Il volume analizza l’interazione tra la prova della (in)giustificatezza e quella della discriminatorietà nei giudizi di impugnazione dei licenziamenti individuali, verificando i termini inediti in cui la stessa si configura nella riforma dell’art. 18 e nel d. lgs. 23 del 2015. Partendo dal dato normativo sulla definizione dell’oggetto della prova della giustificatezza e sulla distribuzione del relativo onere, l’indagine approfondisce le questioni circa il concetto di «fatto (materiale) contestato», il carattere «manifesto» dell’insussistenza del fatto, la possibilità, almeno alla luce del d.lgs. 23/2015, di spostare l’onere di provare l’ingiustificatezza qualificata in capo al lavoratore. Le ipotesi di lettura prospettate appaiono utili se l’obiettivo dell’analisi diventa la ricostruzione sistematica dei confini e dei versanti d’interazione, ma anche d’attrazione, tra la prova dell’(in)giustificatezza e quella della discriminatorietà. A tal fine, la decostruzione delle fattispecie discriminatorie è centrale: prima per individuare – con la lettura della giurisprudenza della Corte di giustizia – la specialità del regime probatorio applicabile nel giudizio antidiscriminatorio; e poi per comprendere le differenze e intersezioni, negli oggetti di prova di cui è onerato il datore, tra la prova per escludere la sussistenza della discriminazione e quella per dimostrare la sussistenza della giustificatezza.

La prova del licenziamento ingiustificato e discriminatorio

Marco Peruzzi
2017-01-01

Abstract

Il volume analizza l’interazione tra la prova della (in)giustificatezza e quella della discriminatorietà nei giudizi di impugnazione dei licenziamenti individuali, verificando i termini inediti in cui la stessa si configura nella riforma dell’art. 18 e nel d. lgs. 23 del 2015. Partendo dal dato normativo sulla definizione dell’oggetto della prova della giustificatezza e sulla distribuzione del relativo onere, l’indagine approfondisce le questioni circa il concetto di «fatto (materiale) contestato», il carattere «manifesto» dell’insussistenza del fatto, la possibilità, almeno alla luce del d.lgs. 23/2015, di spostare l’onere di provare l’ingiustificatezza qualificata in capo al lavoratore. Le ipotesi di lettura prospettate appaiono utili se l’obiettivo dell’analisi diventa la ricostruzione sistematica dei confini e dei versanti d’interazione, ma anche d’attrazione, tra la prova dell’(in)giustificatezza e quella della discriminatorietà. A tal fine, la decostruzione delle fattispecie discriminatorie è centrale: prima per individuare – con la lettura della giurisprudenza della Corte di giustizia – la specialità del regime probatorio applicabile nel giudizio antidiscriminatorio; e poi per comprendere le differenze e intersezioni, negli oggetti di prova di cui è onerato il datore, tra la prova per escludere la sussistenza della discriminazione e quella per dimostrare la sussistenza della giustificatezza.
2017
9788892111981
licenziamento
impugnazione
onere della prova
discriminazione
giusta causa e giustificato motivo
contratto a tutele crescenti
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/970037
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact