La fortuna del "Tirant lo Blanch" in Italia è stata caratterizzata dalla precocità dell’interesse manifestato per questo romanzo a partire almeno dall’inizio del Cinquecento. Dalla documentazione, costituita prevalentemente da lettere, emerge in particolar modo l’attenzione di Isabella d’Este per il testo di Martorell, attestata dalle missive della marchesa in cui viene menzionato il "Tirant" catalano, e dalla presenza di ben due copie di quest’opera nell’inventario dei beni stilato dopo la sua morte. È inoltre grazie alle sollecitazioni di Isabella e di Federico II Gonzaga, che venne allestita la prima traduzione italiana del "Tirant", redatta da Lelio Manfredi tra il 1515 e il 1519, stampata postuma a Venezia nel 1538. Una volta fornito un quadro di sintesi sulla genesi di questa traduzione, così come essa è ricostruibile sulla base delle testimonianze fornite dal carteggio del Manfredi con la corte mantovana, ci si sofferma su alcuni aspetti specifici del testo, analizzati in rapporto all’originale catalano. Il dato che ne emerge conferma quanto già osservato dagli studi precedenti in merito al cura della resa stilistica del testo di partenza nella lingua di arrivo.
Ancora sulla fortuna del "Tirant" in Italia (con alcune postille sulla traduzione di Lelio Manfredi)
CONCINA, Chiara Maria
2015-01-01
Abstract
La fortuna del "Tirant lo Blanch" in Italia è stata caratterizzata dalla precocità dell’interesse manifestato per questo romanzo a partire almeno dall’inizio del Cinquecento. Dalla documentazione, costituita prevalentemente da lettere, emerge in particolar modo l’attenzione di Isabella d’Este per il testo di Martorell, attestata dalle missive della marchesa in cui viene menzionato il "Tirant" catalano, e dalla presenza di ben due copie di quest’opera nell’inventario dei beni stilato dopo la sua morte. È inoltre grazie alle sollecitazioni di Isabella e di Federico II Gonzaga, che venne allestita la prima traduzione italiana del "Tirant", redatta da Lelio Manfredi tra il 1515 e il 1519, stampata postuma a Venezia nel 1538. Una volta fornito un quadro di sintesi sulla genesi di questa traduzione, così come essa è ricostruibile sulla base delle testimonianze fornite dal carteggio del Manfredi con la corte mantovana, ci si sofferma su alcuni aspetti specifici del testo, analizzati in rapporto all’originale catalano. Il dato che ne emerge conferma quanto già osservato dagli studi precedenti in merito al cura della resa stilistica del testo di partenza nella lingua di arrivo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.