Tra la prima metà dell’VIII e la seconda metà del IX secolo, la disponibilità di ricchezze a disposizione delle istituzioni ecclesiastiche toscane e dei loro amministratori ebbe un saldo positivo poiché le più importanti chiese episcopali acquisirono le istituzioni ecclesiastiche di recente fondazione, spesso promosse da esponenti dell’aristocrazia locale. Insieme alle nuove fondazioni promosse dalle varie autorità religiose, esse andarono a competere con le fondazioni private e a incrementare nei vari ambiti territoriali la densità delle istituzioni già presenti sul territorio, delle risorse dedicate al loro funzionamento e della capacità di drenare rendite e censi in cambio di beni e di servizi offerti alla popolazione residente. Una progressiva contrazione delle risorse a disposizione delle gerarchie ecclesiastiche, invece, caratterizzata dall’alienazione parziale dei censi e delle rendite, si registrò soprattutto dai primi decenni del X secolo e si intensificò fino ai primi decenni dell’XI secolo; ciò avvenne attraverso la cessione dei redditi e delle decime legate agli edifici religiosi a favore di privati, per lo più a laici eminenti e meno frequentemente a ecclesiastici, nonché ai titolari di uffici pubblici. La competizione per le risorse ecclesiastiche tra VIII e IX secolo è stata discussa in un contributo presentato a Limoges nel 2012, mentre le dinamiche della competizione per le risorse ecclesiastiche tra X e XI secolo è discussa in dettaglio nella seconda parte del presente contributo.
La competizione per le risorse ecclesiastiche nella Toscana altomedievale (750-1050)
Marco Stoffella
2017-01-01
Abstract
Tra la prima metà dell’VIII e la seconda metà del IX secolo, la disponibilità di ricchezze a disposizione delle istituzioni ecclesiastiche toscane e dei loro amministratori ebbe un saldo positivo poiché le più importanti chiese episcopali acquisirono le istituzioni ecclesiastiche di recente fondazione, spesso promosse da esponenti dell’aristocrazia locale. Insieme alle nuove fondazioni promosse dalle varie autorità religiose, esse andarono a competere con le fondazioni private e a incrementare nei vari ambiti territoriali la densità delle istituzioni già presenti sul territorio, delle risorse dedicate al loro funzionamento e della capacità di drenare rendite e censi in cambio di beni e di servizi offerti alla popolazione residente. Una progressiva contrazione delle risorse a disposizione delle gerarchie ecclesiastiche, invece, caratterizzata dall’alienazione parziale dei censi e delle rendite, si registrò soprattutto dai primi decenni del X secolo e si intensificò fino ai primi decenni dell’XI secolo; ciò avvenne attraverso la cessione dei redditi e delle decime legate agli edifici religiosi a favore di privati, per lo più a laici eminenti e meno frequentemente a ecclesiastici, nonché ai titolari di uffici pubblici. La competizione per le risorse ecclesiastiche tra VIII e IX secolo è stata discussa in un contributo presentato a Limoges nel 2012, mentre le dinamiche della competizione per le risorse ecclesiastiche tra X e XI secolo è discussa in dettaglio nella seconda parte del presente contributo.File | Dimensione | Formato | |
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