La Societas aquilae se renovantis viene fondata a Venezia nel 1574 dal tipografo Geronimo Polo e sarà presente sul mercato editoriale europeo fino al 1609 prevalentemente stampando libri giuridici. Molte delle famiglie più importanti del panorama tipografico veneziano, in differenti periodi, lavoreranno in società tra loro sotto l’egida dell’Aquila (Sessa, Zenaro, Giunta, Varisco, Polo, Basa, Farri, Guerra, Ziletti) creando un vero e proprio trust che macinerà ampi profitti e una gran mole di edizioni. La sua storia è rimasta per lungo tempo oscura per due fondamentali motivi: la presenza ingombrante dei Giunta e dei Sessa ha, da un lato, spesso impedito di approfondire i rapporti economici esistenti tra di loro e per la gran parte transitati proprio all’ombra della marca editoriale dell’Aquila che si rinnova. Dall’altro, le collaborazioni fra tipografi, spesso limitate alla classica stretta di mano, hanno impedito che si sciogliessero tutti i nodi relativi alla dimensione tipografica, alle curatele, agli scambi tra piccoli e grandi editori e perfino alla reale consistenza nei magazzini di ogni socio di edizioni stampate con il marchio dell’Aquila o con i propri.
Annali tipografici della Societas Aquilae se Renovantis (1574-1609)
TALLINI, Gennaro
2016-01-01
Abstract
La Societas aquilae se renovantis viene fondata a Venezia nel 1574 dal tipografo Geronimo Polo e sarà presente sul mercato editoriale europeo fino al 1609 prevalentemente stampando libri giuridici. Molte delle famiglie più importanti del panorama tipografico veneziano, in differenti periodi, lavoreranno in società tra loro sotto l’egida dell’Aquila (Sessa, Zenaro, Giunta, Varisco, Polo, Basa, Farri, Guerra, Ziletti) creando un vero e proprio trust che macinerà ampi profitti e una gran mole di edizioni. La sua storia è rimasta per lungo tempo oscura per due fondamentali motivi: la presenza ingombrante dei Giunta e dei Sessa ha, da un lato, spesso impedito di approfondire i rapporti economici esistenti tra di loro e per la gran parte transitati proprio all’ombra della marca editoriale dell’Aquila che si rinnova. Dall’altro, le collaborazioni fra tipografi, spesso limitate alla classica stretta di mano, hanno impedito che si sciogliessero tutti i nodi relativi alla dimensione tipografica, alle curatele, agli scambi tra piccoli e grandi editori e perfino alla reale consistenza nei magazzini di ogni socio di edizioni stampate con il marchio dell’Aquila o con i propri.
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