Il tema di questo studio è lo sviluppo del concetto di “vita” (Leben) nella filosofia kantiana nell’arco di tempo che va dal 1780 al 1790, data di pubblicazione della Critica del Giudizio. Nella terza Critica la teleologia naturale è fondata sul concetto di fine naturale (Naturzweck). La struttura contingente dell’organismo e i suoi processi vegetativi costringono il Giudizio a riflettere sulla natura come se in essa fosse all’opera un nesso finale non fenomenico. Il rapporto tra corpo organico e percezione rimane però non problematizzato. Essendo la peculiarità del vivente naturale proprio la sensazione e l’appetizione, lo stesso concetto di vivente risulta paradossalmente in ombra nell’opera. Lo sforzo di chiarificazione della tesi consiste nell’andare a cercare nel periodo precritico e nei Principi metafisici della scienza della natura (1785) una definizione di “vita”. La ricerca mette in luce una sorta di persistente dualismo mai giustificato completamente tra percezione e corpo senziente. L’interazione tra i due, essendo situata al di là dell’esperienza fenomenica rimane inaccessibile alla filosofia teoretica, allo stesso tempo rimane tuttavia una condizione trascendentale dell’esperienza stessa.

The dissertation focuses on Kant’s development of the concept of “life” (Leben) in the period between 1780 and 1790 (the year of the publication of the Critique of the Power of Judgment). In the third Critique, natural teleology is grounded on the concept of natural purpose (Naturzweck). The contingent structure of the organism and its vegetative processes force the Power of Judgment to reflect on nature as if in the latter a non-phenomenal connection with purposes was at work. In the Critique of the Power of Judgment the relationship between perception and the organic body remains though not justified. Since the essential characteristics of living natural beings are sensation and appetition, such a concept remains paradoxically overlooked in the Critique of the Power of Judgment. Therfore the dissertation aims to find a definition of “life” in the precritical period and in the Metaphisical foundation of natural science (1785), in order to highlight a persistent dualism, which is never completely justified by Kant, between perception and the sentient body. As long as the interaction between the two is placed beyond phenomenal experience, it remains inaccessible to theoretical philosophy, but it is at the same time a transcendental condition of experience itself.

Il trascendentale contingente. La finalità del corpo vivente nella Critica del Giudizio di Kant.

Lugoboni, Andrea
2016-01-01

Abstract

The dissertation focuses on Kant’s development of the concept of “life” (Leben) in the period between 1780 and 1790 (the year of the publication of the Critique of the Power of Judgment). In the third Critique, natural teleology is grounded on the concept of natural purpose (Naturzweck). The contingent structure of the organism and its vegetative processes force the Power of Judgment to reflect on nature as if in the latter a non-phenomenal connection with purposes was at work. In the Critique of the Power of Judgment the relationship between perception and the organic body remains though not justified. Since the essential characteristics of living natural beings are sensation and appetition, such a concept remains paradoxically overlooked in the Critique of the Power of Judgment. Therfore the dissertation aims to find a definition of “life” in the precritical period and in the Metaphisical foundation of natural science (1785), in order to highlight a persistent dualism, which is never completely justified by Kant, between perception and the sentient body. As long as the interaction between the two is placed beyond phenomenal experience, it remains inaccessible to theoretical philosophy, but it is at the same time a transcendental condition of experience itself.
2016
"Kant" "Filosofia trascendentale" "Teleologia" "Estetica e scienze della vita"
Il tema di questo studio è lo sviluppo del concetto di “vita” (Leben) nella filosofia kantiana nell’arco di tempo che va dal 1780 al 1790, data di pubblicazione della Critica del Giudizio. Nella terza Critica la teleologia naturale è fondata sul concetto di fine naturale (Naturzweck). La struttura contingente dell’organismo e i suoi processi vegetativi costringono il Giudizio a riflettere sulla natura come se in essa fosse all’opera un nesso finale non fenomenico. Il rapporto tra corpo organico e percezione rimane però non problematizzato. Essendo la peculiarità del vivente naturale proprio la sensazione e l’appetizione, lo stesso concetto di vivente risulta paradossalmente in ombra nell’opera. Lo sforzo di chiarificazione della tesi consiste nell’andare a cercare nel periodo precritico e nei Principi metafisici della scienza della natura (1785) una definizione di “vita”. La ricerca mette in luce una sorta di persistente dualismo mai giustificato completamente tra percezione e corpo senziente. L’interazione tra i due, essendo situata al di là dell’esperienza fenomenica rimane inaccessibile alla filosofia teoretica, allo stesso tempo rimane tuttavia una condizione trascendentale dell’esperienza stessa.
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