Il saggio esplora la dialettica fra dinamiche catartiche e il potenziale emulativo condannato dalla polemica antiteatrale in epoca elisabettiana e giacomiana e presente nel dibattito in seno alla Chiesa riformata. Indaga, perciò, il sottile discrimine fra il senso di piacere (hedoné) che tradizionalmente deriva dalla produzione di “pietà e paura” nella tragedia (Aristotele, Poetica 1453b13) e la sua interpretazione come possibile ed ambigua sympatheia nei confronti del male in un contesto culturale e teatrale in cui con gli anni va sempre più affermandosi l’idea di una endemica peccaminosità dell’uomo, dove l’infrazione della Legge si colloca nello spazio ambiguo della rivendicazione della libertà individuale a fronte di una consapevolezza deterministica del soggetto, in una continua oscillazione fra istanze scettiche e fideistiche. Tra gli esempi discussi, Macbeth, Richard III, 'Tis Pity She's a Whore.
Titolo: | Coscienza e piacere del male sulla scena inglese del primo Seicento |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2017 |
Serie: | |
Handle: | http://hdl.handle.net/11562/982764 |
ISBN: | 9788869954153 |
Appare nelle tipologie: | 02.01 Contributo in volume (Capitolo o Saggio) |