Nel presente contributo ci si sofferma su tre momenti dell'attività diplomatica del conte Rocco Sanfermo, a cominciare dall'ultimo impegno, addossatogli dal governo provvisorio veneziano all'indomani della caduta della Repubblica. Nei mesi che precedono il trattato di Campoformio, Venezia ‘democratizzata’ lo manda, infatti, come proprio ambasciatore a Parigi con la specifica missione di premere sul Direttorio nel tentativo di salvare Venezia e i territori un tempo a lei soggetti dai paventati smembramenti, ma anche per prevenire soluzioni spartitorie tra Napoleone e l'Austria. Prima di quell'estate-autunno 1797 trascorsa a Parigi nel fallito sforzo di scongiurare Campoformio, Sanfermo aveva svolto altre delicate missioni. Era stato ambasciatore nel regno di Sardegna, un'area caldissima trovandosi a ridosso della Francia rivoluzionaria. Rientrato da Torino, era stato poi destinato come ambasciatore veneto a Londra, dove non sarebbe mai arrivato, avendo interrotto il suo cammino a Basilea a causa della guerra in corso lungo il Reno. Nella città svizzera soggiornerà un triennio, destando sospetti di filofrancesismo. Dopo Torino e Basilea, Rocco Sanfermo sarà a Verona, città nella quale il 1 giugno 1796 entra Napoleone. Vi rimarrà fino alla conclusione delle Pasque Veronesi. Nelle pagine che seguono si ci propone di ripercorre i quattro momenti dell'attività politico-diplomatica di Rocco Sanfermo andando a recuperare nelle sue memorie aspetti solitamente trascurati. Il contributo è stato costruito con materiale degli archivi di stato di Venezia e Verona.
Un ambasciatore della Serenissima: Rocco Sanfermo
VECCHIATO, Francesco
1998-01-01
Abstract
Nel presente contributo ci si sofferma su tre momenti dell'attività diplomatica del conte Rocco Sanfermo, a cominciare dall'ultimo impegno, addossatogli dal governo provvisorio veneziano all'indomani della caduta della Repubblica. Nei mesi che precedono il trattato di Campoformio, Venezia ‘democratizzata’ lo manda, infatti, come proprio ambasciatore a Parigi con la specifica missione di premere sul Direttorio nel tentativo di salvare Venezia e i territori un tempo a lei soggetti dai paventati smembramenti, ma anche per prevenire soluzioni spartitorie tra Napoleone e l'Austria. Prima di quell'estate-autunno 1797 trascorsa a Parigi nel fallito sforzo di scongiurare Campoformio, Sanfermo aveva svolto altre delicate missioni. Era stato ambasciatore nel regno di Sardegna, un'area caldissima trovandosi a ridosso della Francia rivoluzionaria. Rientrato da Torino, era stato poi destinato come ambasciatore veneto a Londra, dove non sarebbe mai arrivato, avendo interrotto il suo cammino a Basilea a causa della guerra in corso lungo il Reno. Nella città svizzera soggiornerà un triennio, destando sospetti di filofrancesismo. Dopo Torino e Basilea, Rocco Sanfermo sarà a Verona, città nella quale il 1 giugno 1796 entra Napoleone. Vi rimarrà fino alla conclusione delle Pasque Veronesi. Nelle pagine che seguono si ci propone di ripercorre i quattro momenti dell'attività politico-diplomatica di Rocco Sanfermo andando a recuperare nelle sue memorie aspetti solitamente trascurati. Il contributo è stato costruito con materiale degli archivi di stato di Venezia e Verona.File | Dimensione | Formato | |
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