La postfazione inquadra la figura di Giani Stuparich nell'ambito della letteratura di primo Novecento e mette in luce la singolarità e l'esemplarità del suo diario di guerra, ricostruito a partire da un taccuino tenuto in trincea e pubblicato nel 1931. «Dal suo umile posto» Stuparich, volontario triestino e collaboratore della «Voce», ritrae le prime settimane di guerra sul Carso in un diario «fresco e vivo di vita», che «afferra la cosa rappresentata con potenza incancellabile», come notò Gadda recensendo la prima edizione del libro.

Giani Stuparich: poesia e verità di un «semplice gregario»

SANDRINI, Giuseppe
2015-01-01

Abstract

La postfazione inquadra la figura di Giani Stuparich nell'ambito della letteratura di primo Novecento e mette in luce la singolarità e l'esemplarità del suo diario di guerra, ricostruito a partire da un taccuino tenuto in trincea e pubblicato nel 1931. «Dal suo umile posto» Stuparich, volontario triestino e collaboratore della «Voce», ritrae le prime settimane di guerra sul Carso in un diario «fresco e vivo di vita», che «afferra la cosa rappresentata con potenza incancellabile», come notò Gadda recensendo la prima edizione del libro.
2015
9788874626915
Stuparich, Grande guerra, Diario
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/923787
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