Le benzodiazepine (BZD) sono una delle classi di farmaci maggiormente utilizzate a livello mondiale. La loro immissione in commercio, negli anni '60, è stato un rilevante progresso da un punto di vista farmacologico e terapeutico. Il loro profilo beneficio/rischio decisamente più favorevole rispetto ai barbiturici, i sedativi-ipnotici fino ad allora in uso, ha portato in brevissimo tempo alla loro affermazione nel mercato farmaceutico. Molti studi a livello internazionale hanno evidenziato l’ampio utilizzo delle BZD e i fattori alla base del loro abuso non tutti riconducibili ai loro effetti farmacologici, anche se la loro capacità di indurre farmacodipendenza è sicuramente rilevante e spesso è stata sottovalutata dagli operatori sanitari, medici in primo luogo. Va sottolineato che il consumo delle BZD è spesso cronico e molte persone le assumono per anni nonostante le linee-guida suggeriscano che la durata d’uso dovrebbe essere limitata a poche settimane, questo tipo di utilizzo comporta dipendenza con insorgenza di tolleranza, un aumento dei costi sanitari legato al noto problema delle cadute da BZD e secondo alcuni autori anche un incrementato rischio di demenza. Un setting dove l’uso cronico delle BZD è particolarmente elevato, con una prevalenza tra il 24% e il 54%, è rappresentato dalle case di riposo per anziani, con un utilizzo molto spesso inappropriato. In conclusione, l'analisi dei dati disponibili evidenzia che le benzodiazepine rimangono tra i farmaci di maggiore consumo nel nostro come in altri paesi occidentali. Esiste sicuramente ancora oggi un misuso nonostante che fin dal 1996 questo problema sia stato bene evidenziato da colleghi italiani [1]. Alcuni dati evidenziano in maniera inequivocabile fenomeni di dipendenza, in particolare nei soggetti utilizzatori di altre droghe. Tutto ciò dovrebbe portare da un lato ad una maggiore cautela da parte dei medici nelle prescrizioni e nel controllo delle stesse dall'altra le stesse Autorità Sanitarie a riflettere sulla ampia disponibilità di confezioni in commercio e in particolare su alcune forme farmaceutiche che più di altre potrebbero essere fonte di abuso.

Epidemiologia del consumo delle BZD

LEONE, Roberto;
2013-01-01

Abstract

Le benzodiazepine (BZD) sono una delle classi di farmaci maggiormente utilizzate a livello mondiale. La loro immissione in commercio, negli anni '60, è stato un rilevante progresso da un punto di vista farmacologico e terapeutico. Il loro profilo beneficio/rischio decisamente più favorevole rispetto ai barbiturici, i sedativi-ipnotici fino ad allora in uso, ha portato in brevissimo tempo alla loro affermazione nel mercato farmaceutico. Molti studi a livello internazionale hanno evidenziato l’ampio utilizzo delle BZD e i fattori alla base del loro abuso non tutti riconducibili ai loro effetti farmacologici, anche se la loro capacità di indurre farmacodipendenza è sicuramente rilevante e spesso è stata sottovalutata dagli operatori sanitari, medici in primo luogo. Va sottolineato che il consumo delle BZD è spesso cronico e molte persone le assumono per anni nonostante le linee-guida suggeriscano che la durata d’uso dovrebbe essere limitata a poche settimane, questo tipo di utilizzo comporta dipendenza con insorgenza di tolleranza, un aumento dei costi sanitari legato al noto problema delle cadute da BZD e secondo alcuni autori anche un incrementato rischio di demenza. Un setting dove l’uso cronico delle BZD è particolarmente elevato, con una prevalenza tra il 24% e il 54%, è rappresentato dalle case di riposo per anziani, con un utilizzo molto spesso inappropriato. In conclusione, l'analisi dei dati disponibili evidenzia che le benzodiazepine rimangono tra i farmaci di maggiore consumo nel nostro come in altri paesi occidentali. Esiste sicuramente ancora oggi un misuso nonostante che fin dal 1996 questo problema sia stato bene evidenziato da colleghi italiani [1]. Alcuni dati evidenziano in maniera inequivocabile fenomeni di dipendenza, in particolare nei soggetti utilizzatori di altre droghe. Tutto ciò dovrebbe portare da un lato ad una maggiore cautela da parte dei medici nelle prescrizioni e nel controllo delle stesse dall'altra le stesse Autorità Sanitarie a riflettere sulla ampia disponibilità di confezioni in commercio e in particolare su alcune forme farmaceutiche che più di altre potrebbero essere fonte di abuso.
2013
benzodiazepine; epidemiologia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/739561
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