Dopo una breve disamina sulle norme e sui meccanismi di controllo elaborati dalle autorità ecclesiastiche e da quelle laiche per tutelare il patrimonio dei poveri da malversazioni e furti, il contributo esamina l’uso improprio di queste sostanze. L’esistenza di disposizioni preservative, infatti, non impedì né ai rettori degli istituti assistenziali, titolari di questi beni, di usare impropriamente le risorse destinate ai bisognosi né alle autorità cittadine di ottenere dagli ospedali consistenti somme di denaro per scopi differenti dalle finalità originarie delle fondazioni caritative.
«Non ritrovandosi danaro in cassa pubblica…» lo si prende dai beni destinati ai bisognosi. Usi discrezionali del patrimonio dei poveri (secoli XVI-XVIII)
M. Garbellotti
2017-01-01
Abstract
Dopo una breve disamina sulle norme e sui meccanismi di controllo elaborati dalle autorità ecclesiastiche e da quelle laiche per tutelare il patrimonio dei poveri da malversazioni e furti, il contributo esamina l’uso improprio di queste sostanze. L’esistenza di disposizioni preservative, infatti, non impedì né ai rettori degli istituti assistenziali, titolari di questi beni, di usare impropriamente le risorse destinate ai bisognosi né alle autorità cittadine di ottenere dagli ospedali consistenti somme di denaro per scopi differenti dalle finalità originarie delle fondazioni caritative.File in questo prodotto:
File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Creditori e insolventi (1).pdf
non disponibili
Descrizione: contributo in volume
Tipologia:
Versione dell'editore
Licenza:
Accesso ristretto
Dimensione
2.25 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.25 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.