla rappresentazione delle Arti del trivio. Si aggiungono a questi due esempi solo i ritratti degli offerenti nei dipinti devozionali, i quali hanno ovviamente altri caratteri tipologici. Le attribuzioni di ritratti proposte in passato come appartenenti a Bonconsiglio, ma destinate a non essere convalidate, attingono ai cataloghi dei pittori legati a Giovanni Bellini o a quello di Lorenzo Lotto. In questa situazione di rare, difformi o incerte attestazioni assume un particolare interesse la proposta di attribuire a Bonconsiglio il Ritratto di giovane donna con liuto comparso nell’antologia di ritratti “neogiorgioneschi” della mostra veneziana dedicata nel 1955 a Giorgione. Se ne accerta la provenienza dalla Collezione Manfrin di Venezia nel cui catalogo del 1856 è registrato come opera di Palma il Vecchio; passò quindi in collezioni del Regno Unito. Lo stile e i caratteri del costume alla moda consentono una datazione che si avvicina al 1520. Il pittore dimostra di accogliere anche in tale momento con una misura del tutto personale i caratteri “effusivi” della pittura tonale, quelli più conformi all’eredità di Giorgione o al modello di Tiziano. Tale aspetto si coglie anche nel paesaggio di fondo, il cui respiro trova pochi confronti nel catalogo del Marescalco. Il nobile a cavallo e palafreniere ricorre altre volte nella sua opera ed è un elemento di modernità cortese anche per il ricco costume esibito. Valga per tutti il confronto con lo sfondo popolato della pala dedicata a santa Caterina del Duomo di Montagnana o della tela di Aristotile e Fillide delle raccolte del Castello Reale di Wawel a Cracovia. Il ritratto restituito al pittore vicentino aiuta a focalizzarne la fase stilistica attorno al 1520 e fa ritenere meno scontato il verdetto sul suo declino in vecchiaia.
Per Giovanni Bonconsiglio ritrattista
Giorgio Fossaluzza
2015-01-01
Abstract
Il primo catalogo sistematico dell’opera di Giovanni Bonconsiglio detto il Marescalco assomma circa quaranta numeri, ma comprende solo due ritratti sicuri. È firmato solo quello ritenuto l’Autoritratto della Pinacoteca Capitolina in Roma databile alla metà degli anni Novanta del Quattrocento A questo è stato aggiunto il Ritratto di giovane donna al leggìo già in collezione privata romana. Il taglio di scorcio ha fatto supporre che in origine appartenesse alla decorazione di un soffitto. Si potrebbe dedurre un valore “allegorico” che la perdita del contesto rende ancora sfuggente. Forse apparteneva alla rappresentazione delle Arti del trivio. Si aggiungono a questi due esempi solo i ritratti degli offerenti nei dipinti devozionali, i quali hanno ovviamente altri caratteri tipologici. Le attribuzioni di ritratti proposte in passato come appartenenti a Bonconsiglio, ma destinate a non essere convalidate, attingono ai cataloghi dei pittori legati a Giovanni Bellini o a quello di Lorenzo Lotto. In questa situazione di rare, difformi o incerte attestazioni assume un particolare interesse la proposta di attribuire a Bonconsiglio il Ritratto di giovane donna con liuto comparso nell’antologia di ritratti “neogiorgioneschi” della mostra veneziana dedicata nel 1955 a Giorgione. Se ne accerta la provenienza dalla Collezione Manfrin di Venezia nel cui catalogo del 1856 è registrato come opera di Palma il Vecchio; passò quindi in collezioni del Regno Unito. Lo stile e i caratteri del costume alla moda consentono una datazione che si avvicina al 1520. Il pittore dimostra di accogliere anche in tale momento con una misura del tutto personale i caratteri “effusivi” della pittura tonale, quelli più conformi all’eredità di Giorgione o al modello di Tiziano. Tale aspetto si coglie anche nel paesaggio di fondo, il cui respiro trova pochi confronti nel catalogo del Marescalco. Il nobile a cavallo e palafreniere ricorre altre volte nella sua opera ed è un elemento di modernità cortese anche per il ricco costume esibito. Valga per tutti il confronto con lo sfondo popolato della pala dedicata a santa Caterina del Duomo di Montagnana o della tela di Aristotile e Fillide delle raccolte del Castello Reale di Wawel a Cracovia. Il ritratto restituito al pittore vicentino aiuta a focalizzarne la fase stilistica attorno al 1520 e fa ritenere meno scontato il verdetto sul suo declino in vecchiaia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.