L’esilio degli amanti nella foresta rappresenta un episodio costante e opaco nel corpus tristaniano medievale (esito della tensione tra istanze secolari e norma clericale, dove la poesia volgare si regge sulla retorica latina e tracce di oralità folclorica affiorano nella scrittura erudita). Le opere che rappresentano il ‘Romanzo di Tristano’, spesso lacunosamente conservate, talora divergono per variazioni minime ma contestualmente significative (sulle quali è possibile testare stile, temi e ideologia). La coerenza tematica e la completezza narrativa dell’opera autoriale non corrispondono alla prassi compositiva e alle intenzioni dei ‘romanzieri e degli ‘editori’ del medioevo volgare, entro il quale l’istanza autoriale si pone quale mero principio di coerenza rispetto ai materiali traditi. I manoscritti - e quei frammenti di biografie autoriali che ne deduciamo - parlano di poeti che inventano, compongono e pubblicano per moduli tematici, building-blocks, selezionati e strutturati su criteri diversi dall’originalità, dalla non contraddittorietà e dalla completezza del discorso d’autore (quale la critica moderna definisce). Il lungo passo della Minnegrotte di Gottfried viene proposto non dall’edizione critica, ma da una delle redazioni manoscritte più antiche (Herr Tristrant, secondo la rubrica moderna del BMS, Cgm. 51) . Il soggiorno degli amanti nella selva conclude le vicissitudini dell’adulterio consumato alla corte di re Marco in Cornovaglia e, imprimendo all’azione una svolta senza ritorno, prelude alla definitiva separazione e alla morte di Tristano e Isotta. Nella tradizione frammentaria e lacunosa del roman di Thomas d’Angleterre, il passo non è conservato. Le ‘traduzioni’ (quella dell’alsaziano Gottfried, la saga norvegese e il Sir Tristrem medio inglese) confermano minuzie del contenuto, ma i risultati sono difformi per destinazione, qualità e registro. Nel Tristran und Isolde le coincidenze si compongono, tematizzando [...] le idee profonde sottese alla trama, il ‘messaggio’. L’interpretazione che Gottfried dà della vicenda vulgata ne sviluppa il plot epico-romanzesco in un apparente intermezzo lirico. Il passo, diffondendosi per centinaia di versi, risemantizza gli elementi consueti del repertorio tristaniano (il bando, la foresta, la grotta, la caccia, l’arpa, il talamo, la spada) per disegnare il tema morale del romanzo incompiuto (o forse ‘aperto’): l’amore quale ‘nutrimento spirituale’ (che nel prologo si era espresso con metafore eucaristiche) deriva qui dallo sviluppo del motivo della fame e delle privazioni della vita selvatica, accennato su altro registro anche nei testi solidali della Tristrams saga e del Sir Tristrem. I motivi ricorrenti negli analoghi folclorici (il giovane cacciatore irretito da una passione colpevole nella trappola boschiva di una femmina fatata) si combinano con quelli innovativi e soggettivi degli autori colti del medioevo. In Gottfried, musica e poesia sottraggono temporaneamente gli amanti ai morsi delle privazioni e della colpa (e Tristano musico e maestro agli obblighi di Tristano cavaliere, cacciatore e trickster). Lo sviluppo originale dei dettagli arcaici caratterizza le singole opere, con variazioni significative per il carattere e la semantica dei personaggi e per gli esiti della trama. Il gesto del marito ingannato al ritrovamento dei fuggiaschi - un guanto gettato sull’adultera addormentata, o poggiato sul suo volto per ripararla dal sole - si tramuta in Gottfried nei fiori raccolti dal vecchio re, turbato nei sensi e negli affetti, per impedire alla luce l’accesso alla Minnegrotte, architettura ipogea e catacombale: qui i corpi degli amanti, composti nel talamo trasformato in catafalco [...] intorno alla spada snudata, inscenano la morte, l’unico scioglimento possibile del triangolo amoroso. Così gli esiti della simulazione escogitata dal trickster per salvare sé e l’amante, con un’involontaria prolessi della tragedia finale (che nel poema di Gottfried non è raccontata), ribaltano le intenzioni di Tristano e ne anticipano il destino. La spada nel talamo è un motivo costante polisemico e muto - allusione mortifera, esibizione fallica o simbolo del vincolo tra gli zii e i nipoti, di Isolde con Moroldo (che di quella spada è morto) e di Tristano con Marco (che gliel’ha concessa con l’investitura cavalleresca). Gli autori medievali ne colmano il silenzio con invenzioni soggettive e abusive, vittime, come noi, dell’opacità con cui emerge il fondo remoto della leggenda. Gottfried, scholasticus e fanatico ovidiano, recupera dalla trama remota e ubiqua del ‘cacciatore cacciato’, il cervo meraviglioso [...], la preda predatrice, che passa e sparisce dal campo visivo del pubblico e dei personaggi, precipitando Marco nella féerie dell’amore (da cui è attratto ed escluso). [...] Fossile guida del discorso la misteriosa spada, che, seppure presente ovunque, viene riconosciuta e motivata dai vari testi in modo differente, rinforzandone il mistero. I testimoni dello strato più alto della tradizione di Gottfried, i codici completi di Heidelberg (Tristan H) e Monaco (Tristan M), che trasmettono entrambi il romanzo incompiuto insieme alla conclusione ad opera di Ulrich von Türheim (redatta entro entro il 1243), divergono nell’estensione del lunghissimo episodio della Minnegrotte e alcune sequenze presenti in H (con la caratterizzazione ‘ovidiana’ degli amanti, e l’allegoresi dell’archittetura tombale della grotta, culminante nella dolente autobiografia lirica del poeta-amante) vengono apparentemente rimosse in M. Il codice monacense, un Tristano ‘istoriato’, offre una versione ridotta della sequenza, un testo spesso banalizzato e un interessante layout. Le litterae longobardae che scandiscono in paragrafi la narrazione, non hanno relazioni con il contenuto, ridotte a meri elementi decorativi di una ricercata simmetria della mise en page. Insieme alle carte manoscritte, sono stati rilegati gruppi di miniature a tutta pagina che rappresentano le scene salienti del romanzo, con l’accompagnamento di didascalie. L’illustrazione al f. 90r, nei suoi tre campi, include l’azione completa dell’episodio: il bando e la separazione dalla corte; Marke alla Minnegrotte con gli amanti addormentati ai lati della spada snudata; la riammissione a corte di Tristrant e Ysot.
Gli amanti nella selva. Herr Tristrant - BSB Cgm 51
CIPOLLA, Maria Adele
2014-01-01
Abstract
L’esilio degli amanti nella foresta rappresenta un episodio costante e opaco nel corpus tristaniano medievale (esito della tensione tra istanze secolari e norma clericale, dove la poesia volgare si regge sulla retorica latina e tracce di oralità folclorica affiorano nella scrittura erudita). Le opere che rappresentano il ‘Romanzo di Tristano’, spesso lacunosamente conservate, talora divergono per variazioni minime ma contestualmente significative (sulle quali è possibile testare stile, temi e ideologia). La coerenza tematica e la completezza narrativa dell’opera autoriale non corrispondono alla prassi compositiva e alle intenzioni dei ‘romanzieri e degli ‘editori’ del medioevo volgare, entro il quale l’istanza autoriale si pone quale mero principio di coerenza rispetto ai materiali traditi. I manoscritti - e quei frammenti di biografie autoriali che ne deduciamo - parlano di poeti che inventano, compongono e pubblicano per moduli tematici, building-blocks, selezionati e strutturati su criteri diversi dall’originalità, dalla non contraddittorietà e dalla completezza del discorso d’autore (quale la critica moderna definisce). Il lungo passo della Minnegrotte di Gottfried viene proposto non dall’edizione critica, ma da una delle redazioni manoscritte più antiche (Herr Tristrant, secondo la rubrica moderna del BMS, Cgm. 51) . Il soggiorno degli amanti nella selva conclude le vicissitudini dell’adulterio consumato alla corte di re Marco in Cornovaglia e, imprimendo all’azione una svolta senza ritorno, prelude alla definitiva separazione e alla morte di Tristano e Isotta. Nella tradizione frammentaria e lacunosa del roman di Thomas d’Angleterre, il passo non è conservato. Le ‘traduzioni’ (quella dell’alsaziano Gottfried, la saga norvegese e il Sir Tristrem medio inglese) confermano minuzie del contenuto, ma i risultati sono difformi per destinazione, qualità e registro. Nel Tristran und Isolde le coincidenze si compongono, tematizzando [...] le idee profonde sottese alla trama, il ‘messaggio’. L’interpretazione che Gottfried dà della vicenda vulgata ne sviluppa il plot epico-romanzesco in un apparente intermezzo lirico. Il passo, diffondendosi per centinaia di versi, risemantizza gli elementi consueti del repertorio tristaniano (il bando, la foresta, la grotta, la caccia, l’arpa, il talamo, la spada) per disegnare il tema morale del romanzo incompiuto (o forse ‘aperto’): l’amore quale ‘nutrimento spirituale’ (che nel prologo si era espresso con metafore eucaristiche) deriva qui dallo sviluppo del motivo della fame e delle privazioni della vita selvatica, accennato su altro registro anche nei testi solidali della Tristrams saga e del Sir Tristrem. I motivi ricorrenti negli analoghi folclorici (il giovane cacciatore irretito da una passione colpevole nella trappola boschiva di una femmina fatata) si combinano con quelli innovativi e soggettivi degli autori colti del medioevo. In Gottfried, musica e poesia sottraggono temporaneamente gli amanti ai morsi delle privazioni e della colpa (e Tristano musico e maestro agli obblighi di Tristano cavaliere, cacciatore e trickster). Lo sviluppo originale dei dettagli arcaici caratterizza le singole opere, con variazioni significative per il carattere e la semantica dei personaggi e per gli esiti della trama. Il gesto del marito ingannato al ritrovamento dei fuggiaschi - un guanto gettato sull’adultera addormentata, o poggiato sul suo volto per ripararla dal sole - si tramuta in Gottfried nei fiori raccolti dal vecchio re, turbato nei sensi e negli affetti, per impedire alla luce l’accesso alla Minnegrotte, architettura ipogea e catacombale: qui i corpi degli amanti, composti nel talamo trasformato in catafalco [...] intorno alla spada snudata, inscenano la morte, l’unico scioglimento possibile del triangolo amoroso. Così gli esiti della simulazione escogitata dal trickster per salvare sé e l’amante, con un’involontaria prolessi della tragedia finale (che nel poema di Gottfried non è raccontata), ribaltano le intenzioni di Tristano e ne anticipano il destino. La spada nel talamo è un motivo costante polisemico e muto - allusione mortifera, esibizione fallica o simbolo del vincolo tra gli zii e i nipoti, di Isolde con Moroldo (che di quella spada è morto) e di Tristano con Marco (che gliel’ha concessa con l’investitura cavalleresca). Gli autori medievali ne colmano il silenzio con invenzioni soggettive e abusive, vittime, come noi, dell’opacità con cui emerge il fondo remoto della leggenda. Gottfried, scholasticus e fanatico ovidiano, recupera dalla trama remota e ubiqua del ‘cacciatore cacciato’, il cervo meraviglioso [...], la preda predatrice, che passa e sparisce dal campo visivo del pubblico e dei personaggi, precipitando Marco nella féerie dell’amore (da cui è attratto ed escluso). [...] Fossile guida del discorso la misteriosa spada, che, seppure presente ovunque, viene riconosciuta e motivata dai vari testi in modo differente, rinforzandone il mistero. I testimoni dello strato più alto della tradizione di Gottfried, i codici completi di Heidelberg (Tristan H) e Monaco (Tristan M), che trasmettono entrambi il romanzo incompiuto insieme alla conclusione ad opera di Ulrich von Türheim (redatta entro entro il 1243), divergono nell’estensione del lunghissimo episodio della Minnegrotte e alcune sequenze presenti in H (con la caratterizzazione ‘ovidiana’ degli amanti, e l’allegoresi dell’archittetura tombale della grotta, culminante nella dolente autobiografia lirica del poeta-amante) vengono apparentemente rimosse in M. Il codice monacense, un Tristano ‘istoriato’, offre una versione ridotta della sequenza, un testo spesso banalizzato e un interessante layout. Le litterae longobardae che scandiscono in paragrafi la narrazione, non hanno relazioni con il contenuto, ridotte a meri elementi decorativi di una ricercata simmetria della mise en page. Insieme alle carte manoscritte, sono stati rilegati gruppi di miniature a tutta pagina che rappresentano le scene salienti del romanzo, con l’accompagnamento di didascalie. L’illustrazione al f. 90r, nei suoi tre campi, include l’azione completa dell’episodio: il bando e la separazione dalla corte; Marke alla Minnegrotte con gli amanti addormentati ai lati della spada snudata; la riammissione a corte di Tristrant e Ysot.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.