Il contributo è parte dei risultati della ricerca PRIN Legal_Frame_Work dedicato a legalità, lavoro e inclusione sociale, un progetto costruito su un termine, legalità, e sviluppato in termini dialettici con lavoro e il diritto che se ne occupa. La relazione tra legalità, politica e società in un sistema democratico qualifica l’intero progetto che, nel contributo dedicato allo Sfruttamento lavorativo oltre le migrazioni, approfondisce l’intersezione tra mobilità delle persone e mercato del lavoro, mediata dalla tutela dei diritti fondamentali nella logica della valorizzazione del lavoro legale. E’ inclusione sociale che qualifica il percorso intrapreso, individuando l’orizzonte valoriale entro il quale si colloca la questione della mobilità degli individui e, quindi, delle migrazioni. Centrale nella ricerca è il framework del titolo. A prescindere dal contenuto delle regole sostanziali, la ricerca è finalizzata a verificare se sono rispettate e se, o quale, ordinamento le fa rispettare. Rispetto effettivo della legalità ovvero cosa funziona / non funziona nell’intervento dell’ordinamento giuridico diretto a garantire la legalità, intesa come osservanza delle regole da parte dei destinatari (imprese, Stati, lavoratori, ecc.). Nel contributo ci si è occupati, a tale riguardo, di un indicatore particolarmente significativo come l’accesso alla giustizia delle persone (rectius lavoratori e lavoratrici) prive di permesso di soggiorno. La questione, riguardo alle migrazioni (il punto di partenza della riflessione: approfondimento del legame tra status di straniero e contratto di lavoro: par. 3) e lo sfruttamento del lavoro (punto di arrivo della stessa: par. 5) appare centrale. Ragionando per obiettivi, si conferma la scoperta di falsi obiettivi (efficienza del sistema giudiziario, tutela delle persone deboli nel mercato) e le ipocrisie valoriali del sistema di regole del lavoro (confermate dal mantenimento in vigore – nonostante tutte le evidenze contrarie sia per l’efficienza del sistema giudiziario che per la tutela delle persone – del reato d’ingresso e soggiorno illegale nel territorio italiano dello straniero privo del permesso di soggiorno; oppure, ancora, la parte di delega contenuta nel cd. Jobs Act in materia di legalità, largamente insufficiente e tranquillamente inevasa). Il tempo lungo della ricerca ha, del resto, consentito di confermare anche le aporie valoriali che hanno accompagnato la costruzione della prima politica comune dell’UE in materia d’immigrazione, arrivando ad intersecare le riflessioni svolte in materia di irregolarità del lavoro con la crisi strutturale dell’UE, necessariamente inclusa tra le questioni di frame da considerare.

Lo sfruttamento lavorativo oltre le migrazioni: percorsi di ricerca

Calafà, Laura
2016-01-01

Abstract

Il contributo è parte dei risultati della ricerca PRIN Legal_Frame_Work dedicato a legalità, lavoro e inclusione sociale, un progetto costruito su un termine, legalità, e sviluppato in termini dialettici con lavoro e il diritto che se ne occupa. La relazione tra legalità, politica e società in un sistema democratico qualifica l’intero progetto che, nel contributo dedicato allo Sfruttamento lavorativo oltre le migrazioni, approfondisce l’intersezione tra mobilità delle persone e mercato del lavoro, mediata dalla tutela dei diritti fondamentali nella logica della valorizzazione del lavoro legale. E’ inclusione sociale che qualifica il percorso intrapreso, individuando l’orizzonte valoriale entro il quale si colloca la questione della mobilità degli individui e, quindi, delle migrazioni. Centrale nella ricerca è il framework del titolo. A prescindere dal contenuto delle regole sostanziali, la ricerca è finalizzata a verificare se sono rispettate e se, o quale, ordinamento le fa rispettare. Rispetto effettivo della legalità ovvero cosa funziona / non funziona nell’intervento dell’ordinamento giuridico diretto a garantire la legalità, intesa come osservanza delle regole da parte dei destinatari (imprese, Stati, lavoratori, ecc.). Nel contributo ci si è occupati, a tale riguardo, di un indicatore particolarmente significativo come l’accesso alla giustizia delle persone (rectius lavoratori e lavoratrici) prive di permesso di soggiorno. La questione, riguardo alle migrazioni (il punto di partenza della riflessione: approfondimento del legame tra status di straniero e contratto di lavoro: par. 3) e lo sfruttamento del lavoro (punto di arrivo della stessa: par. 5) appare centrale. Ragionando per obiettivi, si conferma la scoperta di falsi obiettivi (efficienza del sistema giudiziario, tutela delle persone deboli nel mercato) e le ipocrisie valoriali del sistema di regole del lavoro (confermate dal mantenimento in vigore – nonostante tutte le evidenze contrarie sia per l’efficienza del sistema giudiziario che per la tutela delle persone – del reato d’ingresso e soggiorno illegale nel territorio italiano dello straniero privo del permesso di soggiorno; oppure, ancora, la parte di delega contenuta nel cd. Jobs Act in materia di legalità, largamente insufficiente e tranquillamente inevasa). Il tempo lungo della ricerca ha, del resto, consentito di confermare anche le aporie valoriali che hanno accompagnato la costruzione della prima politica comune dell’UE in materia d’immigrazione, arrivando ad intersecare le riflessioni svolte in materia di irregolarità del lavoro con la crisi strutturale dell’UE, necessariamente inclusa tra le questioni di frame da considerare.
2016
9788892106192
Migrazione Sfruttamento del lavoro Caporalato Grave sfruttamento lavorativo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/954240
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