Dopo la metà del Settecento i pensatori illuministi maturano un atteggiamento di ripudio del diritto romano giustinianeo, considerato fondamento del sistema giuridico di Antico Regime e privo di qualsiasi legittimazione sul piano della effettiva vigenza (una finzione escogitata dai giuristi medievali) come su quello del contenuto (privo di razionalità e fondato al contrario sull'uso della forza). Svelata l'intrinseca distanza del diritto romano dai precetti della Ragione e la sua appartenenza ad una determinata epoca storica, ormai del tutto lontana, occorre eliminare il suo studio dalla formazione del giurista moderno e porre all'attenzione della pubblica opinione europea la strumentalità dell'operazione voluta da Giustiniano e realizzata da Triboniano. In questa operazione di demistificazione e di corretta rilettura storica dell'esperienza giuridica romana troviamo impegnati con accenti molto simili di dura condanna autori che hanno un'esperienza diversa e talora assai distante: da Cesare Beccaria ed Alessandro e Pietro Verri fino a Carlo Antonio Pilati, mentre altri adottano una posizione mediana, come Carlo Antonio Martini, pur relegando il diritto romano nella storia.

Il ripudio del diritto giustinianeo e la riforma della società nell’Europa del Settecento: Beccaria nel contesto europeo

ROSSI, Giovanni
2015-01-01

Abstract

Dopo la metà del Settecento i pensatori illuministi maturano un atteggiamento di ripudio del diritto romano giustinianeo, considerato fondamento del sistema giuridico di Antico Regime e privo di qualsiasi legittimazione sul piano della effettiva vigenza (una finzione escogitata dai giuristi medievali) come su quello del contenuto (privo di razionalità e fondato al contrario sull'uso della forza). Svelata l'intrinseca distanza del diritto romano dai precetti della Ragione e la sua appartenenza ad una determinata epoca storica, ormai del tutto lontana, occorre eliminare il suo studio dalla formazione del giurista moderno e porre all'attenzione della pubblica opinione europea la strumentalità dell'operazione voluta da Giustiniano e realizzata da Triboniano. In questa operazione di demistificazione e di corretta rilettura storica dell'esperienza giuridica romana troviamo impegnati con accenti molto simili di dura condanna autori che hanno un'esperienza diversa e talora assai distante: da Cesare Beccaria ed Alessandro e Pietro Verri fino a Carlo Antonio Pilati, mentre altri adottano una posizione mediana, come Carlo Antonio Martini, pur relegando il diritto romano nella storia.
2015
978-88-495-3018-6
Beccaria, diritto romano, roman law, illuminismo giuridico, Dei delitti e delle pene, Carlo Antonio Pilati, Alessandro Verri, Pietro Verri, Il Caffé
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