Drawing on the longstanding geographical and social debate on the relationship between space, power and politics, the paper reflects on the interactions of space, body and politics in the construction, (re)appropriation and (re)signification of public space by non-dominant social groups, through practices of socio-spatial contestation. The empirical focus is «Verona Transfeminist City», an international social protest held in Verona in March 2019, which culminated in a march across the city, in opposition to the World Congress of Families that Verona was hosting in the same days. Through the metaphor of «crossing» and «transition» encapsulated by the prefix «trans-», the paper sheds light on the processes of trans-formation of the urban space activated by trans-feminist collective practices of protest. In particular, we show how, in the analysed case, the (albeit temporary) subversion of the symbolic reproduction of power in the urban space is made possible by the spatialization of specific embodied and symbolic practices, notably, walking together. This is seen as a political practice that connects and transforms real and symbolic spaces of the city, proposing trajectories of meaning through the expression of dissent. This paper engages «urban critical theory», the «feminist critique» and «non representational theory» to show how bodies-in-motion spatialize practices of material and symbolic appropriation of the public space, becoming co-producers of inclusive urban spaces.

Attingendo al consolidato dibattito geografico e sociale sul rapporto tra spazio, potere e politica, il presente contributo riflette sulla relazione tra spazio, corpo e politica nella costruzione, (ri)appropriazione e (ri)significazione dello spazio pubblico da parte di gruppi sociali non dominanti, attraverso pratiche socio-spaziali di contestazione. Il caso di studio è Verona Città Transfemminista, una manifestazione internazionale che si è tenuta a Verona nel marzo 2019, culminata in un corteo che ha attraversato tutta la città, in opposizione al Congresso mondiale delle famiglie che Verona ha ospitato negli stessi giorni. Tramite la metafora dell’attraversamento che si addensa sul prefisso «trans-», questo intervento mette in evidenza i processi di trans-formazione dello spazio urbano attivati da pratiche corporee collettive trans-femministe di protesta. In particolare, intendiamo mostrare, come nel caso preso in esame, il sovvertimento (seppur temporaneo) della riproduzione simbolica del potere nello spazio urbano sia reso possibile dalla spazializzazione di alcune pratiche corporee e simboliche, prima fra tutte il camminare insieme, visto come pratica politica che lega e trasforma spazi reali e simbolici e che propone traiettorie di senso attraverso l’espressione del dissenso. Contribuendo ai dibattiti teorici della «teoria critica urbana» e della «critica femminista» che si intrecciano con la «non representational theory», il contributo mette in evidenza come i corpi in movimento diventino strumento di appropriazione materiale e simbolica dello spazio pubblico e (co-)produttori di spazi urbani inclusivi.

“Movimenti” femministi di dissenso e spazi in trans-formazione: Verona Città Transfemminista,

Zara, Cristiana
;
Martinelli, Caterina;De Vita, Antonia
2020-01-01

Abstract

Drawing on the longstanding geographical and social debate on the relationship between space, power and politics, the paper reflects on the interactions of space, body and politics in the construction, (re)appropriation and (re)signification of public space by non-dominant social groups, through practices of socio-spatial contestation. The empirical focus is «Verona Transfeminist City», an international social protest held in Verona in March 2019, which culminated in a march across the city, in opposition to the World Congress of Families that Verona was hosting in the same days. Through the metaphor of «crossing» and «transition» encapsulated by the prefix «trans-», the paper sheds light on the processes of trans-formation of the urban space activated by trans-feminist collective practices of protest. In particular, we show how, in the analysed case, the (albeit temporary) subversion of the symbolic reproduction of power in the urban space is made possible by the spatialization of specific embodied and symbolic practices, notably, walking together. This is seen as a political practice that connects and transforms real and symbolic spaces of the city, proposing trajectories of meaning through the expression of dissent. This paper engages «urban critical theory», the «feminist critique» and «non representational theory» to show how bodies-in-motion spatialize practices of material and symbolic appropriation of the public space, becoming co-producers of inclusive urban spaces.
2020
transfeminism, collective embodied practices, urban space trans-formation
transfemminismo, pratiche corporee collettive, trans-formazione dello spazio urbano
transféminisme, pratiques corporelles collectives, trans-formation de l’espace urbain
Attingendo al consolidato dibattito geografico e sociale sul rapporto tra spazio, potere e politica, il presente contributo riflette sulla relazione tra spazio, corpo e politica nella costruzione, (ri)appropriazione e (ri)significazione dello spazio pubblico da parte di gruppi sociali non dominanti, attraverso pratiche socio-spaziali di contestazione. Il caso di studio è Verona Città Transfemminista, una manifestazione internazionale che si è tenuta a Verona nel marzo 2019, culminata in un corteo che ha attraversato tutta la città, in opposizione al Congresso mondiale delle famiglie che Verona ha ospitato negli stessi giorni. Tramite la metafora dell’attraversamento che si addensa sul prefisso «trans-», questo intervento mette in evidenza i processi di trans-formazione dello spazio urbano attivati da pratiche corporee collettive trans-femministe di protesta. In particolare, intendiamo mostrare, come nel caso preso in esame, il sovvertimento (seppur temporaneo) della riproduzione simbolica del potere nello spazio urbano sia reso possibile dalla spazializzazione di alcune pratiche corporee e simboliche, prima fra tutte il camminare insieme, visto come pratica politica che lega e trasforma spazi reali e simbolici e che propone traiettorie di senso attraverso l’espressione del dissenso. Contribuendo ai dibattiti teorici della «teoria critica urbana» e della «critica femminista» che si intrecciano con la «non representational theory», il contributo mette in evidenza come i corpi in movimento diventino strumento di appropriazione materiale e simbolica dello spazio pubblico e (co-)produttori di spazi urbani inclusivi.
S’appuyant sur le dense débat géographique et social concernant les relations entre espace, pouvoir et politique, cet article offre une réflexion sur le rapport entre espace, corps et politique dans la construction, la (ré) appropriation et la (re)définition de l’espace public de la part de groupes sociaux non dominants à travers des pratiques de contestation socio-spatiale. Le cas étudié est «La Cité Transféministe de Vérone», une manifestation internationale qui s’est déroulée à Vérone du 29 au 31 mars dernier et qui a abouti à une marche traversant toute la ville, en opposition au Congrès Mondial des Familles que Vérone accueillait en cette période. Par le biais de la métaphore de la traversée qui prend tout son poids dans l’usage du préfixe «trans-», cette étude veut mettre en évidence les processus de transformation de l’espace urbain activés par des pratiques de protestation collective trans-féministes. En particulier, nous entendons montrer comment, dans le cas examiné, la subversion (même temporaire) contre la reproduction symbolique du pouvoir dans l’espace urbain est rendue possible par la spatialisation de certaines pratiques corporelles et politico-symboliques comme, en particulier, l’action de marcher ensemble, telle un acte politique qui relie et transforme les espaces réels et symboliques en proposant des trajectoires de sens à travers l’expression de la dissidence. En contribuant aux débats sur la théorie de la critique urbaine et sur la critique féministe combinées à la non-representational theory (théorie non représentative), l’article souligne comment les corps en mouvement deviennent instruments d’appropriation matérielle et symbolique de l’espace public et (co-) producteurs d’espaces urbains inclusifs.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1021720
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