L’articolo analizza la rielaborazione del motivo medievale della danza macabra nelle opere del videoartista torinese Alessandro Amaducci. La sperimentazione audiovisiva dell’artista si concentra sulla natura instabile, metamorfica e fluida dell’immagine elettronica, che viene a costituire una metafora dell’inconscio umano. In particolare, nelle sue opere, Amaducci scandaglia l’inconscio elettronico della generazione di internet e della Tv, un antro oscuro e profondo in cui miraggi, forme archetipiche e stereotipi provenienti dalla rete possono convivere e mischiarsi l’uno con l’altro. Nell’inconscio elettronico di Amaducci il tema della vita intesa come una danza con la morte affiora costantemente e si intreccia con le questioni del desiderio, del voyeurismo e della spettacolarizzazione. Protagonisti delle opere dell’artista torinese sono infatti i corpi, per lo più femminili, che, fluttuando su uno sfondo visuale magmatico, si trasformano lentamente nell’immagine dello scheletro danzante, in una sorta di oggettivazione dell’organico che sembra rimandare proprio alla natura tecnologica dell’inconscio elettronico.

Der Totentanz im elektronischen Unbewussten: Die Videokunst von Alessandro Amaducci

Dimino, Mariaelisa
2015-01-01

Abstract

L’articolo analizza la rielaborazione del motivo medievale della danza macabra nelle opere del videoartista torinese Alessandro Amaducci. La sperimentazione audiovisiva dell’artista si concentra sulla natura instabile, metamorfica e fluida dell’immagine elettronica, che viene a costituire una metafora dell’inconscio umano. In particolare, nelle sue opere, Amaducci scandaglia l’inconscio elettronico della generazione di internet e della Tv, un antro oscuro e profondo in cui miraggi, forme archetipiche e stereotipi provenienti dalla rete possono convivere e mischiarsi l’uno con l’altro. Nell’inconscio elettronico di Amaducci il tema della vita intesa come una danza con la morte affiora costantemente e si intreccia con le questioni del desiderio, del voyeurismo e della spettacolarizzazione. Protagonisti delle opere dell’artista torinese sono infatti i corpi, per lo più femminili, che, fluttuando su uno sfondo visuale magmatico, si trasformano lentamente nell’immagine dello scheletro danzante, in una sorta di oggettivazione dell’organico che sembra rimandare proprio alla natura tecnologica dell’inconscio elettronico.
2015
978-3-943414-58-5
Videokunst, Germanistik, Totentanz
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/935846
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