L'articolo parte dalla constatazione dell'assenza di riferimenti agli «zingari» nelle opere di Ernesto de Martino, nonostante esista una forte probabilità che lo studioso napoletano ne abbia incontrati, indirettamente o direttamente, nel corso delle sue ricerche sull'Italia meridionale. Dopo un breve excursus sul percorso di ricerca di de Martino, l'articolo propone delle ipotesi sulle cause di questa «invisibilità». In particolare, l'articolo sostiene che il carattere di forte impegno politico a sostegno del «mondo contadino meridionale», così come una maggiore attenzione alla semantica piuttosto che alla performance dei riti abbiano contribuito ad abbassare l'attenzione di de Martino nei confronti delle diversità culturali interne al Sud Italia, tra cui quella dei rom meridionali. Nelle conclusioni si riflette sulle conseguenze di questa opacità sull'antropologia italiana contemporanea.
Invisibilità - Ernesto de Martino
Stefania, Pontrandolfo
2018-01-01
Abstract
L'articolo parte dalla constatazione dell'assenza di riferimenti agli «zingari» nelle opere di Ernesto de Martino, nonostante esista una forte probabilità che lo studioso napoletano ne abbia incontrati, indirettamente o direttamente, nel corso delle sue ricerche sull'Italia meridionale. Dopo un breve excursus sul percorso di ricerca di de Martino, l'articolo propone delle ipotesi sulle cause di questa «invisibilità». In particolare, l'articolo sostiene che il carattere di forte impegno politico a sostegno del «mondo contadino meridionale», così come una maggiore attenzione alla semantica piuttosto che alla performance dei riti abbiano contribuito ad abbassare l'attenzione di de Martino nei confronti delle diversità culturali interne al Sud Italia, tra cui quella dei rom meridionali. Nelle conclusioni si riflette sulle conseguenze di questa opacità sull'antropologia italiana contemporanea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.