Le “Piacevoli notti” di Straparola costituiscono una delle più interessanti raccolte di novelle del Cinquecento italiano. Alcuni dei racconti qui inclusi, lontani dal realismo tipico del genere novellistico, sono dominati da un’atmosfera magico-fiabesca, che rende plausibile la presenza, tra i personaggi che li popolano, di creature dotate di poteri soprannaturali, spesso e volentieri nella forma di animali parlanti. Significativo è un gruppo di novelle (II 1; III 3; III 4; VIII 4), aventi per protagonisti o esseri umani in grado di trasformarsi in animali (aquila, lupo, cavallo) o, viceversa, animali (maiale, serpe) che prendono sembianze umane. La capacità di questi personaggi di cambiare natura a proprio piacimento collide, però, con i canoni della novella: se a partire da Boccaccio l’ingegno costituiva, con la parola, una delle doti principali dell’eroe novellistico, in Straparola esso perde notevolmente di efficacia, tanto che a risultare spesso e volentieri vincente è la rinuncia, più o meno temporanea, all’umanità, di cui l’ingegno è l’emblema. D’altro canto, per quanto la metamorfosi dell’animale in uomo possa essere letta come un miglioramento della condizione del personaggio, la contraria trasformazione dell’uomo in animale non corrisponde affatto ad un declassamento, tanto che nelle novelle III 4 e VIII 4 l’eroe risulta vincitore solo perché si fa animale al momento opportuno. Attraverso l’analisi di novelle significative delle “Piacevoli notti”, questo intervento ha lo scopo di verificare se la dialettica tra natura umana e natura animale possa essere letta come il segno della crisi dell’onnipotenza dell’ingegno, ormai bisognoso del sostengo del sovrannaturale. In questo modo, la presenza della magia, che garantisce la plausibilità delle metamorfosi tra specie diverse e supplisce ai limiti dell’intelletto, tradirebbe la sfiducia nel potere delle ragione umana, uno dei capisaldi del “Decameron” e delle opere novellistiche ad esso ispirate.

Changing Shapes: Human and Animal Metamorphoses in Straparola

Palma, Flavia
2018-01-01

Abstract

Le “Piacevoli notti” di Straparola costituiscono una delle più interessanti raccolte di novelle del Cinquecento italiano. Alcuni dei racconti qui inclusi, lontani dal realismo tipico del genere novellistico, sono dominati da un’atmosfera magico-fiabesca, che rende plausibile la presenza, tra i personaggi che li popolano, di creature dotate di poteri soprannaturali, spesso e volentieri nella forma di animali parlanti. Significativo è un gruppo di novelle (II 1; III 3; III 4; VIII 4), aventi per protagonisti o esseri umani in grado di trasformarsi in animali (aquila, lupo, cavallo) o, viceversa, animali (maiale, serpe) che prendono sembianze umane. La capacità di questi personaggi di cambiare natura a proprio piacimento collide, però, con i canoni della novella: se a partire da Boccaccio l’ingegno costituiva, con la parola, una delle doti principali dell’eroe novellistico, in Straparola esso perde notevolmente di efficacia, tanto che a risultare spesso e volentieri vincente è la rinuncia, più o meno temporanea, all’umanità, di cui l’ingegno è l’emblema. D’altro canto, per quanto la metamorfosi dell’animale in uomo possa essere letta come un miglioramento della condizione del personaggio, la contraria trasformazione dell’uomo in animale non corrisponde affatto ad un declassamento, tanto che nelle novelle III 4 e VIII 4 l’eroe risulta vincitore solo perché si fa animale al momento opportuno. Attraverso l’analisi di novelle significative delle “Piacevoli notti”, questo intervento ha lo scopo di verificare se la dialettica tra natura umana e natura animale possa essere letta come il segno della crisi dell’onnipotenza dell’ingegno, ormai bisognoso del sostengo del sovrannaturale. In questo modo, la presenza della magia, che garantisce la plausibilità delle metamorfosi tra specie diverse e supplisce ai limiti dell’intelletto, tradirebbe la sfiducia nel potere delle ragione umana, uno dei capisaldi del “Decameron” e delle opere novellistiche ad esso ispirate.
2018
9788869771248
Piacevoli notti; Straparola; metamorphoses; wit; novella tradition
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/983272
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