In this paper, I aim to understand the position expressed by Locke in the Fourth Book of the Essay concerning Human Understanding about the syllogism and the Aristotelian-Scholastic deductive logic: the use of the syllogism as necessary instrument for the reasoning (ars ratiocinandi or dialectica) and the discovery (ars inveniendi) must be counted amongst the truths considered to be “undisputed”, that is un-disputable de jure, when actually they are only not-disputed de facto. There is a link that unifies Bacon’s project and the criticism to Aristotle’s formal logic: it becomes explicit in Of the Conduct of the Understanding, which begins in fact with the quotation of the criticism against the dialectica made by Bacon in Instauratio Magna. Locke considers the blind faith in the study of the logick as one of the pathological behaviours of the human understanding, which need to be corrected (and, if one wants to be a good educator, it is appropriate not to instil young people). If from the examination of the faculties of the mind and of its contents, too, should arise both a “cure” for the pathologies of the understanding and a new logic, not only would Bacon’s project be fulfilled in the Essay, but also so would be the objective of one of the works that Locke bought during his stay in France (from 1675 to 1679), the Logica vetus et nova (1654) of the Cartesian Johann Clauberg, that is to transform the logic into the «ad vitam rationalem gubernandam […] necessaria» medicine.

In questo saggio saggio, intendo esaminare la posizione espressa da Locke nel Fourth Book dell’Essay in merito al sillogismo e alla logica deduttiva aristotelico-scolastica: l’utilizzo del sillogismo come strumento necessario per il ragionamento (ars ratiocinandi o dialectica) e la scoperta (ars inveniendi) fa parte di quelle verità ritenute “indiscusse”, ossia in-discutibili di diritto, quando in realtà sono solo in-discusse, cioè di fatto non-discusse. Un nesso, quello che unisce il progetto baconiano e la critica alla logica formale aristotelica, che diviene esplicito in Of the Conduct of the Understanding: tale saggio, che avrebbe dovuto costituire un capitolo aggiuntivo (il ventesimo del Fourth Book) dell’Essay costituendone quasi una “disciplina” (analogamente ai capitoli conclusivi di ciascun Book, ma con un carattere più generale), si apre infatti con la citazione delle critiche mosse contro la dialectica da Bacon nell’Instauratio Magna. La cieca fiducia nello studio della logick è appunto collocata da Locke tra i comportamenti patologici dell’intelletto umano che occorre correggere (e, se si vuol essere buoni educatori, è bene non instillare nei ragazzi). Se dall’esame delle faculties dell’intelletto e dei suoi contenuti dovessero scaturire sia una “cura” delle patologie dell’understanding sia una nuova logica, nell’Essay concerning Humane Understanding giungerebbe a realizzazione non solo il progetto baconiano, ma anche l’intento di una delle opere che Locke acquistò durante il proprio “soggiorno” in Francia (dal 1675 al 1679), la Logica vetus et nova del cartesiano Johann Clauberg (1654), ossia fare della logica la medicina «ad vitam rationalem gubernandam […] necessaria».

Locke and Syllogism. The “Perception-grounded” Logic of the Way of Ideas

POGGI, Davide
2018-01-01

Abstract

In this paper, I aim to understand the position expressed by Locke in the Fourth Book of the Essay concerning Human Understanding about the syllogism and the Aristotelian-Scholastic deductive logic: the use of the syllogism as necessary instrument for the reasoning (ars ratiocinandi or dialectica) and the discovery (ars inveniendi) must be counted amongst the truths considered to be “undisputed”, that is un-disputable de jure, when actually they are only not-disputed de facto. There is a link that unifies Bacon’s project and the criticism to Aristotle’s formal logic: it becomes explicit in Of the Conduct of the Understanding, which begins in fact with the quotation of the criticism against the dialectica made by Bacon in Instauratio Magna. Locke considers the blind faith in the study of the logick as one of the pathological behaviours of the human understanding, which need to be corrected (and, if one wants to be a good educator, it is appropriate not to instil young people). If from the examination of the faculties of the mind and of its contents, too, should arise both a “cure” for the pathologies of the understanding and a new logic, not only would Bacon’s project be fulfilled in the Essay, but also so would be the objective of one of the works that Locke bought during his stay in France (from 1675 to 1679), the Logica vetus et nova (1654) of the Cartesian Johann Clauberg, that is to transform the logic into the «ad vitam rationalem gubernandam […] necessaria» medicine.
2018
978-1-3500-4352-7
Locke, syllogism, modern history of logic, intuitionistic logic, perception, Aristotelian logic
Locke, sillogismo, storia della logica moderna, logica intuizionistica, percezione, logica aristotelica
In questo saggio saggio, intendo esaminare la posizione espressa da Locke nel Fourth Book dell’Essay in merito al sillogismo e alla logica deduttiva aristotelico-scolastica: l’utilizzo del sillogismo come strumento necessario per il ragionamento (ars ratiocinandi o dialectica) e la scoperta (ars inveniendi) fa parte di quelle verità ritenute “indiscusse”, ossia in-discutibili di diritto, quando in realtà sono solo in-discusse, cioè di fatto non-discusse. Un nesso, quello che unisce il progetto baconiano e la critica alla logica formale aristotelica, che diviene esplicito in Of the Conduct of the Understanding: tale saggio, che avrebbe dovuto costituire un capitolo aggiuntivo (il ventesimo del Fourth Book) dell’Essay costituendone quasi una “disciplina” (analogamente ai capitoli conclusivi di ciascun Book, ma con un carattere più generale), si apre infatti con la citazione delle critiche mosse contro la dialectica da Bacon nell’Instauratio Magna. La cieca fiducia nello studio della logick è appunto collocata da Locke tra i comportamenti patologici dell’intelletto umano che occorre correggere (e, se si vuol essere buoni educatori, è bene non instillare nei ragazzi). Se dall’esame delle faculties dell’intelletto e dei suoi contenuti dovessero scaturire sia una “cura” delle patologie dell’understanding sia una nuova logica, nell’Essay concerning Humane Understanding giungerebbe a realizzazione non solo il progetto baconiano, ma anche l’intento di una delle opere che Locke acquistò durante il proprio “soggiorno” in Francia (dal 1675 al 1679), la Logica vetus et nova del cartesiano Johann Clauberg (1654), ossia fare della logica la medicina «ad vitam rationalem gubernandam […] necessaria».
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