Il rischio biologico rappresenta da sempre negli ambienti di lavoro sanitari una delle priorità per la prevenzione, la diagnosi e la cura degli infortuni e delle malattie ad esso correlate. In tale ambito è necessario considerare quanto segue: i lavoratori e gli ambienti di lavoro ineteressati sono numerosi; gli effetti sulla salute dei lavoratori possono essere minimi o comportare significativa mortalità, con rilevanti costi sanitari e non sanitari; molteplici sono le figure professionali coinvolte (datori di lavoro e loro delegati, direttori generali e sanitari, servizi di prevenzione e protezione, medici del lavoro-competenti, etc.); vi sono problematiche etiche e tecnico-scientifiche riguardanti valutazione e gestione del rischio, sorveglianza sanitaria, vaccinazioni e giudizio di idoneità. La letteratura riporta casi di infezione occupazionale attribuibili alla maggior parte dei microorganismi conoscuiti e di quelli considerati emergenti atrraverso, principalmente, la via ematogena (epatite B e C, HIV), aerogena (tubercolosi, malattie esantematiche) e per contatto (scabbia). Altresì, è documentato il ruolo dell'operatore sanitario nel trasmettere ai pazienti malattie infettive (in particolare per via ematogena). Sono a diposizione linee guida internazionali e nazionali per affrontare, in modo multidisciplinare e secondo i principi scientifici più avanzati, sia la valutazione del rischio sia sorveglianza sanitaria e formulazione del giudizio di idoneità. L'area della prevenzione tecnica, organizzativa e procedurale beneficia oggi di molte soluzioni, quali le procedure e le tecnologie sicure, moderni e sempre più sicuri dipositivi di protezione individuale, le precauzioni standard.
Agenti biologici in ambito sanitario
Stefano Porru
;Cecilia Arici
2018-01-01
Abstract
Il rischio biologico rappresenta da sempre negli ambienti di lavoro sanitari una delle priorità per la prevenzione, la diagnosi e la cura degli infortuni e delle malattie ad esso correlate. In tale ambito è necessario considerare quanto segue: i lavoratori e gli ambienti di lavoro ineteressati sono numerosi; gli effetti sulla salute dei lavoratori possono essere minimi o comportare significativa mortalità, con rilevanti costi sanitari e non sanitari; molteplici sono le figure professionali coinvolte (datori di lavoro e loro delegati, direttori generali e sanitari, servizi di prevenzione e protezione, medici del lavoro-competenti, etc.); vi sono problematiche etiche e tecnico-scientifiche riguardanti valutazione e gestione del rischio, sorveglianza sanitaria, vaccinazioni e giudizio di idoneità. La letteratura riporta casi di infezione occupazionale attribuibili alla maggior parte dei microorganismi conoscuiti e di quelli considerati emergenti atrraverso, principalmente, la via ematogena (epatite B e C, HIV), aerogena (tubercolosi, malattie esantematiche) e per contatto (scabbia). Altresì, è documentato il ruolo dell'operatore sanitario nel trasmettere ai pazienti malattie infettive (in particolare per via ematogena). Sono a diposizione linee guida internazionali e nazionali per affrontare, in modo multidisciplinare e secondo i principi scientifici più avanzati, sia la valutazione del rischio sia sorveglianza sanitaria e formulazione del giudizio di idoneità. L'area della prevenzione tecnica, organizzativa e procedurale beneficia oggi di molte soluzioni, quali le procedure e le tecnologie sicure, moderni e sempre più sicuri dipositivi di protezione individuale, le precauzioni standard.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.