Una dettagliata analisi di alcune pagine dell’Istoria della città di Verona di Alessandro Carli, del 1796, consente di ricostruire la campagna decorativa promossa dai Carraresi, signori di Verona tra il 1404 e il 1405, nei palazzi scaligeri. Gli interventi figurativi, databili dopo il maggio 1404, coinvolsero una parte del palazzo scaligero di Santa Maria Antica e di Castelvecchio; riguardarono gli ambienti di rappresentanza e di abitazione privata e furono voluti per rimuovere le insegne viscontee e appropriarsi degli spazi di potere legittimandosi visivamente attraverso l’esibizione dei propri stemmi dipinti. I soggetti prescelti, in linea con i tradizionali repertori vegetali e geometrici – fregi con tralci fogliacei, boschetti con alberi di diverse specie, scene di caccia o di svaghi nobiliari, motivi dipinti simulanti tappezzerie –, mostrano una notevole continuità con le precedenti decorazioni della corte scaligera, secondo schemi figurativi ampiamente diffusi in contesti signorili e residenziali dell’Italia Settentrionale e Centrale. Le pagine di Carli elencano i nomi dei pittori chiamati dai Carraresi e per alcuni di essi è possibile effettuare puntuali riscontri anagrafici nelle fonti d’archivio: tra questi, Antonio Guarnerio di Padova, decoratore e miniatore, e Jacopo da Verona, allievo di Altichiero, attivo a Padova negli anni Novanta del Trecento e capofila della bottega in cui probabilmente si formò Giovanni Badile. Le pagine di Carli restituiscono quindi la memoria di un episodio finora poco considerato, capace di aprire nuove piste di ricerca sulla pittura veronese e padovana all’alba del XV secolo.
I Carraresi e le pitture perdute nei palazzi scaligeri di Verona: propaganda dinastica, repertori decorativi e botteghe di pittori di corte all’alba del XV secolo
PICCOLI F.
2019-01-01
Abstract
Una dettagliata analisi di alcune pagine dell’Istoria della città di Verona di Alessandro Carli, del 1796, consente di ricostruire la campagna decorativa promossa dai Carraresi, signori di Verona tra il 1404 e il 1405, nei palazzi scaligeri. Gli interventi figurativi, databili dopo il maggio 1404, coinvolsero una parte del palazzo scaligero di Santa Maria Antica e di Castelvecchio; riguardarono gli ambienti di rappresentanza e di abitazione privata e furono voluti per rimuovere le insegne viscontee e appropriarsi degli spazi di potere legittimandosi visivamente attraverso l’esibizione dei propri stemmi dipinti. I soggetti prescelti, in linea con i tradizionali repertori vegetali e geometrici – fregi con tralci fogliacei, boschetti con alberi di diverse specie, scene di caccia o di svaghi nobiliari, motivi dipinti simulanti tappezzerie –, mostrano una notevole continuità con le precedenti decorazioni della corte scaligera, secondo schemi figurativi ampiamente diffusi in contesti signorili e residenziali dell’Italia Settentrionale e Centrale. Le pagine di Carli elencano i nomi dei pittori chiamati dai Carraresi e per alcuni di essi è possibile effettuare puntuali riscontri anagrafici nelle fonti d’archivio: tra questi, Antonio Guarnerio di Padova, decoratore e miniatore, e Jacopo da Verona, allievo di Altichiero, attivo a Padova negli anni Novanta del Trecento e capofila della bottega in cui probabilmente si formò Giovanni Badile. Le pagine di Carli restituiscono quindi la memoria di un episodio finora poco considerato, capace di aprire nuove piste di ricerca sulla pittura veronese e padovana all’alba del XV secolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.