PROGETTO I – STUDIO TRASVERSALE Distress psicologico, autoefficacia e controllo glicemico in soggetti con diabete tipo 2 Premesse e scopo dello studio: Depressione e bassa percezione di autoefficacia sono associati con scarso controllo glicemico in soggetti con diabete. Una scarsa aderenza al programma terapeutico potrebbe determinare un abbassamento del senso di efficacia incrementando la probabilità di sintomi depressivi. E’ stato condotto uno studio allo scopo di indagare la relazione tra distress psicologico, compenso metabolico e senso di autoefficacia in soggetti con diabete tipo 2 (DM2). Soggetti e Metodi: Sono stati analizzati 172 soggetti (104 M; 68 F) affetti da DM2 afferenti presso il Servizio di Diabetologia dell’AOUI di Verona. A tutti i soggetti sono stati somministrati 4 questionari: la Beck Depression Inventory (BDI-II) per la rilevazione del tono dell’umore, la Beck Anxiety Inventory (BAI) per la rilevazione dei livelli di ansia, la Binge Eating Scale (BES) per la rilevazione della severità dei comportamenti Binge e il Multidimensional Diabetes Questionnaire che valuta, attraverso 3 sottoscale, lo stress legato al diabete, il supporto relazionale e l’autoefficacia percepita. Risultati: I soggetti arruolati avevano un’età media (±SD) di 62.6±7.5 anni, durata di diabete pari a 10.9±8.4 anni, body mass index (BMI) 31.4±4.0 Kg/m2, emoglobina glicosilata (HbA1c) % 7.5±1.2. Nel complesso, il 14.5% e il 18.6% dei soggetti analizzati presentava, rispettivamente, sintomi di ansia e depressione clinicamente rilevante. In analisi univariata la percezione di autoefficacia mostrava una correlazione negativa con il distress psicologico espresso in termini di depressione (r=-0.37, p<0.001), ansia (r=-0.28, p<0.001) e comportamenti binge (r=-0.48, p<0.001) e con gli indici di compenso metabolico, HbA1c (r=-0.21, p=0.005) e BMI (r=-0.25, p=0.001). All'aumentare di HbA1c aumentava la percezione di compromissione (r=0.33, p<0.001) e di gravità (r=0.24, p=0.001) associata al diabete. Non è stata invece rilevata un'associazione tra HbA1c e distress psicologico (depressione: r= 0.019, p=0.80; ansia: r=0.10, p=0.15; comportamenti binge: r=0.14, p=0.07). Conclusioni: In un ampio campione di pazienti italiani affetti da DM2 si è riscontrata una elevata prevalenza di distress psicologico, ma questo non si associava significativamente con il controllo glicemico. Un peggiore compenso glicemico, maggiore adiposità e una più elevata prevalenza di sintomi depressivi e ansiosi erano significativamente associati ad uno scarso senso di autoefficacia nei confronti della gestione del DM2. Questi risultati sottolineano il ruolo chiave della autoefficacia nella gestione del DM2 e suggeriscono che interventi mirati psicologici focalizzati su questo costrutto possano favorire un miglioramento degli outcome clinici e psicologici associati al diabete. PROGETTO II – STUDIO CLINICO RANDOMIZZATO CONTROLLATO Efficacia di un intervento psicologico nel migliorare il controllo glicemico e ridurre il distress psicologico in soggetti con diabete tipo 2 Premesse e scopo dello studio: Disturbi psicopatologici e disagio psicologico sono fattori individuali che giocano un ruolo importante nell'insorgenza e nel peggioramento del diabete. E’ stato dimostrato che soggetti con DM hanno una probabilità doppia di incorrere in un episodio depressivo nel corso della loro vita rispetto a soggetti non diabetici. Inoltre, in soggetti con diabete la depressione tende ad associarsi con scarsa aderenza al regime terapeutico, più complicanze e più alti tassi di ospedalizzazione. Ad oggi è poco chiaro il meccanismo sottostante la relazione tra distress psicologico e peggioramento degli outcome clinici associati al diabete. Il principale scopo di questa ricerca è stato valutare l'efficacia di un intervento psicologico in soggetti con diabete tipo 2 in non ottimale compenso glicemico Materiali e Metodi: 55 soggetti, 25 donne e 30 maschi di età compresa tra 36 e 73 anni sono stati randomizzati a gruppo di controllo (cure standard) o a gruppo d'intervento (cure standard+intervento convenzionale). A tutti i soggetti che hanno accettato di partecipare allo studio sono stati somministrati una serie di test e questionari alla fine dell'intervento (T26) e a 12 settimane di Follow-up (T38). Risultati: Nei soggetti che hanno finora completato lo studio (N=44), si è osservato un significativo miglioramento del compenso glicemico (p=0.02) e una significativa riduzione del valore di BMI (p=0.005) dei soggetti del gruppo di intervento rispetto ai soggetti del gruppo di controllo. Analogamente, il gruppo di intervento presentava rispetto al gruppo di controllo una netta riduzione dello stato ansioso (p=0.027) e depressivo (p<0.001) e della severità dei comportamenti binge (p=0.006). Infine, si è anche osservato un significativo aumento della percezione di autoefficacia nel gestire la malattia nel gruppo intervento (p<0.001) rispetto al gruppo di controllo. Nei soggetti che avevano completato il follow-up (N=38) si è osservato che gruppo intervento e gruppo di controllo non mostravano variazioni statisticamente significative relativamente al compenso glicemico (p=0.84) e al valore di BMI (p=0.47) durante l'arco temporale complessivo dello studio da T0 a T38. Per quanto riguarda la variabili psicologiche, al follow-up si confermava un significativa riduzione dello stato ansioso (p=0.019) e della sintomatologia depressiva (p=0.035). Non si è confermata invece la riduzione della gravità dei comportamenti binge (p=0.12), mentre si manteneva significativamente aumentata la percezione dell' autoefficacia (p<0.001). Conclusioni: Il presente studio mostra l'efficacia di un intervento psicologico nel ridurre il distress psicologico e nel migliorare il controllo glicemico. Il maggior cambiamento si è rilevato nel corso del trattamento e tende a rimanere stabile al follow-up per le variabili psicologiche ma non per quelle metaboliche.

PROJECT I – CROSS-SECTIONAL STUDY Psychological distress, self-efficacy and glycemic control in type 2 diabetes. Background: Psychological distress and poorer glycemic control are strongly associated together in people affected by diabetes mellitus. Higher diabetes-related self-efficacy is associated with both better glycemic control and increased engagement in self-care behaviors. Poor behavioral adherence to diabetic regimen (diet and physical activity) may lower self-efficacy, which would lead, in turn, to a higher likelihood of depressive symptoms. This study aimed to investigate the association among psychological distress, glycemic control and self-efficacy in type 2 diabetes (T2D). Subjects and Methods: One-hundred seventy-two subjects with T2D were consecutively recruited from the Verona Diabetes Center. Standard biochemical parameters and the following survey batteries were assessed in all study participants: the Beck Depression Inventory (BDI-II) to assess the severity of depression; the Beck Anxiety Inventory (BAI) to assess the level of anxiety; the Binge Eting Scale (BES) to assess the severity of binge eating; the Multidimensional Diabetes Questionanire to assess the psychosocial adjustment of patients to diabetes. Results: Age, body-mass index (BMI) and glucose control (HbA1c) were (mean±SD) 62.6±7.5 years, 31.4±4.0 Kg/m², 7.5±1.2% respectively. Prevalence of clinically detectable anxiety and depression was 14.5% and 18.6%, respectively. Self-efficacy was inversely correlated with HbA1c (r=-0.21, p=0.005), BMI (r=-0.25, p=0.001) and with psychological distress, a composite endpoint comprised of depression (r=-0.37, p<0.001), anxiety (r=-0.28, p<0.001) and binge eating (r=-0.48, p<0.001). HbA1c was positively correlated with perceived interference (r=0.33, p<0.001) and perceived severity of diabetes (r=-0.14, p=0.001). No correlation was found between HbA1c and psychological distress (depression: r=0.019, p=0.80; anxiety: r=0.10 p=0.15; binge eating: r=0.14, p=0.07). Conclusions: Psychological distress was highly prevalent in a sample of T2D Italian patients. Despite psychological distress and glycemic control were not related to each other, we found that a lower sense of self-efficacy was significantly related to a poorer glycemic control, increased adiposity and a higher prevalence of depression and anxiety. Our data highlight the key role of self-efficacy in the management of T2D and suggest that interventions focused on improvement of self-efficacy may favorably impact both clinical and psychological diabetes outcomes. Project II – Randomized Clinical Trial Effects of psychological intervention on glycemic control and psychological distress in type 2 diabetic patients Background: Increasing evidence suggests that psychological disorders play an important role in the development and worsening of type 2 diabetes (T2D). Among the spectrum of psychological disorders, there is a wide literature about the association between depression and T2D and current data show an approximately two-fold prevalence of depression in adults affected by diabetes compared to un-affected subjects. Moreover, depression in diabetic patients is associated with higher blood glucose levels, poorer adherence to therapeutic regimens (whether pharmacological or therapeutic lifestyle changes), more medical complications, and higher hospitalization rates. Nevertheless, at the best of our knowledge, the mechanism underlying the association between depression and adverse diabetes-related outcomes is currently unresolved. Aim of this project is to assess the efficacy of a psychological treatment for diabetic patients with suboptimal level of Hemoglobin A1c. Subjects and Methods: 55 subjects, 25 females and 30 males were randomized to two treatment arms standard diabetes care or 24 individual sessions of psychological intervention. Those who agreed to take part in the study completed survey batteries at the end of the study (T26) and at 12-week follow-up (T38). Results: Among those who completed the 24-week study evaluation the intervention group showed lower HbA1c (p=0.02) and BMI (p=0.005)), markedly reduced anxiety e depression and higher perceived self-efficacy ) (p<0.001) compared to the control group at the end of the study. Among those subjects who completed the follow-up evaluation (N=38) there were not significant differences on measures of glycemic control (p=0.84) and BMI (p=0.47) from baseline (T0) to follow-up (T38). About psychological measures, at follow-up it was confirmed a significant decrease of anxiety (p=0.019) and depression (p=0.035) but not of binge eating (p=0.12), while it was confirmed a significant increase of diabetes self-efficacy (p<0.001). Conclusion: The data showed a significant decrease of psychological distress among type 2 diabetic patients after 24 weeks of psychological intervention added to standard medical care.

Status psicologico, autoefficacia e controllo glicemico nel diabete tipo 2: studio trasversale e studio randomizzato controllato per valutare l’efficacia di un intervento psicologico nel migliorare il controllo glicemico

Indelicato, Liliana
2015-01-01

Abstract

PROJECT I – CROSS-SECTIONAL STUDY Psychological distress, self-efficacy and glycemic control in type 2 diabetes. Background: Psychological distress and poorer glycemic control are strongly associated together in people affected by diabetes mellitus. Higher diabetes-related self-efficacy is associated with both better glycemic control and increased engagement in self-care behaviors. Poor behavioral adherence to diabetic regimen (diet and physical activity) may lower self-efficacy, which would lead, in turn, to a higher likelihood of depressive symptoms. This study aimed to investigate the association among psychological distress, glycemic control and self-efficacy in type 2 diabetes (T2D). Subjects and Methods: One-hundred seventy-two subjects with T2D were consecutively recruited from the Verona Diabetes Center. Standard biochemical parameters and the following survey batteries were assessed in all study participants: the Beck Depression Inventory (BDI-II) to assess the severity of depression; the Beck Anxiety Inventory (BAI) to assess the level of anxiety; the Binge Eting Scale (BES) to assess the severity of binge eating; the Multidimensional Diabetes Questionanire to assess the psychosocial adjustment of patients to diabetes. Results: Age, body-mass index (BMI) and glucose control (HbA1c) were (mean±SD) 62.6±7.5 years, 31.4±4.0 Kg/m², 7.5±1.2% respectively. Prevalence of clinically detectable anxiety and depression was 14.5% and 18.6%, respectively. Self-efficacy was inversely correlated with HbA1c (r=-0.21, p=0.005), BMI (r=-0.25, p=0.001) and with psychological distress, a composite endpoint comprised of depression (r=-0.37, p<0.001), anxiety (r=-0.28, p<0.001) and binge eating (r=-0.48, p<0.001). HbA1c was positively correlated with perceived interference (r=0.33, p<0.001) and perceived severity of diabetes (r=-0.14, p=0.001). No correlation was found between HbA1c and psychological distress (depression: r=0.019, p=0.80; anxiety: r=0.10 p=0.15; binge eating: r=0.14, p=0.07). Conclusions: Psychological distress was highly prevalent in a sample of T2D Italian patients. Despite psychological distress and glycemic control were not related to each other, we found that a lower sense of self-efficacy was significantly related to a poorer glycemic control, increased adiposity and a higher prevalence of depression and anxiety. Our data highlight the key role of self-efficacy in the management of T2D and suggest that interventions focused on improvement of self-efficacy may favorably impact both clinical and psychological diabetes outcomes. Project II – Randomized Clinical Trial Effects of psychological intervention on glycemic control and psychological distress in type 2 diabetic patients Background: Increasing evidence suggests that psychological disorders play an important role in the development and worsening of type 2 diabetes (T2D). Among the spectrum of psychological disorders, there is a wide literature about the association between depression and T2D and current data show an approximately two-fold prevalence of depression in adults affected by diabetes compared to un-affected subjects. Moreover, depression in diabetic patients is associated with higher blood glucose levels, poorer adherence to therapeutic regimens (whether pharmacological or therapeutic lifestyle changes), more medical complications, and higher hospitalization rates. Nevertheless, at the best of our knowledge, the mechanism underlying the association between depression and adverse diabetes-related outcomes is currently unresolved. Aim of this project is to assess the efficacy of a psychological treatment for diabetic patients with suboptimal level of Hemoglobin A1c. Subjects and Methods: 55 subjects, 25 females and 30 males were randomized to two treatment arms standard diabetes care or 24 individual sessions of psychological intervention. Those who agreed to take part in the study completed survey batteries at the end of the study (T26) and at 12-week follow-up (T38). Results: Among those who completed the 24-week study evaluation the intervention group showed lower HbA1c (p=0.02) and BMI (p=0.005)), markedly reduced anxiety e depression and higher perceived self-efficacy ) (p<0.001) compared to the control group at the end of the study. Among those subjects who completed the follow-up evaluation (N=38) there were not significant differences on measures of glycemic control (p=0.84) and BMI (p=0.47) from baseline (T0) to follow-up (T38). About psychological measures, at follow-up it was confirmed a significant decrease of anxiety (p=0.019) and depression (p=0.035) but not of binge eating (p=0.12), while it was confirmed a significant increase of diabetes self-efficacy (p<0.001). Conclusion: The data showed a significant decrease of psychological distress among type 2 diabetic patients after 24 weeks of psychological intervention added to standard medical care.
2015
diabetes; depression; self-efficacy
PROGETTO I – STUDIO TRASVERSALE Distress psicologico, autoefficacia e controllo glicemico in soggetti con diabete tipo 2 Premesse e scopo dello studio: Depressione e bassa percezione di autoefficacia sono associati con scarso controllo glicemico in soggetti con diabete. Una scarsa aderenza al programma terapeutico potrebbe determinare un abbassamento del senso di efficacia incrementando la probabilità di sintomi depressivi. E’ stato condotto uno studio allo scopo di indagare la relazione tra distress psicologico, compenso metabolico e senso di autoefficacia in soggetti con diabete tipo 2 (DM2). Soggetti e Metodi: Sono stati analizzati 172 soggetti (104 M; 68 F) affetti da DM2 afferenti presso il Servizio di Diabetologia dell’AOUI di Verona. A tutti i soggetti sono stati somministrati 4 questionari: la Beck Depression Inventory (BDI-II) per la rilevazione del tono dell’umore, la Beck Anxiety Inventory (BAI) per la rilevazione dei livelli di ansia, la Binge Eating Scale (BES) per la rilevazione della severità dei comportamenti Binge e il Multidimensional Diabetes Questionnaire che valuta, attraverso 3 sottoscale, lo stress legato al diabete, il supporto relazionale e l’autoefficacia percepita. Risultati: I soggetti arruolati avevano un’età media (±SD) di 62.6±7.5 anni, durata di diabete pari a 10.9±8.4 anni, body mass index (BMI) 31.4±4.0 Kg/m2, emoglobina glicosilata (HbA1c) % 7.5±1.2. Nel complesso, il 14.5% e il 18.6% dei soggetti analizzati presentava, rispettivamente, sintomi di ansia e depressione clinicamente rilevante. In analisi univariata la percezione di autoefficacia mostrava una correlazione negativa con il distress psicologico espresso in termini di depressione (r=-0.37, p<0.001), ansia (r=-0.28, p<0.001) e comportamenti binge (r=-0.48, p<0.001) e con gli indici di compenso metabolico, HbA1c (r=-0.21, p=0.005) e BMI (r=-0.25, p=0.001). All'aumentare di HbA1c aumentava la percezione di compromissione (r=0.33, p<0.001) e di gravità (r=0.24, p=0.001) associata al diabete. Non è stata invece rilevata un'associazione tra HbA1c e distress psicologico (depressione: r= 0.019, p=0.80; ansia: r=0.10, p=0.15; comportamenti binge: r=0.14, p=0.07). Conclusioni: In un ampio campione di pazienti italiani affetti da DM2 si è riscontrata una elevata prevalenza di distress psicologico, ma questo non si associava significativamente con il controllo glicemico. Un peggiore compenso glicemico, maggiore adiposità e una più elevata prevalenza di sintomi depressivi e ansiosi erano significativamente associati ad uno scarso senso di autoefficacia nei confronti della gestione del DM2. Questi risultati sottolineano il ruolo chiave della autoefficacia nella gestione del DM2 e suggeriscono che interventi mirati psicologici focalizzati su questo costrutto possano favorire un miglioramento degli outcome clinici e psicologici associati al diabete. PROGETTO II – STUDIO CLINICO RANDOMIZZATO CONTROLLATO Efficacia di un intervento psicologico nel migliorare il controllo glicemico e ridurre il distress psicologico in soggetti con diabete tipo 2 Premesse e scopo dello studio: Disturbi psicopatologici e disagio psicologico sono fattori individuali che giocano un ruolo importante nell'insorgenza e nel peggioramento del diabete. E’ stato dimostrato che soggetti con DM hanno una probabilità doppia di incorrere in un episodio depressivo nel corso della loro vita rispetto a soggetti non diabetici. Inoltre, in soggetti con diabete la depressione tende ad associarsi con scarsa aderenza al regime terapeutico, più complicanze e più alti tassi di ospedalizzazione. Ad oggi è poco chiaro il meccanismo sottostante la relazione tra distress psicologico e peggioramento degli outcome clinici associati al diabete. Il principale scopo di questa ricerca è stato valutare l'efficacia di un intervento psicologico in soggetti con diabete tipo 2 in non ottimale compenso glicemico Materiali e Metodi: 55 soggetti, 25 donne e 30 maschi di età compresa tra 36 e 73 anni sono stati randomizzati a gruppo di controllo (cure standard) o a gruppo d'intervento (cure standard+intervento convenzionale). A tutti i soggetti che hanno accettato di partecipare allo studio sono stati somministrati una serie di test e questionari alla fine dell'intervento (T26) e a 12 settimane di Follow-up (T38). Risultati: Nei soggetti che hanno finora completato lo studio (N=44), si è osservato un significativo miglioramento del compenso glicemico (p=0.02) e una significativa riduzione del valore di BMI (p=0.005) dei soggetti del gruppo di intervento rispetto ai soggetti del gruppo di controllo. Analogamente, il gruppo di intervento presentava rispetto al gruppo di controllo una netta riduzione dello stato ansioso (p=0.027) e depressivo (p<0.001) e della severità dei comportamenti binge (p=0.006). Infine, si è anche osservato un significativo aumento della percezione di autoefficacia nel gestire la malattia nel gruppo intervento (p<0.001) rispetto al gruppo di controllo. Nei soggetti che avevano completato il follow-up (N=38) si è osservato che gruppo intervento e gruppo di controllo non mostravano variazioni statisticamente significative relativamente al compenso glicemico (p=0.84) e al valore di BMI (p=0.47) durante l'arco temporale complessivo dello studio da T0 a T38. Per quanto riguarda la variabili psicologiche, al follow-up si confermava un significativa riduzione dello stato ansioso (p=0.019) e della sintomatologia depressiva (p=0.035). Non si è confermata invece la riduzione della gravità dei comportamenti binge (p=0.12), mentre si manteneva significativamente aumentata la percezione dell' autoefficacia (p<0.001). Conclusioni: Il presente studio mostra l'efficacia di un intervento psicologico nel ridurre il distress psicologico e nel migliorare il controllo glicemico. Il maggior cambiamento si è rilevato nel corso del trattamento e tende a rimanere stabile al follow-up per le variabili psicologiche ma non per quelle metaboliche.
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