Il lavoratore migrante appartiene ai cosiddetti gruppi vulnerabili, cui il medico del lavoro è tenuto a dedicare specifica attenzione, in considerazione delle molteplici e specifiche motivazioni etiche, tecnico-scientifiche, professionali, legislative e delle ricadute per la salute pubblica e per la medicina del lavoro. I lavoratori migranti sono impiegati in attività rischiose, faticose, precarie; i dati epidemiologici disponibili dimostrano una tendenza all’incremento di infortuni e malattie lavoro-correlate rispetto agli autoctoni. Esistono peculiarità dell’immigrato rispetto all’autoctono, per aspetti socio-culturali e religiosi, stili di vita, condizioni abitative ed economiche, barriere linguistiche e condizioni di suscettibilità individuale. È altresì nota la difficoltà di accesso ai servizi sanitari anche nei luoghi di lavoro. Il medico del lavoro deve affrontare valutazione del rischio e sorveglianza sanitaria cercando sia di evidenziare, sia di eliminare, eventuali differenze nelle condizioni di lavoro, di salute e sicurezza dell’immigrato rispetto all’autoctono. Egli ne favorisce l’accesso ai servizi sanitari aziendali, dedicandogli tempo, effettuando counselling e promozione della salute. È dovere del medico del lavoro rispondere ai bisogni di salute dei lavoratori migranti, mirare alla loro integrazione sanitaria, garantendo loro gli stessi livelli di prevenzione, protezione ed assistenza sanitaria degli autoctoni, in un contesto multidisciplinare e di responsabilità sociale delle imprese.
Migranti e lavoro
Stefano Porru;Cecilia Arici
2018-01-01
Abstract
Il lavoratore migrante appartiene ai cosiddetti gruppi vulnerabili, cui il medico del lavoro è tenuto a dedicare specifica attenzione, in considerazione delle molteplici e specifiche motivazioni etiche, tecnico-scientifiche, professionali, legislative e delle ricadute per la salute pubblica e per la medicina del lavoro. I lavoratori migranti sono impiegati in attività rischiose, faticose, precarie; i dati epidemiologici disponibili dimostrano una tendenza all’incremento di infortuni e malattie lavoro-correlate rispetto agli autoctoni. Esistono peculiarità dell’immigrato rispetto all’autoctono, per aspetti socio-culturali e religiosi, stili di vita, condizioni abitative ed economiche, barriere linguistiche e condizioni di suscettibilità individuale. È altresì nota la difficoltà di accesso ai servizi sanitari anche nei luoghi di lavoro. Il medico del lavoro deve affrontare valutazione del rischio e sorveglianza sanitaria cercando sia di evidenziare, sia di eliminare, eventuali differenze nelle condizioni di lavoro, di salute e sicurezza dell’immigrato rispetto all’autoctono. Egli ne favorisce l’accesso ai servizi sanitari aziendali, dedicandogli tempo, effettuando counselling e promozione della salute. È dovere del medico del lavoro rispondere ai bisogni di salute dei lavoratori migranti, mirare alla loro integrazione sanitaria, garantendo loro gli stessi livelli di prevenzione, protezione ed assistenza sanitaria degli autoctoni, in un contesto multidisciplinare e di responsabilità sociale delle imprese.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.