La classe ouvrière et les niveaux de vie costituisce la prima tesi di dottorato che Maurice Halbwachs discusse presso la Sorbona di Parigi nel gennaio del 1911 e presenta i risultati di una imponente ricerca sui consumi degli operai tedeschi nei primi anni del Novecento. Si tratta di un’opera sociologica pionieristica; una delle ricerche che più ha contribuito ad affrancare lo studio dei consumi da un approccio economicistico centrato sulla razionalità strumentale e l’utilità marginale per condurlo nell’alveo della teoria sociologica propriamente detta. Come potrà constatare tanto lo specialista della materia, quanto il pubblico più ampio, questo libro anticipa moltissimi dei temi con cui la sociologia dei consumi e della cultura materiale (Secondulfo, 1995, 2012) del Novecento si è misurata: dal sistema degli oggetti (Baudrillard, 1968), al gusto e alla distinzione (Bourdieu, 1979), ai processi di civilizzazione (Elias, 1939), all’esclusione sociale, al corpo (Sassatelli, 2000, 2010), alla ritualità sociale inscritta nel processo di consumo e alla sua valenza integrativa. E quelli che non ha anticipato, ha contribuito ad affinarli e chiarificarli. Si pensi alle differenze nei comportamenti di consumo delle diverse classi sociali (Veblen, 1899), ma anche al lusso (Sombart, 1913) e alla questione della moda (Simmel, 1895; Barthes, 1967). Non è azzardato dire che La classe ouvrière et les niveaux de vie è una vera e propria pietra miliare della sociologia dei consumi, scritta da un autore che, causa l’illegittimo sospetto di dogmatismo durkheimiano, è stato troppo spesso distrattamente derubricato a “minore” nel pantheon dei classici.
Come vive la classe operaia. La gerarchia dei bisogni nelle società industriali contemporanee
MIGLIORATI, Lorenzo;SECONDULFO, Domenico
2014-01-01
Abstract
La classe ouvrière et les niveaux de vie costituisce la prima tesi di dottorato che Maurice Halbwachs discusse presso la Sorbona di Parigi nel gennaio del 1911 e presenta i risultati di una imponente ricerca sui consumi degli operai tedeschi nei primi anni del Novecento. Si tratta di un’opera sociologica pionieristica; una delle ricerche che più ha contribuito ad affrancare lo studio dei consumi da un approccio economicistico centrato sulla razionalità strumentale e l’utilità marginale per condurlo nell’alveo della teoria sociologica propriamente detta. Come potrà constatare tanto lo specialista della materia, quanto il pubblico più ampio, questo libro anticipa moltissimi dei temi con cui la sociologia dei consumi e della cultura materiale (Secondulfo, 1995, 2012) del Novecento si è misurata: dal sistema degli oggetti (Baudrillard, 1968), al gusto e alla distinzione (Bourdieu, 1979), ai processi di civilizzazione (Elias, 1939), all’esclusione sociale, al corpo (Sassatelli, 2000, 2010), alla ritualità sociale inscritta nel processo di consumo e alla sua valenza integrativa. E quelli che non ha anticipato, ha contribuito ad affinarli e chiarificarli. Si pensi alle differenze nei comportamenti di consumo delle diverse classi sociali (Veblen, 1899), ma anche al lusso (Sombart, 1913) e alla questione della moda (Simmel, 1895; Barthes, 1967). Non è azzardato dire che La classe ouvrière et les niveaux de vie è una vera e propria pietra miliare della sociologia dei consumi, scritta da un autore che, causa l’illegittimo sospetto di dogmatismo durkheimiano, è stato troppo spesso distrattamente derubricato a “minore” nel pantheon dei classici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.