Il libro è suddiviso in cinque capitoli tesi ad investigare le assemblee quiritarie. Nel primo si tratta della posizione giuridica assunta dai quiriti in quanto tali e quali pars del Populus Romanus - con emersione delle peculiarità rispetto a quella dei liberi e dei cives -. Il secondo indugia sui comitia calata, con particolare riguardo al luogo di riunione, alla presidenza e alla struttura, evidenziando la pluralità di forme e di funzioni relate in seno a questo tipo assembleare ora di quiriti come tali, ora di unità quiritarie. Il terzo tratta dei comizi regi del 24 marzo e del 24 maggio, rispolverando la tesi mommseniana dei comizi testamentari (e non giurisdizionali), ma con reinterpretazione del verbo comitiare quale sinonimo di calare. Il quarto affronta il problema del comitiatus maximus decemvirale, figura in cui si fondono le funzioni civiche delle assemblee dei quirites con le strutture militari dell’esercito, con particolare approfondimento delle modalità di convocazione e delle funzioni giudiziali in comparazione con i comitia curiata. Il quinto riprende le formule Populus Romanus Quirites e Populus Romanus Quiritium alla luce dei risultati conseguiti nelle pagine precedenti e ivi sintetizzati: i quirites vengono precisati come soggetti capaci di diritto pubblico e le loro unità (preciviche) elevate a ranghi militari e unità di voto in seno al Populus Romanus; alla originaria duplicità formulaica corrispondente alla duplicità istituzionale del sistema dei comitia curiata e di quelli calata (assemblee quiritarie come figure distinte dall’esercito romuleo) succede, come attestato dalle forme di convocazione e dalle rogationes, una confusione strutturale-funzionale emergente dai comitia centuriata in cui i quirites sono sostanzialmente cives optimo iure e formalmente milites.
Ricerche sulle assemblee quiritarie
pelloso
2018-01-01
Abstract
Il libro è suddiviso in cinque capitoli tesi ad investigare le assemblee quiritarie. Nel primo si tratta della posizione giuridica assunta dai quiriti in quanto tali e quali pars del Populus Romanus - con emersione delle peculiarità rispetto a quella dei liberi e dei cives -. Il secondo indugia sui comitia calata, con particolare riguardo al luogo di riunione, alla presidenza e alla struttura, evidenziando la pluralità di forme e di funzioni relate in seno a questo tipo assembleare ora di quiriti come tali, ora di unità quiritarie. Il terzo tratta dei comizi regi del 24 marzo e del 24 maggio, rispolverando la tesi mommseniana dei comizi testamentari (e non giurisdizionali), ma con reinterpretazione del verbo comitiare quale sinonimo di calare. Il quarto affronta il problema del comitiatus maximus decemvirale, figura in cui si fondono le funzioni civiche delle assemblee dei quirites con le strutture militari dell’esercito, con particolare approfondimento delle modalità di convocazione e delle funzioni giudiziali in comparazione con i comitia curiata. Il quinto riprende le formule Populus Romanus Quirites e Populus Romanus Quiritium alla luce dei risultati conseguiti nelle pagine precedenti e ivi sintetizzati: i quirites vengono precisati come soggetti capaci di diritto pubblico e le loro unità (preciviche) elevate a ranghi militari e unità di voto in seno al Populus Romanus; alla originaria duplicità formulaica corrispondente alla duplicità istituzionale del sistema dei comitia curiata e di quelli calata (assemblee quiritarie come figure distinte dall’esercito romuleo) succede, come attestato dalle forme di convocazione e dalle rogationes, una confusione strutturale-funzionale emergente dai comitia centuriata in cui i quirites sono sostanzialmente cives optimo iure e formalmente milites.File | Dimensione | Formato | |
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