Attore riflessivo, ovvero custode del senso: questo è l’educatore. Custode del senso di ciò che fa, che non smarrisce nelle azioni quotidiane fatte a volte di routine, a volte di lotta, a volte di stasi; custode della domanda di senso della vita, della propria come di quella di chi gli è affidato o di chi si affida a lui; custode del senso del vivere in comunità, con la convinzione che si diventa uomini solo insieme. Un professionista che custodisce la domanda del senso dell’educare, cercatore di vie per l’educazione , di quella educazione che è atto umano di sempre (originario) e che chiede di essere letta oggi, nel palmo di storia che ci è dato di vivere. Con una necessità sentita, provata sulla pelle, nei momenti riflessivi che le giornate ci impongono: costruire una teoria dell’agire educativo, una pedagogia che affondi le radici nella prassi, negli incontri di sguardi di gesti e di parole che la quotidianità offre; la necessità di una teoria dell’educazione, di una pedagogia e conseguentemente di una idea di persona umana coerente e significativa. Un’idea sul campo, aderente alle cose stesse che incontra, con quello sguardo che la fenomenologia insegna tra fedeltà e trascendenza, tra conoscenza e mistero.
Custode del senso. L'educatore tra sfida educativa e promessa di vita buona
Ubbiali, marco
2013-01-01
Abstract
Attore riflessivo, ovvero custode del senso: questo è l’educatore. Custode del senso di ciò che fa, che non smarrisce nelle azioni quotidiane fatte a volte di routine, a volte di lotta, a volte di stasi; custode della domanda di senso della vita, della propria come di quella di chi gli è affidato o di chi si affida a lui; custode del senso del vivere in comunità, con la convinzione che si diventa uomini solo insieme. Un professionista che custodisce la domanda del senso dell’educare, cercatore di vie per l’educazione , di quella educazione che è atto umano di sempre (originario) e che chiede di essere letta oggi, nel palmo di storia che ci è dato di vivere. Con una necessità sentita, provata sulla pelle, nei momenti riflessivi che le giornate ci impongono: costruire una teoria dell’agire educativo, una pedagogia che affondi le radici nella prassi, negli incontri di sguardi di gesti e di parole che la quotidianità offre; la necessità di una teoria dell’educazione, di una pedagogia e conseguentemente di una idea di persona umana coerente e significativa. Un’idea sul campo, aderente alle cose stesse che incontra, con quello sguardo che la fenomenologia insegna tra fedeltà e trascendenza, tra conoscenza e mistero.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.