Lo stato di emergenza scatenato dal Covid-19 ha avuto conseguenze su tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana, rivoluzionando le nostre abitudini relazionali, nonché le attività e le consuetudini che caratterizzavano le nostre giornate. Una delle misure di contenimento del rischio di contagio del virus ha richiesto la sospensione improvvisa della didattica in presenza, imponendo la riorganizzazione delle forme di insegnamento. Ci si è trovati così a dover fronteggiare la necessità di reinventare da un giorno all’altro le modalità dell’insegnare. In questa fase, il supporto della tecnologia si è rivelato essenziale, catapultando il mondo della scuola e dell’università nella dimensione della didattica a distanza. Se la tecnologia ha rappresentato uno strumento fondamentale per far fronte all’emergenza, tuttavia ha anche messo in evidenza alcune criticità, legate perlopiù al disagio e al malessere emotivo e all’accentuarsi di distanze sociali e di difficoltà relazionali. Nell’università questa esperienza ha messo in discussione alcune pratiche consolidate legate alla modalità della lezione accademica, offrendo l’opportunità a docenti e studenti un’occasione per innovare e innovarsi in nuovi percorsi e processi. Al tempo stesso, però, la mancanza di una presenza (acuita dal lockdown) ha messo in crisi la relazione tra gli attori del processo stesso, sia in termini verticali tra docenti e studenti, sia orizzontalmente, tra pari. In uno scenario così connotato, in cui la forma dell’e-learning veniva fortemente sovrascritta dall’impatto di una pandemia epocale e dalla sensazione di precarietà e insicurezza, ogni punto di riferimento è saltato. La possibilità di “connettersi” come unica forma relazionale ha de-configurato i ritmi temporali e la separazione tra pubblico e privato; è stato chiesto ai soggetti coinvolti di sostare nell’esperienza dissonante di una separazione fisica radicale e di subire (e agire) un’intrusione dell’occhio dell’altro nell’intimo delle loro vite. Di fronte alla complessità di questa esperienza, ci siamo chieste come studentesse e studenti abbiano vissuto lo spazio didattico a distanza, in termini di benessere ed efficacia. A tal fine abbiamo strutturato un’indagine esplorativa mixed method, coniugando modalità di ricerca qualitativa e quantitativa, al fine di esplorare il benessere personale e relazionale e la capacità di coping di un campione di studenti universitari. La nostra domanda di ricerca mira a delineare come gli studenti hanno fatto fronte al cambiamento della didattica e grazie a quali strategie di coping sono riusciti a mantenere una relazione significativa, essenziale per il processo d’apprendimento e per il loro benessere, sia con i docenti sia con i loro compagni di corso. La ricerca prevede l’utilizzo di tre strumenti: interviste di gruppo, alle quali hanno partecipato 100 studenti, racconti autobiografici realizzati da 100 studenti e la compilazione di un questionario da parte di 200 studenti. Viste le incertezze circa il futuro della ripresa delle lezioni in presenza, il nostro studio pur essendo esplorativo può dare delle indicazioni per approfondimenti e ricerche successive, per trasformare un evento che ha evidenziato come la fragilità e la vulnerabilità siano elementi della vita quotidiana delle persone, in un’opportunità di crescita e di sostegno del benessere emotivo e personale.
Connessi ma isolati. Uno studio esplorativo sulla didattica a distanza e il benessere personale e relazionale degli studenti universitari durante l’emergenza Covid 19.
Sabrina Berlanda
;Federica de Cordova;Giuseppina Messetti
2020-01-01
Abstract
Lo stato di emergenza scatenato dal Covid-19 ha avuto conseguenze su tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana, rivoluzionando le nostre abitudini relazionali, nonché le attività e le consuetudini che caratterizzavano le nostre giornate. Una delle misure di contenimento del rischio di contagio del virus ha richiesto la sospensione improvvisa della didattica in presenza, imponendo la riorganizzazione delle forme di insegnamento. Ci si è trovati così a dover fronteggiare la necessità di reinventare da un giorno all’altro le modalità dell’insegnare. In questa fase, il supporto della tecnologia si è rivelato essenziale, catapultando il mondo della scuola e dell’università nella dimensione della didattica a distanza. Se la tecnologia ha rappresentato uno strumento fondamentale per far fronte all’emergenza, tuttavia ha anche messo in evidenza alcune criticità, legate perlopiù al disagio e al malessere emotivo e all’accentuarsi di distanze sociali e di difficoltà relazionali. Nell’università questa esperienza ha messo in discussione alcune pratiche consolidate legate alla modalità della lezione accademica, offrendo l’opportunità a docenti e studenti un’occasione per innovare e innovarsi in nuovi percorsi e processi. Al tempo stesso, però, la mancanza di una presenza (acuita dal lockdown) ha messo in crisi la relazione tra gli attori del processo stesso, sia in termini verticali tra docenti e studenti, sia orizzontalmente, tra pari. In uno scenario così connotato, in cui la forma dell’e-learning veniva fortemente sovrascritta dall’impatto di una pandemia epocale e dalla sensazione di precarietà e insicurezza, ogni punto di riferimento è saltato. La possibilità di “connettersi” come unica forma relazionale ha de-configurato i ritmi temporali e la separazione tra pubblico e privato; è stato chiesto ai soggetti coinvolti di sostare nell’esperienza dissonante di una separazione fisica radicale e di subire (e agire) un’intrusione dell’occhio dell’altro nell’intimo delle loro vite. Di fronte alla complessità di questa esperienza, ci siamo chieste come studentesse e studenti abbiano vissuto lo spazio didattico a distanza, in termini di benessere ed efficacia. A tal fine abbiamo strutturato un’indagine esplorativa mixed method, coniugando modalità di ricerca qualitativa e quantitativa, al fine di esplorare il benessere personale e relazionale e la capacità di coping di un campione di studenti universitari. La nostra domanda di ricerca mira a delineare come gli studenti hanno fatto fronte al cambiamento della didattica e grazie a quali strategie di coping sono riusciti a mantenere una relazione significativa, essenziale per il processo d’apprendimento e per il loro benessere, sia con i docenti sia con i loro compagni di corso. La ricerca prevede l’utilizzo di tre strumenti: interviste di gruppo, alle quali hanno partecipato 100 studenti, racconti autobiografici realizzati da 100 studenti e la compilazione di un questionario da parte di 200 studenti. Viste le incertezze circa il futuro della ripresa delle lezioni in presenza, il nostro studio pur essendo esplorativo può dare delle indicazioni per approfondimenti e ricerche successive, per trasformare un evento che ha evidenziato come la fragilità e la vulnerabilità siano elementi della vita quotidiana delle persone, in un’opportunità di crescita e di sostegno del benessere emotivo e personale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.