L’articolo analizza alcuni panegirici scritti per l’ascesa al soglio metropolitano di Joasaf Krokovs’kyj (1708) investigando l’uso delle figure ed espedienti retorici come anche della mitologia pagana per celebrare la propria storia e le proprie istituzioni, simbolo dell’Ortodossia. Al tempo stesso i poeti neo-latini ucraini tramite le loro opere aspiravano a partecipare alla contemporanea Latinitas europea, che aveva le sue radici nell’Umanesimo-Rinascimento. Questo è testimoniato dalla poetica delle reminiscenze e dalle citazioni delle opere latine di altri autori (sia classici che contemporanei), di cui i poeti neolatini ucraini si appropriano, inserendole, adattandole in modo originale e amalgamandole creativamente con i propri versi. Proprio questo dialogo creativo con ‘autorità’ letterarie antiche e moderne e il fatto che un autore ‘kieviano’ si sentisse libero di mutuare espressioni panegiriche dirette a un imperatore del Sacro Romano Impero per celebrare un personaggio importante della propria storia religiosa e culturale, ma ovviamente di rilievo non comparabile a un imperatore, è indice, da un lato, del fatto che l’élite culturale ucraina sentiva di essere parte a pieno titolo della Respublica litterarum europea ad essa contemporanea, dall’altro dell’importanza della lingua e della letteratura latina e neolatina per la formazione e l’emergere di un’embrionale identità ucraina fermamente radicata nella conoscenza e nella celebrazione della propria storia e della propria eredità culturale.
O felice Rus’, rallegrati! I panegirici per l’ascesa al soglio metropolitano di Joasaf Krokovs’kyj
SIEDINA, Giovanna
2013-01-01
Abstract
L’articolo analizza alcuni panegirici scritti per l’ascesa al soglio metropolitano di Joasaf Krokovs’kyj (1708) investigando l’uso delle figure ed espedienti retorici come anche della mitologia pagana per celebrare la propria storia e le proprie istituzioni, simbolo dell’Ortodossia. Al tempo stesso i poeti neo-latini ucraini tramite le loro opere aspiravano a partecipare alla contemporanea Latinitas europea, che aveva le sue radici nell’Umanesimo-Rinascimento. Questo è testimoniato dalla poetica delle reminiscenze e dalle citazioni delle opere latine di altri autori (sia classici che contemporanei), di cui i poeti neolatini ucraini si appropriano, inserendole, adattandole in modo originale e amalgamandole creativamente con i propri versi. Proprio questo dialogo creativo con ‘autorità’ letterarie antiche e moderne e il fatto che un autore ‘kieviano’ si sentisse libero di mutuare espressioni panegiriche dirette a un imperatore del Sacro Romano Impero per celebrare un personaggio importante della propria storia religiosa e culturale, ma ovviamente di rilievo non comparabile a un imperatore, è indice, da un lato, del fatto che l’élite culturale ucraina sentiva di essere parte a pieno titolo della Respublica litterarum europea ad essa contemporanea, dall’altro dell’importanza della lingua e della letteratura latina e neolatina per la formazione e l’emergere di un’embrionale identità ucraina fermamente radicata nella conoscenza e nella celebrazione della propria storia e della propria eredità culturale.File | Dimensione | Formato | |
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