L’obiettivo che si pone questa ricerca è quello di definire nell’ambito dell’arte contemporanea una linea poetica comune ad alcuni linguaggi pittorici della prima metà del XX secolo, ripresa con evidenza di forme e contenuti (che talora si esprime nella citazione diretta) da molti artisti del presente che utilizzano il medium digitale. Non si tratta della creazione di immagini virtuali, bensì della rielaborazione digitale del dato fotografico, secondo un procedimento tecnico che è già di per sé una dichiarazione estetica, affine ai modi operativi ed espressivi della pittura magico realista del Novecento, incentrata su una concezione alchemica dello sguardo dell’artista sul mondo, che produce una realtà immaginata. Il legame tra questi linguaggi odierni e la pittura del secolo scorso è nella comune creazione di immagini in cui il dato reale, precisamente imitato dal virtuosismo pittorico o direttamente catturato dall’obiettivo fotografico, viene formalmente esasperato e, di contro, recepito come qualcosa di magico, sospeso in una dimensione cristallizzata: la forma del cristallo è, infatti, la metafora utilizzata da Franz Roh (fonte principale del Realismo Magico) per tradurre in immagine l’idea centrale di queste poetiche. Sono linguaggi che giocano essenzialmente sulla costruzione di un ossimoro, in cui il tempo del vivere quotidiano è sospeso fuori dal suo scorrere e lo spazio è prospettico ma non misurabile; del resto sia la definizione di Realismo Magico sia quella di "pittura digitale" sono degli ossimori. Il metodo di lettura fenomenologica delle opere, seguito per ogni artista e periodo analizzati nella tesi, si dimostra assolutamente preciso nella continua scoperta e ricostruzione di una rete di corrispondenze che delineano con chiarezza le linee guida di una poetica dell’incantesimo, i cui tratti inconfondibili si ritrovano nei linguaggi dei, pur diversi, artisti che ne fanno idealmente parte, poiché non si parla di un movimento ma di un orizzonte poetico comune. In ognuno dei capitoli della tesi si attua un gioco di correlazioni tra il passato ed il presente, che si intensifica, per ovvie ragioni, nella Parte Seconda dedicata alla pittura digitale, è una ripetuta conferma delle conclusioni estetiche di tale ricerca: a partire dalle affinità espressive con i sublimi incantesimi di alcuni artisti del passato (Vermeer, Baschenis) si fa un salto al secolo scorso, poi al presente. Ampliando il raggio delle corrispondenze, che fanno capo al principio della “risonanza interiore” tra il soggetto e l’oggetto, che vedremo essere il paradigma espressivo di tali linguaggi, è possibile intrecciare relazioni più ampie, trasversali al medium pittorico e figurativo, passando dall’immagine alla parola, e ritorno; si rintracciano così alcune profonde analogie, non scontate o immediatamente riconoscibili, e si arriva perciò ad una ricongiunzione, esplicita o implicita, dei linguaggi novecenteschi con la "pittura digitale" contemporanea.

The research is conducted on figurative painting, within some specific expressions, summarized in the aesthetic category of HYPER FORMALISM (it’s important to stress the difference with the hyper-realism, which has been studied in detail in Part Two, in relation to photography). On a methodological level it’s a phenomenological and historical investigation, which is pursuing research on the philosophical aspects about the rappresentation of the self essential nature, which I began in my thesis and in previous writings. This conception of the image (which consists in the observation of reality, understood as the object, form, substance, and the look’s desire deposited on the things and the world) back in the history of modern art in various forms, wich can be collect under some large matrices of expression, inescapable from the poetic horizon of hyper formalism: Enigma / Rebus; Foreign; Spell/ Suspension Time (the persistence of vision on the object expands the time until it stops, giving the image an iconic value). Through a historical journey that starts from the Italian and German painting of the Twenties, and go through the twentieth century, with references to some artists of the past (Vermeer, Baschenis, Hammersøi…) forerunners of these languages, here will be draw the line of poetry about spells and enigmas of reality; until the results of contemporary digital painting, in which the new technique (revised version of a photo, of a real matter) itself becomes a vehicle of this mental and expressive continuity.

Poetiche dell'incantesimo. Dal Realismo magico alla "pittura digitale"

CORDIOLI, Milena
2014-01-01

Abstract

The research is conducted on figurative painting, within some specific expressions, summarized in the aesthetic category of HYPER FORMALISM (it’s important to stress the difference with the hyper-realism, which has been studied in detail in Part Two, in relation to photography). On a methodological level it’s a phenomenological and historical investigation, which is pursuing research on the philosophical aspects about the rappresentation of the self essential nature, which I began in my thesis and in previous writings. This conception of the image (which consists in the observation of reality, understood as the object, form, substance, and the look’s desire deposited on the things and the world) back in the history of modern art in various forms, wich can be collect under some large matrices of expression, inescapable from the poetic horizon of hyper formalism: Enigma / Rebus; Foreign; Spell/ Suspension Time (the persistence of vision on the object expands the time until it stops, giving the image an iconic value). Through a historical journey that starts from the Italian and German painting of the Twenties, and go through the twentieth century, with references to some artists of the past (Vermeer, Baschenis, Hammersøi…) forerunners of these languages, here will be draw the line of poetry about spells and enigmas of reality; until the results of contemporary digital painting, in which the new technique (revised version of a photo, of a real matter) itself becomes a vehicle of this mental and expressive continuity.
2014
Realismo magico; Fotografia; Cristallizzazione; Corrispondenze
L’obiettivo che si pone questa ricerca è quello di definire nell’ambito dell’arte contemporanea una linea poetica comune ad alcuni linguaggi pittorici della prima metà del XX secolo, ripresa con evidenza di forme e contenuti (che talora si esprime nella citazione diretta) da molti artisti del presente che utilizzano il medium digitale. Non si tratta della creazione di immagini virtuali, bensì della rielaborazione digitale del dato fotografico, secondo un procedimento tecnico che è già di per sé una dichiarazione estetica, affine ai modi operativi ed espressivi della pittura magico realista del Novecento, incentrata su una concezione alchemica dello sguardo dell’artista sul mondo, che produce una realtà immaginata. Il legame tra questi linguaggi odierni e la pittura del secolo scorso è nella comune creazione di immagini in cui il dato reale, precisamente imitato dal virtuosismo pittorico o direttamente catturato dall’obiettivo fotografico, viene formalmente esasperato e, di contro, recepito come qualcosa di magico, sospeso in una dimensione cristallizzata: la forma del cristallo è, infatti, la metafora utilizzata da Franz Roh (fonte principale del Realismo Magico) per tradurre in immagine l’idea centrale di queste poetiche. Sono linguaggi che giocano essenzialmente sulla costruzione di un ossimoro, in cui il tempo del vivere quotidiano è sospeso fuori dal suo scorrere e lo spazio è prospettico ma non misurabile; del resto sia la definizione di Realismo Magico sia quella di "pittura digitale" sono degli ossimori. Il metodo di lettura fenomenologica delle opere, seguito per ogni artista e periodo analizzati nella tesi, si dimostra assolutamente preciso nella continua scoperta e ricostruzione di una rete di corrispondenze che delineano con chiarezza le linee guida di una poetica dell’incantesimo, i cui tratti inconfondibili si ritrovano nei linguaggi dei, pur diversi, artisti che ne fanno idealmente parte, poiché non si parla di un movimento ma di un orizzonte poetico comune. In ognuno dei capitoli della tesi si attua un gioco di correlazioni tra il passato ed il presente, che si intensifica, per ovvie ragioni, nella Parte Seconda dedicata alla pittura digitale, è una ripetuta conferma delle conclusioni estetiche di tale ricerca: a partire dalle affinità espressive con i sublimi incantesimi di alcuni artisti del passato (Vermeer, Baschenis) si fa un salto al secolo scorso, poi al presente. Ampliando il raggio delle corrispondenze, che fanno capo al principio della “risonanza interiore” tra il soggetto e l’oggetto, che vedremo essere il paradigma espressivo di tali linguaggi, è possibile intrecciare relazioni più ampie, trasversali al medium pittorico e figurativo, passando dall’immagine alla parola, e ritorno; si rintracciano così alcune profonde analogie, non scontate o immediatamente riconoscibili, e si arriva perciò ad una ricongiunzione, esplicita o implicita, dei linguaggi novecenteschi con la "pittura digitale" contemporanea.
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