La presente indagine si divide in tre parti. Nella prima parte si sono evidenziate, da un punto di vista storico, le diverse fasi evolutive della rilevanza penale del possesso di cose e di oggetti, partendo dal diritto penale romano fino al Codice Rocco, passando attraverso l’analisi dei codici italiani preunitari e degli ordinamenti giuridici stranieri a noi culturalmente più vicini. Si sono individuati quindi i fattori che hanno portato, a partire dalla seconda metà del Novecento, ad un considerevole aumento, nella nostra legislazione penale e in quella straniera, delle fattispecie che incriminano il mero “possesso” di un oggetto. Si è quindi proceduto a definire più puntualmente i concetti penalistici di possesso e di detenzione, staccandosi dalla nozione che ad essi viene data in ambito civilistico e, prima ancora, nel diritto romano, per soffermarsi sullo specifico significato che assumono nell’economia dei reati in questione. Sono state evidenziate poi le diverse formulazioni con cui il legislatore descrive la relazione di fatto tra una persona ed un oggetto penalmente rilevante. Nella seconda parte si è proceduto, muovendo dall’analisi della struttura normativa di alcune «figure» paradigmatiche di reati di possesso, ad una loro classificazione sistematica sotto il profilo del diverso grado di astrazione rispetto all’offesa di beni giuridici, in essi insito. È stato così possibile distinguere quelle che si configurano come reati di pericolo astratto, di pericolo astratto-concreto o di pericolo indiretto. Particolare attenzione è stata rivolta inoltre ai reati di possesso riconducibili alla categoria dei “reati cumulativi” («Kumulationsdelikte»), dei “reati preparatori” («Vorbereitungsdelikte») e dei reati cd. di sospetto, al significato dogmatico che la mancanza di autorizzazione riveste in molti di questi reati, nonché al rapporto tra la natura permanente di tali reati e l’offensività del fatto tipico. Una volta determinato l’articolarsi di rapporti esistenti tra il possesso di un oggetto e l’offesa ad un bene giuridico, si è proceduto ad inquadrare i reati di possesso nell’ambito della teoria generale del reato, verificandone la conformità con il fondamentale principio di materialità. A tal fine è stato necessario stabilire se i reati di possesso costituiscano dei reati di condotta, nella forma dell’azione o dell’omissione (propria o impropria), ovvero dei reati di evento o se invece rappresentino una distinta categoria dogmatica di “reati di stato” («Zustandsdelikte», «state of affairs offences») o «di posizione». Per sciogliere questo complesso nodo dogmatico si è rivisitato il concetto tradizionale di «azione». Nella terza ed ultima parte dell’indagine è stata verificata la legittimità delle diverse tecniche di tipizzazione impiegate in subjecta materia dal legislatore penale e sono state formulate, in prospettiva de lege ferenda, alcune proposte per un adeguato e legittimo ricorso all’incriminazione del possesso di oggetti, che rispetti i fondamentali principi garantistici del diritto penale, aventi rango costituzionale e convenzionale/sovranazionale.

I reati di possesso. Un'indagine dogmatica e politico-criminale in prospettiva storica e comparata.

SALVADORI, Ivan
2016-01-01

Abstract

La presente indagine si divide in tre parti. Nella prima parte si sono evidenziate, da un punto di vista storico, le diverse fasi evolutive della rilevanza penale del possesso di cose e di oggetti, partendo dal diritto penale romano fino al Codice Rocco, passando attraverso l’analisi dei codici italiani preunitari e degli ordinamenti giuridici stranieri a noi culturalmente più vicini. Si sono individuati quindi i fattori che hanno portato, a partire dalla seconda metà del Novecento, ad un considerevole aumento, nella nostra legislazione penale e in quella straniera, delle fattispecie che incriminano il mero “possesso” di un oggetto. Si è quindi proceduto a definire più puntualmente i concetti penalistici di possesso e di detenzione, staccandosi dalla nozione che ad essi viene data in ambito civilistico e, prima ancora, nel diritto romano, per soffermarsi sullo specifico significato che assumono nell’economia dei reati in questione. Sono state evidenziate poi le diverse formulazioni con cui il legislatore descrive la relazione di fatto tra una persona ed un oggetto penalmente rilevante. Nella seconda parte si è proceduto, muovendo dall’analisi della struttura normativa di alcune «figure» paradigmatiche di reati di possesso, ad una loro classificazione sistematica sotto il profilo del diverso grado di astrazione rispetto all’offesa di beni giuridici, in essi insito. È stato così possibile distinguere quelle che si configurano come reati di pericolo astratto, di pericolo astratto-concreto o di pericolo indiretto. Particolare attenzione è stata rivolta inoltre ai reati di possesso riconducibili alla categoria dei “reati cumulativi” («Kumulationsdelikte»), dei “reati preparatori” («Vorbereitungsdelikte») e dei reati cd. di sospetto, al significato dogmatico che la mancanza di autorizzazione riveste in molti di questi reati, nonché al rapporto tra la natura permanente di tali reati e l’offensività del fatto tipico. Una volta determinato l’articolarsi di rapporti esistenti tra il possesso di un oggetto e l’offesa ad un bene giuridico, si è proceduto ad inquadrare i reati di possesso nell’ambito della teoria generale del reato, verificandone la conformità con il fondamentale principio di materialità. A tal fine è stato necessario stabilire se i reati di possesso costituiscano dei reati di condotta, nella forma dell’azione o dell’omissione (propria o impropria), ovvero dei reati di evento o se invece rappresentino una distinta categoria dogmatica di “reati di stato” («Zustandsdelikte», «state of affairs offences») o «di posizione». Per sciogliere questo complesso nodo dogmatico si è rivisitato il concetto tradizionale di «azione». Nella terza ed ultima parte dell’indagine è stata verificata la legittimità delle diverse tecniche di tipizzazione impiegate in subjecta materia dal legislatore penale e sono state formulate, in prospettiva de lege ferenda, alcune proposte per un adeguato e legittimo ricorso all’incriminazione del possesso di oggetti, che rispetti i fondamentali principi garantistici del diritto penale, aventi rango costituzionale e convenzionale/sovranazionale.
2016
978-88-495-3187-9
Possession offences
reati di possesso
teoria generale del reato
concetto di azione nel diritto penale
principio di offensivita'
reati preparatori
reati cumulativi
Besitzdelikte
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/948218
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