The theme of the artistic representation of the prison and religiosity inside the prison in the Middle Ages is a new research topic, which has so far lacked adequate consideration in the study of the history of Italian art. This paper, based on analysis of more than fifty works painted and illuminated in Northern Italy in the fourteenth century, shows that, at the time, the image of the prison occupies well-defined areas of artistic representation. On the one hand, it is functional to the narrative of biblical and hagiographic episodes connecting to the lives of the martyrs, which are intended for the glorification of God's saving power and heroism of the early Christian saints; on the other hand, the naturalism of the works painted and illuminated suggests the concrete aspect of the buildings of the prisons, of the custodial staff, of the instruments of imprisonment. The condition of the prisoners is hard, tiring, and, similarly to other social groups ‘on the edges’ (the poor, the pilgrims and the sick), characterized by a marginal condition, so in need of spiritual and material support. The society and the brotherhoods are therefore depicted as offering aid and comfort to the prisoners, in fulfillment of the Gospel precept of the Works of Mercy.

Il tema della rappresentazione artistica della prigione e della religiosità al suo interno in epoca medievale è un argomento di ricerca nuovo, che non ha finora goduto di adeguata considerazione nell’ambito degli storiografia storico-artistica italiana. Il contributo, fondato sull’analisi di oltre cinquanta opere dipinte e miniate nell’Italia Settentrionale del XIV secolo, evidenzia come a quel tempo l’immagine della prigione fosse ben presente e occupasse spazi di rappresentazione artistica definiti. Da una parte, essa appare funzionale alla narrazione di episodi biblici e agiografici legati alle vite dei martiri, che hanno come fine l’esaltazione della potenza salvifica di Dio e dell’eroismo dei primi santi cristiani; dall’altra parte, il naturalismo dell’arte del Trecento lascia intuire la variegata realtà degli edifici delle prigioni, del personale di custodia, degli strumenti materiali utilizzati nel corso della carcerazione. La condizione dei prigionieri appare dura, faticosa e, analogamente a quella di altre categorie sociali ‘diminuite’ (poveri, pellegrini, infermi), connotata da una condizione di marginalità, bisognosa quindi di supporto materiale e spirituale. La ‘società dei liberi’ è di conseguenza raffigurata mentre offre aiuto e conforto ai detenuti, in adempimento del precetto evangelico delle Opere di Misericordia.

Immagini di religiosità e devozione in prigione nella cultura figurativa dell’Italia Settentrionale nel XIV secolo

Piccoli F.
2015-01-01

Abstract

The theme of the artistic representation of the prison and religiosity inside the prison in the Middle Ages is a new research topic, which has so far lacked adequate consideration in the study of the history of Italian art. This paper, based on analysis of more than fifty works painted and illuminated in Northern Italy in the fourteenth century, shows that, at the time, the image of the prison occupies well-defined areas of artistic representation. On the one hand, it is functional to the narrative of biblical and hagiographic episodes connecting to the lives of the martyrs, which are intended for the glorification of God's saving power and heroism of the early Christian saints; on the other hand, the naturalism of the works painted and illuminated suggests the concrete aspect of the buildings of the prisons, of the custodial staff, of the instruments of imprisonment. The condition of the prisoners is hard, tiring, and, similarly to other social groups ‘on the edges’ (the poor, the pilgrims and the sick), characterized by a marginal condition, so in need of spiritual and material support. The society and the brotherhoods are therefore depicted as offering aid and comfort to the prisoners, in fulfillment of the Gospel precept of the Works of Mercy.
2015
Italia Settentrionale
pittura
xiv secolo
prigione
Il tema della rappresentazione artistica della prigione e della religiosità al suo interno in epoca medievale è un argomento di ricerca nuovo, che non ha finora goduto di adeguata considerazione nell’ambito degli storiografia storico-artistica italiana. Il contributo, fondato sull’analisi di oltre cinquanta opere dipinte e miniate nell’Italia Settentrionale del XIV secolo, evidenzia come a quel tempo l’immagine della prigione fosse ben presente e occupasse spazi di rappresentazione artistica definiti. Da una parte, essa appare funzionale alla narrazione di episodi biblici e agiografici legati alle vite dei martiri, che hanno come fine l’esaltazione della potenza salvifica di Dio e dell’eroismo dei primi santi cristiani; dall’altra parte, il naturalismo dell’arte del Trecento lascia intuire la variegata realtà degli edifici delle prigioni, del personale di custodia, degli strumenti materiali utilizzati nel corso della carcerazione. La condizione dei prigionieri appare dura, faticosa e, analogamente a quella di altre categorie sociali ‘diminuite’ (poveri, pellegrini, infermi), connotata da una condizione di marginalità, bisognosa quindi di supporto materiale e spirituale. La ‘società dei liberi’ è di conseguenza raffigurata mentre offre aiuto e conforto ai detenuti, in adempimento del precetto evangelico delle Opere di Misericordia.
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