Nel corso dei secoli i prigionieri di guerra erano completamente alla mercé di chi li aveva catturati. I vincitori potevano ucciderli sul campo di battaglia o venderli come schiavi, poiché l’affermazione di obblighi giuridici, e non soltanto morali, di tutela del prigioniero di guerra è stata lenta e graduale, e talvolta non priva di contraddizioni. Allo scoppio della prima guerra mondiale, tutta la normativa messa a punto dai Governi rivelò la propria inadeguatezza. Il conflitto mostrò fin da subito dei caratteri inediti rispetto a quelli dei secoli precedenti. Il teatro delle operazioni, infatti, si dilatò a tutti i continenti e a tutti gli oceani, richiamando alle armi milioni di uomini in eserciti immensi e mobilitando l’intera struttura produttiva e industriale degli Stati belligeranti.
Titolo: | «Nessuno è rimasto ozioso»: i prigionieri di guerra nemici in Italia durante il primo conflitto mondiale |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | Being printed |
Abstract: | Nel corso dei secoli i prigionieri di guerra erano completamente alla mercé di chi li aveva catturati. I vincitori potevano ucciderli sul campo di battaglia o venderli come schiavi, poiché l’affermazione di obblighi giuridici, e non soltanto morali, di tutela del prigioniero di guerra è stata lenta e graduale, e talvolta non priva di contraddizioni. Allo scoppio della prima guerra mondiale, tutta la normativa messa a punto dai Governi rivelò la propria inadeguatezza. Il conflitto mostrò fin da subito dei caratteri inediti rispetto a quelli dei secoli precedenti. Il teatro delle operazioni, infatti, si dilatò a tutti i continenti e a tutti gli oceani, richiamando alle armi milioni di uomini in eserciti immensi e mobilitando l’intera struttura produttiva e industriale degli Stati belligeranti. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11562/873885 |
Appare nelle tipologie: | 02.01 Contributo in volume (Capitolo o Saggio) |