Questo breve intervento si propone di illustrare alcuni esempi letterari in cui il silenzio si fa limite, soglia invalicabile, confine quasi tangibile nella relazione fra i personaggi del racconto. Un limite che può rivelarsi salutare, quando ad esempio evidenzia il recupero della propria indipendenza a chiusura di una relazione d’amore letale (come quella fra Didone ed Enea) o permette l’avvio di una crescita autonoma (il bambino che nel silenzio si percepisce separato dalla madre in Erri De Luca) o mortifero, quando ad esempio impedisce la manifestazione di sentimenti vitali ma che il contesto rende illegittimi (come per i protagonisti del Silenzio del mare di Vercors). Un diverso silenzio, che pure fa da confine fra mondi contrapposti, è quello che nel romanzo di J.M. Coetzee intitolato Foe isola in un autismo accusatorio lo schiavo di Robinson Crusoe, Venerdì, cui da bambino i mercanti di schiavi hanno tagliato la lingua.
I confini del silenzio
Buzzola, Anna Lisa
2013
Abstract
Questo breve intervento si propone di illustrare alcuni esempi letterari in cui il silenzio si fa limite, soglia invalicabile, confine quasi tangibile nella relazione fra i personaggi del racconto. Un limite che può rivelarsi salutare, quando ad esempio evidenzia il recupero della propria indipendenza a chiusura di una relazione d’amore letale (come quella fra Didone ed Enea) o permette l’avvio di una crescita autonoma (il bambino che nel silenzio si percepisce separato dalla madre in Erri De Luca) o mortifero, quando ad esempio impedisce la manifestazione di sentimenti vitali ma che il contesto rende illegittimi (come per i protagonisti del Silenzio del mare di Vercors). Un diverso silenzio, che pure fa da confine fra mondi contrapposti, è quello che nel romanzo di J.M. Coetzee intitolato Foe isola in un autismo accusatorio lo schiavo di Robinson Crusoe, Venerdì, cui da bambino i mercanti di schiavi hanno tagliato la lingua.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.