Premessa. All’interno delle strutture residenziali per anziani, l’operatore socio-sanitario è una figura centrale rispetto all’offerta di cura e assistenza, svolgendo attività tese a soddisfare bisogni primari e a favorire il benessere e l’autonomia dell’utente; egli è il professionista che ha maggiore contatto con l’utente (da 2 a 12 soggetti in carico). Recentemente, il suo profilo professionale è stato disciplinato a livello nazionale e regionale (Decreto del Ministero della Sanità del 18 Febbraio 2000 e Accordo Stato-Regioni del 22 Febbraio 2001) unificando precedenti denominazioni e figure (O.T.A., O.S.A.) e stabilendo le rispettive competenze, mansioni e conoscenze. Obiettivi. Data la centralità del ruolo dell’operatore e, a fronte dell’evoluzione del profilo professionale, la presente ricerca intende indagare l’offerta di cura del personale socio-sanitario. Nel dettaglio, vuole verificare la presenza di eventuali differenze nella percezione del proprio stile di accudimento e nella messa in atto di comportamenti compassionevoli da parte di operatori con stile di attaccamento sicuro e insicuro. Si vogliono, infine, individuare le variabili predittrici di uno stile di accudimento user-centered / oggettivante. Metodo. Nella prima fase della ricerca, dedicata allo sviluppo della scala di percezione di caregiving, è stato combinato il metodo quantititavo (somministrazione questionario) al metodo qualitativo (intervista) al fine di ottenere feedback sullo strumento proposto; sono stati coinvolti 29 operatori socio-sanitari in servizio presso due strutture residenziali per anziani della provincia di Verona. Nella seconda fase, invece, è stata usata la metodologia quantitativa per indagare i costrutti di interesse coinvolgendo 312 operatori socio-sanitari in servizio presso strutture residenziali per anziani del Veneto e del Trentino Alto Adige, attraverso un questionario autosomministrato. Risultati. La percezione di caregiving è stata indagata attraverso le due dimensioni di cura della scala creata ad hoc: una in cui viene messa al centro la persona e i suoi bisogni e, l’altra in cui viene misurata l’oggettivazione dell’utente. Gli operatori coinvolti nella ricerca presentano punteggi medi maggiori nella cura della persona anziché nell’oggettivazione. Anche il punteggio medio della compassione è piuttosto alto, ma risulta più elevato tra i soggetti insicuri. Minori sono, invece, i livelli di esaurimento emotivo e di depersonalizzazione degli operatori sicuri rispetto a quelli riportati da evitanti ed ansiosi. Gli operatori sicuri sembrano, di fatto, meno inclini allo sviluppo della sindrome di burnout. A determinare questo tipo di malessere nell’operatore è un elevato carico di lavoro percepito e un’elevata standardizzazione del lavoro. Anche umanizzare il paziente sembra essere legato al burnout (Vaes & Muratore, 2012), ma solo nell’attribuzione dei tratti condivisi con la specie animale. Attribuire tratti che appartengono esclusivamente all’uomo, invece, potrebbe evitarne l’insorgenza. Gli operatori con stile di attaccamento sicuro offrono una differente tipologia di cura, rispetto agli operatori con stile di attaccamento insicuro. I sicuri tendono ad oggettivare gli utenti in misura minore e a dedicare maggior tempo alla relazione rispetto agli ansiosi, ma tendono anche a mettere in atto meno gesti compassionevoli rispetto agli operatori insicuri ansiosi. Inoltre, essi attribuiscono agli utenti anziani punteggi inferiori relativamente ai tratti della natura umana rispetto agli insicuri e assegnano, in definitiva, un eguale o più equilibrato punteggio sia ai tratti della natura umana che ai tratti pienamente umani. Una buona cura è complessivamente determinata da compassione, tratti della natura umana, tempo dedicato alla relazione e minore depersonalizzazione. Una cura oggettivante è, invece, alimentata dall’ansia di attaccamento, da un ridotto tempo dedicato alla relazione e da un elevato esaurimento emotivo. Una buona cura negli operatori sicuri è determinata da gesti compassionevoli e da un maggior tempo dedicato alla relazione, mentre nelle persone insicure è determinata da gesti di compassione e da un minore livello di burnout. Tra sicuri, è la relazione con gli utenti a favorire una cura fondata sui bisogni dell’anziano, mentre negli insicuri è centrale il fatto di avere un burnout ridotto. Per gli insicuri, è l’esaurimento emotivo a determinare la messa in atto di comportamenti che tolgono dignità alla persona assistita; per i sicuri, invece, non ci sono variabili che comportino l’oggettivazione. Conclusioni. Dai risultati emerge molto chiaramente l’importanza degli stili di attaccamento; essi sembrano influire sulla messa in atto di quei comportamenti di cura che rappresentano un valore aggiunto nella quotidiana offerta di cure (oggettivazione dell’utente). L’attaccamento è, pertanto, una variabile di differenza individuale decisiva anche nell’offerta di cura formale. Sulla base di quanto ottenuto, possono essere creati percorsi formativi mirati che permettano all’operatore di: - acquisire consapevolezza circa il proprio e altrui modo di rapportarsi con gli altri; - conseguire quelle conoscenze/competenze necessarie per offrire una buona cura.

Background. HealthCare Assistant (HCA) has a key-role in nursing homes in terms of care. HCA satisfies basic human needs, but also well-being’s and autonomy’s requests of institutionalized elderly people. The HCA is, furthermore, the professional more in contact with older adults (2-12 users in charge). Recently, Italian Health Department replaced previous qualifications with the HCA, clarifying functions, competences and required knowledge. Aims. The present study aims to investigate health and social personnel’s caregiving, through the development of a self-report instrument. Different caregiving styles were expected according to different attachment styles. Further investigations have the purpose to identify predictors of a user-centered and/or objectifying caregiving style. Methods. In the first phase, both quantitative and qualitative methodology were used to get feedback and suggestions from respondents (29 HCA) relating to the new scale. In a second phase, a quantitative method was used to reach a vast number of HCA (312), administrating a self-report questionnaire. Results. Two opposite caregiving’s dimensions emerged from the developed instrument: on the one side, a patient-centered dimension and, on the other side, a patient’ dignity denial component. The user-centered care is determined by compassion, the attribution of human nature traits, more time spent having an interaction with elderly and less depersonalization. An objectifying care is derived from attachment anxiety, less time dedicated to relationship and a high level of emotional exhaustion. In secure HCA, a good quality of care is determined by compassion and more time dedicated to relationship with users; among insecure HCA, a good care is determined by compassion and less burnout. Conclusion. Results suggest that attachment styles influence the quality of formal care. Specific training courses could be realized in order to help HCA to provide a good care in accordance with individual attachment style.

La percezione di caregiving degli operatori socio-sanitari in servizio nelle strutture residenziali per anziani

Motteran, Arianna
2016-01-01

Abstract

Background. HealthCare Assistant (HCA) has a key-role in nursing homes in terms of care. HCA satisfies basic human needs, but also well-being’s and autonomy’s requests of institutionalized elderly people. The HCA is, furthermore, the professional more in contact with older adults (2-12 users in charge). Recently, Italian Health Department replaced previous qualifications with the HCA, clarifying functions, competences and required knowledge. Aims. The present study aims to investigate health and social personnel’s caregiving, through the development of a self-report instrument. Different caregiving styles were expected according to different attachment styles. Further investigations have the purpose to identify predictors of a user-centered and/or objectifying caregiving style. Methods. In the first phase, both quantitative and qualitative methodology were used to get feedback and suggestions from respondents (29 HCA) relating to the new scale. In a second phase, a quantitative method was used to reach a vast number of HCA (312), administrating a self-report questionnaire. Results. Two opposite caregiving’s dimensions emerged from the developed instrument: on the one side, a patient-centered dimension and, on the other side, a patient’ dignity denial component. The user-centered care is determined by compassion, the attribution of human nature traits, more time spent having an interaction with elderly and less depersonalization. An objectifying care is derived from attachment anxiety, less time dedicated to relationship and a high level of emotional exhaustion. In secure HCA, a good quality of care is determined by compassion and more time dedicated to relationship with users; among insecure HCA, a good care is determined by compassion and less burnout. Conclusion. Results suggest that attachment styles influence the quality of formal care. Specific training courses could be realized in order to help HCA to provide a good care in accordance with individual attachment style.
2016
caregiving, attaccamento, operatore socio-sanitario, strutture residenziali per anziani
Premessa. All’interno delle strutture residenziali per anziani, l’operatore socio-sanitario è una figura centrale rispetto all’offerta di cura e assistenza, svolgendo attività tese a soddisfare bisogni primari e a favorire il benessere e l’autonomia dell’utente; egli è il professionista che ha maggiore contatto con l’utente (da 2 a 12 soggetti in carico). Recentemente, il suo profilo professionale è stato disciplinato a livello nazionale e regionale (Decreto del Ministero della Sanità del 18 Febbraio 2000 e Accordo Stato-Regioni del 22 Febbraio 2001) unificando precedenti denominazioni e figure (O.T.A., O.S.A.) e stabilendo le rispettive competenze, mansioni e conoscenze. Obiettivi. Data la centralità del ruolo dell’operatore e, a fronte dell’evoluzione del profilo professionale, la presente ricerca intende indagare l’offerta di cura del personale socio-sanitario. Nel dettaglio, vuole verificare la presenza di eventuali differenze nella percezione del proprio stile di accudimento e nella messa in atto di comportamenti compassionevoli da parte di operatori con stile di attaccamento sicuro e insicuro. Si vogliono, infine, individuare le variabili predittrici di uno stile di accudimento user-centered / oggettivante. Metodo. Nella prima fase della ricerca, dedicata allo sviluppo della scala di percezione di caregiving, è stato combinato il metodo quantititavo (somministrazione questionario) al metodo qualitativo (intervista) al fine di ottenere feedback sullo strumento proposto; sono stati coinvolti 29 operatori socio-sanitari in servizio presso due strutture residenziali per anziani della provincia di Verona. Nella seconda fase, invece, è stata usata la metodologia quantitativa per indagare i costrutti di interesse coinvolgendo 312 operatori socio-sanitari in servizio presso strutture residenziali per anziani del Veneto e del Trentino Alto Adige, attraverso un questionario autosomministrato. Risultati. La percezione di caregiving è stata indagata attraverso le due dimensioni di cura della scala creata ad hoc: una in cui viene messa al centro la persona e i suoi bisogni e, l’altra in cui viene misurata l’oggettivazione dell’utente. Gli operatori coinvolti nella ricerca presentano punteggi medi maggiori nella cura della persona anziché nell’oggettivazione. Anche il punteggio medio della compassione è piuttosto alto, ma risulta più elevato tra i soggetti insicuri. Minori sono, invece, i livelli di esaurimento emotivo e di depersonalizzazione degli operatori sicuri rispetto a quelli riportati da evitanti ed ansiosi. Gli operatori sicuri sembrano, di fatto, meno inclini allo sviluppo della sindrome di burnout. A determinare questo tipo di malessere nell’operatore è un elevato carico di lavoro percepito e un’elevata standardizzazione del lavoro. Anche umanizzare il paziente sembra essere legato al burnout (Vaes & Muratore, 2012), ma solo nell’attribuzione dei tratti condivisi con la specie animale. Attribuire tratti che appartengono esclusivamente all’uomo, invece, potrebbe evitarne l’insorgenza. Gli operatori con stile di attaccamento sicuro offrono una differente tipologia di cura, rispetto agli operatori con stile di attaccamento insicuro. I sicuri tendono ad oggettivare gli utenti in misura minore e a dedicare maggior tempo alla relazione rispetto agli ansiosi, ma tendono anche a mettere in atto meno gesti compassionevoli rispetto agli operatori insicuri ansiosi. Inoltre, essi attribuiscono agli utenti anziani punteggi inferiori relativamente ai tratti della natura umana rispetto agli insicuri e assegnano, in definitiva, un eguale o più equilibrato punteggio sia ai tratti della natura umana che ai tratti pienamente umani. Una buona cura è complessivamente determinata da compassione, tratti della natura umana, tempo dedicato alla relazione e minore depersonalizzazione. Una cura oggettivante è, invece, alimentata dall’ansia di attaccamento, da un ridotto tempo dedicato alla relazione e da un elevato esaurimento emotivo. Una buona cura negli operatori sicuri è determinata da gesti compassionevoli e da un maggior tempo dedicato alla relazione, mentre nelle persone insicure è determinata da gesti di compassione e da un minore livello di burnout. Tra sicuri, è la relazione con gli utenti a favorire una cura fondata sui bisogni dell’anziano, mentre negli insicuri è centrale il fatto di avere un burnout ridotto. Per gli insicuri, è l’esaurimento emotivo a determinare la messa in atto di comportamenti che tolgono dignità alla persona assistita; per i sicuri, invece, non ci sono variabili che comportino l’oggettivazione. Conclusioni. Dai risultati emerge molto chiaramente l’importanza degli stili di attaccamento; essi sembrano influire sulla messa in atto di quei comportamenti di cura che rappresentano un valore aggiunto nella quotidiana offerta di cure (oggettivazione dell’utente). L’attaccamento è, pertanto, una variabile di differenza individuale decisiva anche nell’offerta di cura formale. Sulla base di quanto ottenuto, possono essere creati percorsi formativi mirati che permettano all’operatore di: - acquisire consapevolezza circa il proprio e altrui modo di rapportarsi con gli altri; - conseguire quelle conoscenze/competenze necessarie per offrire una buona cura.
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La percezione di caregiving degli operatori socio-sanitari in servizio nelle strutture residenziali per anziani

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