This study was dedicated to the analysis and transcription of the correspondence from the ambassadors sent by the Duchy of Mantua to Republic of Venice during the reign of Ferdinando Gonzaga (1612-1626) and until the city was sacked in 1630. Approximately 13,000 letters, stored in nineteen envelopes in the Gonzaga Archive conserved in the State Archive of Mantua, were evaluated and over 700 were transcribed, following the criterion of artistic information (painting, sculpture and architecture), but without omitting news about literature, science and the market. The purpose of the study was to better define the configuration of the cultural and diplomatic relations between the two states during crucial years in the history of the Mantuan family. After a period of glory, it was slipping toward its inevitable decline with the defeat and sack of 1630 and the arrival of the Gonzaga Nevers from France. Duke Ferdinando was the key figure. His encyclopaedic culture is revealed by his acquisition in Venice of books on a great variety of subjects. The Duke was also very busy searching for funds to sustain his state from pawnbrokers in Venice and in Verona, in exchange for pawning the jewels and silverwares of his collection, but also from merchants who were operating in the city such as Bartolomeo and Grazioso Bontempelli, known as dal Calice. Bartolomeo dalla Nave, a well-known merchant and collector, proposed to the envoys to buy the works, while the Flemish intermediary, Daniel Nijs, is known for having sold the Gonzaga collection to king Charles I of England, the “best art deal” of the 17th century, which made London the European collectors’ exchange centre of gravity. The artistic episodes that appear in the correspondence, with their various intermediaries, ambassadors, artists, actors and envoys, concern construction of the Villa Favorita near Mantua, arrival of the Gonzaga family portraits in Venice, the activities of Domenico Fetti (the court painter) and of the engraver Justus Sadeler. The many voices that are entwined in the documents provide a detailed image of the relations between the Gonzaga family and the Venetian Republic, an indispensable ally amidst the fragile European equilibriums and, unquestionably, the clearing house for all news that arrived from other courts. Venice was also an inexhaustible mine of artists and works of art for the Gonzaga family, which for this reason negotiated the sale of their collection in the city on the lagoon.

La ricerca è dedicata all’analisi e alla trascrizione del carteggio degli inviati del ducato di Mantova presso la Serenissima Repubblica di Venezia negli anni di governo di Ferdinando Gonzaga (1612-1626) fino al Sacco della città del 1630. Sono state vagliate circa 13.000 lettere, ordinate in diciannove buste dell’Archivio Gonzaga conservate presso l’Archivio di Stato di Mantova, e oltre 700 sono state trascritte seguendo il criterio delle informazioni artistiche (la pittura, la scultura e l’architettura) ma senza tralasciare le notizie relative alla letteratura, le scienze e il mercato veneziano in genere. Questo studio intende precisare i contorni delle relazioni culturali e diplomatiche tra i due stati in anni cruciali per la storia della famiglia mantovana che, dopo un periodo glorioso, si avvia verso un declino inesorabile con il Sacco del 1630 e l’arrivo dei Gonzaga Nevers di Francia. Figura chiave è il duca Ferdinando, la cui cultura enciclopedica è evidente nell’acquisto di volumi delle più svariate materie a Venezia. Il Gonzaga è anche impegnato nella ricerca di denaro a sostegno del suo stato presso i Monti di Pietà della Serenissima e di Verona in cambio del pegno di gioielli e di argenti della sua collezione ma anche presso i mercanti che operano in città come Bartolomeo e Grazioso Bontempelli detti dal Calice. Bartolomeo dalla Nave, noto mercante e collezionista, propone invece agli inviati mantovani l’acquisto di opere, mentre il fiammingo Daniel Nijs è noto per la vendita della collezione Gonzaga al re Carlo I Stuart, il più “grande affare d’arte” del XVII secolo, che spostò a Londra il baricentro degli scambi collezionistici europei. Gli episodi artistici che si ritrovano nel carteggio, in cui sono presenti diversi intermediari, ambasciatori, artisti, comici e inviati, riguardano la costruzione della villa Favorita nei pressi di Mantova, l’arrivo di ritratti della famiglia Gonzaga a Venezia, l’attività di Domenico Fetti, pittore di corte, e dell’incisore Justus Sadeler. Le molte voci che s’intrecciano nei documenti forniscono un quadro articolato dei rapporti tra i Gonzaga e la Repubblica veneziana, alleato indispensabile nei fragili equilibri europei e indiscutibile centro di smistamento di tutte le notizie che arrivano alle altre corti. Venezia è anche una miniera inesauribile di opere e di artisti per i Gonzaga che, per questo motivo, trattano la vendita della loro collezione proprio nella città lagunare.

La Serenissima e il Ducato. Arte, diplomazia e mercato nel carteggio tra Venezia e Mantova (1613-1630)

SOGLIANI, Daniela
2017-01-01

Abstract

This study was dedicated to the analysis and transcription of the correspondence from the ambassadors sent by the Duchy of Mantua to Republic of Venice during the reign of Ferdinando Gonzaga (1612-1626) and until the city was sacked in 1630. Approximately 13,000 letters, stored in nineteen envelopes in the Gonzaga Archive conserved in the State Archive of Mantua, were evaluated and over 700 were transcribed, following the criterion of artistic information (painting, sculpture and architecture), but without omitting news about literature, science and the market. The purpose of the study was to better define the configuration of the cultural and diplomatic relations between the two states during crucial years in the history of the Mantuan family. After a period of glory, it was slipping toward its inevitable decline with the defeat and sack of 1630 and the arrival of the Gonzaga Nevers from France. Duke Ferdinando was the key figure. His encyclopaedic culture is revealed by his acquisition in Venice of books on a great variety of subjects. The Duke was also very busy searching for funds to sustain his state from pawnbrokers in Venice and in Verona, in exchange for pawning the jewels and silverwares of his collection, but also from merchants who were operating in the city such as Bartolomeo and Grazioso Bontempelli, known as dal Calice. Bartolomeo dalla Nave, a well-known merchant and collector, proposed to the envoys to buy the works, while the Flemish intermediary, Daniel Nijs, is known for having sold the Gonzaga collection to king Charles I of England, the “best art deal” of the 17th century, which made London the European collectors’ exchange centre of gravity. The artistic episodes that appear in the correspondence, with their various intermediaries, ambassadors, artists, actors and envoys, concern construction of the Villa Favorita near Mantua, arrival of the Gonzaga family portraits in Venice, the activities of Domenico Fetti (the court painter) and of the engraver Justus Sadeler. The many voices that are entwined in the documents provide a detailed image of the relations between the Gonzaga family and the Venetian Republic, an indispensable ally amidst the fragile European equilibriums and, unquestionably, the clearing house for all news that arrived from other courts. Venice was also an inexhaustible mine of artists and works of art for the Gonzaga family, which for this reason negotiated the sale of their collection in the city on the lagoon.
2017
Gonzaga, Mantova, collezionismo, diplomazia, carteggio, mercato veneziano, Ferdinando Gonzaga
La ricerca è dedicata all’analisi e alla trascrizione del carteggio degli inviati del ducato di Mantova presso la Serenissima Repubblica di Venezia negli anni di governo di Ferdinando Gonzaga (1612-1626) fino al Sacco della città del 1630. Sono state vagliate circa 13.000 lettere, ordinate in diciannove buste dell’Archivio Gonzaga conservate presso l’Archivio di Stato di Mantova, e oltre 700 sono state trascritte seguendo il criterio delle informazioni artistiche (la pittura, la scultura e l’architettura) ma senza tralasciare le notizie relative alla letteratura, le scienze e il mercato veneziano in genere. Questo studio intende precisare i contorni delle relazioni culturali e diplomatiche tra i due stati in anni cruciali per la storia della famiglia mantovana che, dopo un periodo glorioso, si avvia verso un declino inesorabile con il Sacco del 1630 e l’arrivo dei Gonzaga Nevers di Francia. Figura chiave è il duca Ferdinando, la cui cultura enciclopedica è evidente nell’acquisto di volumi delle più svariate materie a Venezia. Il Gonzaga è anche impegnato nella ricerca di denaro a sostegno del suo stato presso i Monti di Pietà della Serenissima e di Verona in cambio del pegno di gioielli e di argenti della sua collezione ma anche presso i mercanti che operano in città come Bartolomeo e Grazioso Bontempelli detti dal Calice. Bartolomeo dalla Nave, noto mercante e collezionista, propone invece agli inviati mantovani l’acquisto di opere, mentre il fiammingo Daniel Nijs è noto per la vendita della collezione Gonzaga al re Carlo I Stuart, il più “grande affare d’arte” del XVII secolo, che spostò a Londra il baricentro degli scambi collezionistici europei. Gli episodi artistici che si ritrovano nel carteggio, in cui sono presenti diversi intermediari, ambasciatori, artisti, comici e inviati, riguardano la costruzione della villa Favorita nei pressi di Mantova, l’arrivo di ritratti della famiglia Gonzaga a Venezia, l’attività di Domenico Fetti, pittore di corte, e dell’incisore Justus Sadeler. Le molte voci che s’intrecciano nei documenti forniscono un quadro articolato dei rapporti tra i Gonzaga e la Repubblica veneziana, alleato indispensabile nei fragili equilibri europei e indiscutibile centro di smistamento di tutte le notizie che arrivano alle altre corti. Venezia è anche una miniera inesauribile di opere e di artisti per i Gonzaga che, per questo motivo, trattano la vendita della loro collezione proprio nella città lagunare.
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