Il presente elaborato si concepisce come una riflessione sull’amore della scrittura e la scrittura dell’amore in Roland Barthes. Volendo trasformare il titolo della ricerca in un’unica enunciazione, si potrebbe affermare: Barthes scrive di amare scrivere l’amore. È un’enunciazione che non si conclude. Amore e scrittura si diffondono infinitamente. Ciò che Barthes ama non può non scriverlo: quell’amore si fa scrittura; tutt’a un tratto la scrittura dell’amore diventa amore della scrittura. L’amore è scritturale così come la scrittura è amorosa. Amore e scrittura agiscono così, sconfinando l’una nell’altra senza stravaganze, senza violenza e senza rumore. La materia amorosa costituisce la scrittura e il suo dire. Costituisce internamente il gesto della scrittura, inscrivendovi una domanda, la domanda d’amore, che si impone senza la classica interrogazione che inizia con un avverbio e finisce con un punto interrogativo. Una domanda che tiene insieme la riflessione e il desiderio, il pensiero e il piacere. Negli anni settanta parlare di amore era inattuale. Nel senso di controcorrente. L’amore era caduto sotto il discreto dell’immaginario. Si preferivano altri termini: sessualità, erotismo, godimento. Invece Barthes parla d’amore. Niente di più banale. Ancora oggi tale scrittura, previa introduzione filosofica, psicoanalitica, antropologica, storica, previa quindi una cornice scientifica che ne definisca lo statuto, rischia il ridicolo.
Amore della scrittura e scrittura dell'amore. Roland Barthes
Alessandra Pantano
2020-01-01
Abstract
Il presente elaborato si concepisce come una riflessione sull’amore della scrittura e la scrittura dell’amore in Roland Barthes. Volendo trasformare il titolo della ricerca in un’unica enunciazione, si potrebbe affermare: Barthes scrive di amare scrivere l’amore. È un’enunciazione che non si conclude. Amore e scrittura si diffondono infinitamente. Ciò che Barthes ama non può non scriverlo: quell’amore si fa scrittura; tutt’a un tratto la scrittura dell’amore diventa amore della scrittura. L’amore è scritturale così come la scrittura è amorosa. Amore e scrittura agiscono così, sconfinando l’una nell’altra senza stravaganze, senza violenza e senza rumore. La materia amorosa costituisce la scrittura e il suo dire. Costituisce internamente il gesto della scrittura, inscrivendovi una domanda, la domanda d’amore, che si impone senza la classica interrogazione che inizia con un avverbio e finisce con un punto interrogativo. Una domanda che tiene insieme la riflessione e il desiderio, il pensiero e il piacere. Negli anni settanta parlare di amore era inattuale. Nel senso di controcorrente. L’amore era caduto sotto il discreto dell’immaginario. Si preferivano altri termini: sessualità, erotismo, godimento. Invece Barthes parla d’amore. Niente di più banale. Ancora oggi tale scrittura, previa introduzione filosofica, psicoanalitica, antropologica, storica, previa quindi una cornice scientifica che ne definisca lo statuto, rischia il ridicolo.File | Dimensione | Formato | |
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