Tema di questo lavoro è la rappresentazione dell'Olocausto in quel medium specifico che è la "comic art", o fumetto. Con un criterio prevalentemente cronologico, questa ricerca intende seguire quelli che sono stati i rapporti tra questi due mondi solo in apparenza lontanissimi. Scopo di questa tesi è di dimostrare non solo che il fumetto è un mezzo “degno” di affrontare tematiche “difficili” come la Shoah, ma che questo è avvenuto sin dall'inizio ─ cioè circa dall'inizio della Seconda Guerra Mondiale ─ e che queste opere costituiscono quindi un tassello importante nella storia della ricezione e dell'elaborazione dell'Olocausto. La prima parte è dedicata alle vignette che venivano pubblicate nei giornali newyorchesi in lingua yiddish durante la Seconda guerra mondiale. Si passa poi all'analisi di fumetti, dalle prime strisce fino alle ultime graphic novel. Negli anni immediatamente successivi alla fine della Seconda guerra mondiale, il fumetto recepì la Shoah con opere come Mickey au camp de Gurs e La bête est morte! In seguito ci fu un lungo periodo di "latenza" in cui non venne prodotto nessun fumetto su questo tema. Solo negli anni Ottanta il fumetto tornò a occuparsi nuovamente di Olocausto, con opere importanti come Maus di Art Spiegelman. Grazie anche al successo di Maus, i fumetti sull'Olocausto si sono moltiplicati offrendo spunti e punti di vista differenti sulla storia dello sterminio degli ebrei.

This thesis focuses on the relation of two, at first sight conflicting terms: Holocaust and comic art. Following a chronological approach, I will analyse the reception of the Shoah in cartoons and comics. The first part of the thesis discusses cartoons in selected Yiddish newspapers which were published in New York during World War II.The second part gives a wider perspective on comics, starting with the first works after 1945 (e.g. Mickey au camp de Gurs and La bête est morte!) to currently published graphic novels.

L'Olocausto a fumetti. Dalle prime vignette alle graphic novel

Remonato, Giovanni
2015-01-01

Abstract

This thesis focuses on the relation of two, at first sight conflicting terms: Holocaust and comic art. Following a chronological approach, I will analyse the reception of the Shoah in cartoons and comics. The first part of the thesis discusses cartoons in selected Yiddish newspapers which were published in New York during World War II.The second part gives a wider perspective on comics, starting with the first works after 1945 (e.g. Mickey au camp de Gurs and La bête est morte!) to currently published graphic novels.
2015
Olocausto; fumetto; vignette; comics; Shoah; cartoons
Tema di questo lavoro è la rappresentazione dell'Olocausto in quel medium specifico che è la "comic art", o fumetto. Con un criterio prevalentemente cronologico, questa ricerca intende seguire quelli che sono stati i rapporti tra questi due mondi solo in apparenza lontanissimi. Scopo di questa tesi è di dimostrare non solo che il fumetto è un mezzo “degno” di affrontare tematiche “difficili” come la Shoah, ma che questo è avvenuto sin dall'inizio ─ cioè circa dall'inizio della Seconda Guerra Mondiale ─ e che queste opere costituiscono quindi un tassello importante nella storia della ricezione e dell'elaborazione dell'Olocausto. La prima parte è dedicata alle vignette che venivano pubblicate nei giornali newyorchesi in lingua yiddish durante la Seconda guerra mondiale. Si passa poi all'analisi di fumetti, dalle prime strisce fino alle ultime graphic novel. Negli anni immediatamente successivi alla fine della Seconda guerra mondiale, il fumetto recepì la Shoah con opere come Mickey au camp de Gurs e La bête est morte! In seguito ci fu un lungo periodo di "latenza" in cui non venne prodotto nessun fumetto su questo tema. Solo negli anni Ottanta il fumetto tornò a occuparsi nuovamente di Olocausto, con opere importanti come Maus di Art Spiegelman. Grazie anche al successo di Maus, i fumetti sull'Olocausto si sono moltiplicati offrendo spunti e punti di vista differenti sulla storia dello sterminio degli ebrei.
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