Il contributo ricostruisce i contesti di vita religiosa e sociale nei quali il vescovo Giuseppe Zaffonato annuncia la necessità di una nuova chiesa (1946), il vescovo Giuseppe Carraro benedice e posa la prima pietra (1956), il successore Albino Luciani la apre al culto con solenne benedizione (1963), alla vigilia della partecipazione all’apertura del Concilio Vaticano II. Particolare riguardo è dato ai riti liturgici che riguardano questi momenti. Si considera il progetto architettonico di Luigi Candiani di matrice neoromanica, con riferimento alle sue opere in diocesi di Treviso realizzate tra le due guerre. Si delineano gli orientamenti estetici della commissione proposta alla ricostruzione delle chiese distrutte nella Grande Guerra. Per il dopoguerra si pongono a confronto le novità antesignane promosse a Bologna dall’arcivescovo Giacomo Lercaro e le scelte in diocesi periferiche come quelle di Treviso e di Vittorio Veneto. Il contributo si completa con l’ampia documentazione dell’antica chiesa distrutta, il catalogo delle opere d’arte superstiti rinvenute nell’occasione. Chiude una prospettiva di ricerca: le ipotesi sulle origini della chiesa in base a inedite testimonianze dei secoli IX-X; l’edizione dell’inedito documento del 1514 di consacrazione della chiesa ricostruita dai Canonici Regolari di Sant’Antonio di Castello di Venezia che ne ebbero da allora la cura pastorale durata fino al 1773, riguardante tutte le chiese della pieve di Chiarano.

Note storiche e artistiche sulla nuova chiesa della Natività della Beata Vergine in Santa Maria di Campagna

FOSSALUZZA, Giorgio
2016-01-01

Abstract

Il contributo ricostruisce i contesti di vita religiosa e sociale nei quali il vescovo Giuseppe Zaffonato annuncia la necessità di una nuova chiesa (1946), il vescovo Giuseppe Carraro benedice e posa la prima pietra (1956), il successore Albino Luciani la apre al culto con solenne benedizione (1963), alla vigilia della partecipazione all’apertura del Concilio Vaticano II. Particolare riguardo è dato ai riti liturgici che riguardano questi momenti. Si considera il progetto architettonico di Luigi Candiani di matrice neoromanica, con riferimento alle sue opere in diocesi di Treviso realizzate tra le due guerre. Si delineano gli orientamenti estetici della commissione proposta alla ricostruzione delle chiese distrutte nella Grande Guerra. Per il dopoguerra si pongono a confronto le novità antesignane promosse a Bologna dall’arcivescovo Giacomo Lercaro e le scelte in diocesi periferiche come quelle di Treviso e di Vittorio Veneto. Il contributo si completa con l’ampia documentazione dell’antica chiesa distrutta, il catalogo delle opere d’arte superstiti rinvenute nell’occasione. Chiude una prospettiva di ricerca: le ipotesi sulle origini della chiesa in base a inedite testimonianze dei secoli IX-X; l’edizione dell’inedito documento del 1514 di consacrazione della chiesa ricostruita dai Canonici Regolari di Sant’Antonio di Castello di Venezia che ne ebbero da allora la cura pastorale durata fino al 1773, riguardante tutte le chiese della pieve di Chiarano.
2016
978-8-898-18115-5
eppe Zaffonato, vescovo Giuseppe Carraro, vescovo Albino Luciani, Costante Chimenton, architetto Luigi Candiani, Celso Costantini, Giovanni Costantini, Sant’Antonio di Castello Venezia, Francesco Ottobon, vescovo Domenico di Aleppo, Gregorio Lazzarini Riassunto
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