Questo volume costituisce il risultato di una ricerca caratterizzata dall’alternarsi di uno sguardo che dai singoli elementi della scrittura muove a considerare l’intera opera di Agota Kristof. Lo studio valorizza la funzione della memoria, imperniata sul recupero di una Storia la cui resa, attraverso un effetto di straniamento, non fa che rafforzare l’interpretazione oggettiva delle «macerie del Novecento». L’analisi della lingua e di alcune tematiche quali la mostruosità, il tradimento del padre e la rappresentazione della sessualità, pervengono a mostrare lo stretto legame tra scrittura narrativa e teatrale. Si configura un mondo omogeneo, fatto di frammenti di ricordo che diventano materia di racconto e di riflessione, in cui l’immaginazione è tutto. Dal rapporto tra narrazione e teatro, deriva la creazione di un corpo su cui Kristof proietta tutta la sua creaturalità: è il corpo impossibile da separare, almeno all’inizio, dei due gemelli del Grand Cahier. Un corpo in frammenti che, per proteggersi contro il male, deve compiere un certo numero di esercizi, dal carattere si potrebbe dire rituale, ma nel quale si inscriverà infine il fantasma della «dolorosa separazione» di Agota Kristof.
Il corpo in frammenti. Teatro e romanzo in Agota Kristof
Benedettini, Riccardo
2016-01-01
Abstract
Questo volume costituisce il risultato di una ricerca caratterizzata dall’alternarsi di uno sguardo che dai singoli elementi della scrittura muove a considerare l’intera opera di Agota Kristof. Lo studio valorizza la funzione della memoria, imperniata sul recupero di una Storia la cui resa, attraverso un effetto di straniamento, non fa che rafforzare l’interpretazione oggettiva delle «macerie del Novecento». L’analisi della lingua e di alcune tematiche quali la mostruosità, il tradimento del padre e la rappresentazione della sessualità, pervengono a mostrare lo stretto legame tra scrittura narrativa e teatrale. Si configura un mondo omogeneo, fatto di frammenti di ricordo che diventano materia di racconto e di riflessione, in cui l’immaginazione è tutto. Dal rapporto tra narrazione e teatro, deriva la creazione di un corpo su cui Kristof proietta tutta la sua creaturalità: è il corpo impossibile da separare, almeno all’inizio, dei due gemelli del Grand Cahier. Un corpo in frammenti che, per proteggersi contro il male, deve compiere un certo numero di esercizi, dal carattere si potrebbe dire rituale, ma nel quale si inscriverà infine il fantasma della «dolorosa separazione» di Agota Kristof.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.