Che cosa consente l’interazione fra due organismi o la comprensione del vissuto altrui? Finora le teorie dell’embodiment, dell’intersoggettività e dell’empatia sono spesso partite da un presupposto individualistico (la comprensione dell’altro è successiva alla comprensione di sé stessi) e cognitivista (la dimensione affettiva è successiva al processo cognitivo). La tesi di questo libro è che all’origine non ci sono due entità isolate che successivamente interagiscono. Piuttosto c’è una falda impersonale – l’affettività originaria (Gefühlsdrang) – che rende tutti gli organismi viventi fin dall’inizio costitutivamente sintonizzati con il piano espressivo della vita. La proposta è quella di ripensare la tematica della corporeità sulla base di una biosemiotica dell’interazione fra corpo vivo (Leib) e ambiente (Umwelt). Le emozioni umane si rivelano dispositivi che sperimentano livelli di sintonizzazione ulteriori e che, proprio perché ex-centrici, espongono l’umano al rischio di alienarsi nelle varie forme di esistenza psicopatologia. Si tratta d’una prospettiva inedita, che si rivolge alla psicopatologia per rileggere in controluce la filigrana che intesse la struttura della singolarità personale. Quello che emerge è un territorio d’indagine intermedio fra la filosofia e la psichiatria: la psicopatologia dell’ordo amoris. Il testo si confronta con la tradizione della psichiatria e della psicopatologia fenomenologica del Novecento (Jung, Jaspers, Minkowski), con l’attuale dibattito fenomenologico sull’intersoggettività (Gallagher, Zahavi) e con quello psichiatrico sulla schizofrenia come disturbo dell’aidà (Kimura) o come processo di disembodiment (De Jaegher, Fuchs, Stanghellini). Il risultato rappresenta la prima ricerca sistematica, a livello internazionale, sulle ricadute dei concetti scheleriani di «schema corporeo» (Leibschema) e «ordine del sentire» (ordo amoris) in ambito psicopatologico e filosofico.
Biosemiotica e psicopatologia dell'ordo amoris. In dialogo con Max Scheler
Guido Cusinato
2018-01-01
Abstract
Che cosa consente l’interazione fra due organismi o la comprensione del vissuto altrui? Finora le teorie dell’embodiment, dell’intersoggettività e dell’empatia sono spesso partite da un presupposto individualistico (la comprensione dell’altro è successiva alla comprensione di sé stessi) e cognitivista (la dimensione affettiva è successiva al processo cognitivo). La tesi di questo libro è che all’origine non ci sono due entità isolate che successivamente interagiscono. Piuttosto c’è una falda impersonale – l’affettività originaria (Gefühlsdrang) – che rende tutti gli organismi viventi fin dall’inizio costitutivamente sintonizzati con il piano espressivo della vita. La proposta è quella di ripensare la tematica della corporeità sulla base di una biosemiotica dell’interazione fra corpo vivo (Leib) e ambiente (Umwelt). Le emozioni umane si rivelano dispositivi che sperimentano livelli di sintonizzazione ulteriori e che, proprio perché ex-centrici, espongono l’umano al rischio di alienarsi nelle varie forme di esistenza psicopatologia. Si tratta d’una prospettiva inedita, che si rivolge alla psicopatologia per rileggere in controluce la filigrana che intesse la struttura della singolarità personale. Quello che emerge è un territorio d’indagine intermedio fra la filosofia e la psichiatria: la psicopatologia dell’ordo amoris. Il testo si confronta con la tradizione della psichiatria e della psicopatologia fenomenologica del Novecento (Jung, Jaspers, Minkowski), con l’attuale dibattito fenomenologico sull’intersoggettività (Gallagher, Zahavi) e con quello psichiatrico sulla schizofrenia come disturbo dell’aidà (Kimura) o come processo di disembodiment (De Jaegher, Fuchs, Stanghellini). Il risultato rappresenta la prima ricerca sistematica, a livello internazionale, sulle ricadute dei concetti scheleriani di «schema corporeo» (Leibschema) e «ordine del sentire» (ordo amoris) in ambito psicopatologico e filosofico.File | Dimensione | Formato | |
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